Mancanza di materie prime e costo del gas: la guerra in Ucraina mette in difficoltà il settore ceramico
di Simone Guandalini - Sono tanti i settori dell'economia messi a dura prova, in Europa e dunque anche in Italia, dalla guerra attualmente in corso in Ucraina. Se il primo effetto a livello economico della guerra è stato subito evidente a tutti (cittadini, aziende ed enti pubblici), con l'aumento dei costi delle utenze energetiche, che già avevano avuto un rialzo nei mesi precedenti alla guerra, ma che hanno subito, a partire dallo scorso mese di febbraio, un'ulteriore impennata (in particolar modo per quanto riguarda il gas), ci sono conseguenze meno evidenti che vanno, però, a colpire nello specifico singoli settori dell'economia. Per esempio, il settore auto, in quanto gli stabilimenti per il cablaggio di alcuni grandi marchi automobilistici si trovano proprio in Ucraina e hanno subito rallentamenti o stop delle produzioni soprattutto nei primi mesi di guerra. Un altro settore colpito dalle conseguenze della guerra è quello ceramico, di cui proprio il territorio modenese può vantare la presenza di uno dei più importanti distretti mondiali:
"Abbiamo scoperto dopo l'inizio della guerra - spiegano dalla FAP di San Felice, azienda attiva da oltre 40 anni nell'ambito della vendita di pavimenti, rivestimenti e arredo bagno e, che, dunque, si inserisce a metà della catena che dalle industrie produttrici di ceramiche porta alla vendita del prodotto al cliente finale (privati o aziende) - che una delle fonti primarie della materia prima fondamentale per realizzare le piastrelle, ovvero l'argilla, è l'Ucraina, per cui la guerra ha notevolmente complicato la situazione. Attualmente, quello che si nota è una mancanza dei materiali necessari per la realizzazione dei prodotti (le piastrelle), oppure tempi molto lunghi nel loro reperimento. Per questo, stiamo consigliando ai clienti di muoversi con un po' di anticipo, proprio per ovviare alla carenza dei prodotti e riuscire ad avere quello che si cerca".Se la mancanza di materie prime costituisce un tratto peculiare del settore ceramico e di tutte quelle aziende, come la FAP, che, all'interno di questo settore, si inseriscono nella catena tra la produzione e la vendita dei prodotti all'utente finale, anche l'aumento del prezzo del gas e la pandemia da Coronavirus, che pure hanno riguardato in generale tutte le attività, non hanno risparmiato questo settore. Con l'ulteriore problematica, legata nello specifico al territorio modenese, della ricostruzione dopo il sisma del 2012, di cui nei prossimi giorni ricorrerà il decennale:
"Venivamo da un periodo pre-pandemia già complicato, in cui, con il discorso del terremoto, diversi anni sono stati concentrati sulla ricostruzione, con un modo di lavorare molto legato ad essa - continuano dalla FAP di San Felice, specializzata, per quanto riguarda l'ambiente bagno, oltre che nella vendita di arredo, sanitari e rubinetteria, anche nella progettazione (ad esempio con disegni in 3D). - Si partiva, dunque, già da una situazione un po' negativa. La pandemia e, successivamente anche la situazione più attuale (guerra in Ucraina e aumenti delle bollette), hanno contribuito a rendere ancora più difficile questo periodo. Intanto dal punto di vista dei costi, perchè, essendo noi rivenditori, siamo l'anello centrale della catena: se i nostri fornitori, principalmente le ceramiche, aumentano i prezzi a causa dell'aumento dei costi, come è accaduto nell'ultimo periodo, noi ne risentiamo e anche i prezzi di vendita al pubblico finale crescono, come è accaduto nell'ultimo anno. Poi, anche il fatto che, durante la pandemia, si sia fermata la produzione per alcuni periodi, ha fatto sì che nel tempo tutto abbia ritardato di conseguenza. Anche le ceramiche stesse si sono trovate con carenze di materiale".L'ultimo periodo non ha, tuttavia, riservato solo conseguenze negative per il mondo legato al distretto ceramico. Se, da un lato, pandemia, aumento del costo delle utenze energetiche e mancanza di materie prime hanno sicuramente complicato la situazione, infatti, dall'altro, gli incentivi edilizi, quali bonus e superbonus 110%, hanno aumentato le richieste di prodotti, coinvolgendo, anche se non direttamente come quello edilizio, anche il settore ceramico:
"Con gli incentivi attuali (bonus edilizi e superbonus 110%) - confermano dalla FAP - in proporzione molta più gente si è mossa per realizzare lavori nelle proprie abitazioni, quindi la richiesta è abbastanza alta rispetto allo standard ed è effettivamente aumentata in tutto il settore edile. Spesso questa tipologia di lavori coinvolge anche aziende come la nostra. Magari non si tratta dell'intervento primario per cui si ricorre al bonus, ma, nel momento in cui ci sono dei lavori in corso nella propria abitazione, tanti ne approfittano per rifare la pavimentazione o il bagno, e qui entriamo in gioco noi. Possiamo dire di essere contenti dal punto di vista della quantità di lavoro. Discorso diverso, invece, per quanto riguarda la qualità: si lavora un po' male perchè, come detto, ci sono problemi di reperibilità del materiale e aumento dei costi".LEGGI ANCHE:
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