Quattro vigili urbani sospesi per il reato di tortura
Quattro vigili urbani sospesi per il reato di tortura. Si tratta di agenti in servizio presso la polizia locale di Sassuolo che sono stati sospesi dal servizio perché indagati per il reato di tortura ai danni di un uomo, un operaio di nazionalità marocchina, regolare sul territorio.
Si tratta di due agenti e due assistenti, questi ultimi accusati anche di falsità ideologica in atto pubblico per aver redatto una relazione di servizio falsa.
L'uomo era stato trasportato in ambulanza in ospedale dalla Croce Rossa di Sassuolo dopo che era stato trovato in strada in stato confusionale. Secondo quanto denunciato nell'esposto e ricostruito dalla Procura mentre era in corso la raccolta dei dati del paziente e i suoi parametri vitali, i quattro sono arrivati in ospedale senza che qualcuno li avesse chiamati ed hanno iniziato ad inveire contro il paziente, immobilizzandolo con forza alla barella sulla quale si trovava e picchiandolo sul petto e sulla testa. Uno di loro - spiega la Procura - è salito con i piedi sul bacino del paziente, in posizione accovacciata, chiedendogli con insistenza se avesse assunto sostanze stupefacenti. I comportamenti dei quattro agenti sono stati descritti dettagliatamente dal personale sanitario. Dalle dichiarazioni di medici e infermieri è emersa infatti la convinzione dei vigili che l'uomo fosse legato al mondo dello spaccio. La vittima lavora come operaio in Italia da anni, con regolare permesso di soggiorno, e non è mai stato denunciato o anche solo foto segnalato per reati di droga. L'uomo, ad oggi, non ha sporto denuncia perché non ricorda quanto accaduto, visto che era in stato di incoscienza per via di una grave crisi ipoglicemica. Prima della emissione dell'ordinanza cautelare gli indagati sono stati interrogati dal Gip di Modena. La durata della sospensione dal servizio è differente per ciascuno dei quattro agenti. Le indagini sono state condotte dai carabinieri del nucleo operativo e Radiomobile di Sassuolo con la collaborazione della Comandante della polizia locale.
Sulla vicenda la Procura di Modena fa sapere, tramite una nota, che il Gip ha ritenuto corretta la qualificazione giuridica delle condotte contestate dagli stessi magistrati, proprio in riferimento al reato di cui all'articolo 613 bis c.p. (tortura), introdotto con la legge 14 luglio 2017 n. 110. "E' stato, infatti, ritenuto che la pluralità delle condotte violente attuate dagli indagati, per circa un'ora, avessero cagionato alla persona offesa, che peraltro versava in condizioni di minorata difesa a causa della grave crisi ipoglicemica, acute sofferenze fisiche (elemento costitutivo del reato di tortura differente da quello di lesioni volontarie aggravate), determinando un trattamento inumano e degradante per la dignità della sua persona", spiega la Procura di Modena.
Sui giornali la replica dell'avvocato di uno degli agenti respinge tutte le accuse, spiegando che si è agito nel perimetro della legalità. Raggiunta anche la vittima, dichiara di non avere sporto denuncia e di nn ricordare nulla di quanto accaduto nella notte
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