Caso Alice Neri, continuano le analisi dei chip del telefono: ultimo accesso Whatsapp alle 4.09
CONCORDIA, RAVARINO - Continuano, dopo che sono state depositate nei giorni scorsi le motivazioni che hanno spinto il Tribunale del Riesame di Bologna a respingere l'istanza di scarcerazione presentata dalla difesa di Mohamed Gaaloul, le indagini riguardanti la morte di Alice Neri, 32enne ravarinese trovata carbonizzata all'interno della propria auto a Fossa di Concordia lo scorso 18 novembre.
In particolare, si legge sulla "Gazzetta di Modena", oltre che sui presunti aiuti ricevuti da Gaaloul durante il periodo trascorso all'estero prima di essere arrestato in Francia ed essere quindi trasferito in Italia, gli inquirenti si starebbero concentrando sui frammenti di chip elettronici appartenenti al telefono di Alice Neri che sono stati recuperati sul luogo del rogo del cadavere della giovane mamma ravarinese e della sua auto. Le analisi di questi chip sarebbero ancora in corso.
Tuttavia, gli inquirenti hanno potuto esaminare i dati dell'account Google di Alice Neri, dati che hanno rivelato informazioni utili ai fini delle indagini, in particolare in relazione alla posizione di Alice e ai suoi spostamenti, o meglio a quelli del suo telefono, nella notte tra il 17 e il 18 novembre 2022, quella in cui la giovane ravarinese perse la vita, secondo gli inquirenti per opera di Mohamed Gaaloul, che, al contrario, si dice innocente.
In particolare, sarebbe stato registrato alle 4.09 del 18 novembre l'ultimo accesso Whatsapp dal telefono di Alice Neri, proprio all'interno di quel lasso di tempo di circa un'ora in cui l'auto di Alice è stata ferma nei pressi dell'argine del Fossato Sabbioncello dopo essere ripartita dal parcheggio del bar di Concordia in cui Alice si era incontrata con un collega. Gli inquirenti ipotizzano che proprio in quel lasso di tempo (tra le 4.04 e le 5.09) la 32enne ravarinese possa essere stata uccisa. Dunque, a rifiutare le ripetute chiamate da parte del marito e del fratello di Alice, avvenute a partire dalle 6 del 18 novembre, quando i familiari di Alice si accorsero che la giovane non aveva fatto rientro a casa, sarebbe stato l'assassino, probabilmente per impedire che il telefono potesse essere localizzato. Scopo per il quale, probabilmente, ha poi deciso anche di dare alle fiamme, oltre all'auto e al cadavere di Alice, anche lo stesso telefono, di cui sono stati ritrovati solamente alcuni chip elettronici.
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