Mirandola: a 5 anni dal trasferimento dopo il sisma, il rilancio post-pandemia per Stefano Pignatti, Alessandro Ruffato, Nicola Baldini e Fabio Braghiroli di Idromarket
di Simone Guandalini
A parlare è Stefano Pignatti, uno dei quattro soci, insieme ad Alessandro Ruffato, Nicola Baldini e Fabio Braghiroli, che dal 2010 gestiscono Idromarket, attività mirandolese che si occupa della vendita, tra le altre cose, di materiali idraulico-sanitari, condizionatori, pompe di calore, accessori bagno-doccia, rubinetteria, articoli per irrigazione, pavimenti e caldaie.
Se già il terremoto aveva reso complicate le cose ad appena due anni dall'inizio della nuova gestione, anche gli ultimi anni non sono stati semplici, tra la pandemia da Coronavirus e l'aumento dei prezzi dei materiali:
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MIRANDOLA - "Sono passati già cinque anni da quando ci siamo spostati nella nuova sede, inaugurata il 20 maggio 2017. Dopo il terremoto del 2012, infatti, ci siamo dovuti spostare, perchè nella sede precedente non potevamo più proseguire la nostra attività, a causa dei lavori che sarebbero stati necessari per metterla in sicurezza: i costi, però, sarebbero stati eccessivi, perchè si trattava di un capannone degli anni '70. La scelta, dunque, è stata quella di costruirne uno nuovo".
"Siamo nati nel 2010, rilevando la società dai vecchi proprietari - spiega Stefano Pignatti. - Siamo quattro soci che in precedenza erano quattro dipendenti della vecchia società. Nella nuova sede ospitiamo anche uno showroom in cui è possibile prendere visione dei nostri prodotti, attraverso la guida di personale competente ed esperto".

"Noi rientravamo tra le attività che potevano rimanere aperte anche durante i lockdown - continua Pignatti - però chiaramente i periodi di chiusura generale, in particolar modo il primo, ci hanno penalizzato, perchè i fornitori consegnavano col contagocce e i clienti, a causa delle restrizioni contro il Covid e dello stop ai cantieri, si sono ridotti notevolmente. Fortunatamente, i costi relativi all'adeguamento dei locali alle norme anti-Covid sono stati relativamente contenuti e non abbiamo risentito particolarmente nemmeno dell'aumento dei costi di energia e gas. Una volta riaperti i cantieri, poi, si è ripreso a lavorare abbastanza bene. Facendo una stima a livello economico, nel 2020 abbiamo perso a causa del Covid circa un mese di fatturato. A fine 2020, invece - spiega Pignatti - hanno iniziato ad aumentare i prezzi dei materiali. Prima della pandemia aumentavano due volte all'anno, dal 2020 hanno iniziato ad aumentare più frequentemente, poi il 2021 è stato tragico sotto questo punto di vista, perchè ogni due mesi c'erano degli aumenti consistenti su tutti i materiali. Ultimamente, però, questi aumenti si stanno un po' riducendo: non tutti li fanno e le percentuali di aumento sono minori rispetto all'anno scorso. Ci sono, però, articoli che costano il 70-80% in più rispetto al 2020. Anche dal punto di vista della reperibilità c'è qualche difficoltà, soprattutto dal punto di vista dei tempi delle consegne: alcuni fornitori impiegano più tempo nelle consegne rispetto al solito".Un elemento di positività in questi anni difficili è stato, invece, l'introduzione dei bonus edilizi, tra cui soprattutto il superbonus 110%:
"Sicuramente - conclude Pignatti - grazie a questi bonus c'è stato un aumento del numero dei cantieri, che noi non gestiamo direttamente, passando sempre attraverso gli installatori o le imprese edili. Di conseguenza, il beneficio economico si è certamente avuto anche per attività come la nostra. Adesso, tuttavia, c'è un po' di rallentamento nell'ultimo mese, dovuto ai maggiori controlli, agli aumenti del costo del materiale, e alle nuove norme per quanto riguarda la cessione del credito".
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