Mirandola ricorda monsignor Luigi Tosiatti
Mirandola ricorda monsignor Luigi Tosiatti, prevosto di Mirandola dal 1951 al 1963, a sessant'anni dalla sua morte.
L’iniziativa è promossa dalla Parrocchia di Mirandola, dall’Associazione Amici della Consulta APS e dal Comitato Sala Trionfini.
Luigi Tosatti era nato a Sorbara il 17 maggio 1887.
Compì gli studi ginnasiali presso il collegio salesiano di Modena. Quando il padre si trasferì a Quarantoli, il giovane Luigi proseguì gli studi nel seminario di Carpi e divenne sacerdote, il 23 dicembre 1911, per mano del vescovo mons. Righetti. Fu cappellano a Quarantoli e San Giacomo Roncole. Durante la prima guerra mondiale svolse il servizio militare come cappellano: Successivamente venne nominato amministratore parrocchiale di San Martino Carano, per divenirne parroco nel 1922.
La piccola parrocchia gli dava tempo per esercitare la mansione di segretario dell’Ufficio Amministrativo Diocesano e per interessarsi all’opera di don Giovanni Rossi, che divenne la Pro Civitate Christiana, partecipando alla predicazione in diverse missioni popolari.
La sua predicazione era improntata allo stile dei “Liberi e forti” insegnato dal prevosto di Mirandola, don Roberto Maletti, di cui don Tosatti era un assiduo ascoltatore. Con don Maletti, fu presente alla fondazione del Partito Popolare nel 1919, dove conobbe don Luigi Sturzo.
Il 24 agosto 1934, a seguito della morte improvvisa di don Ferdinando Ganzerla, fu nominato arciprete di Concordia.
Il periodo bellico fu quello in cui emerso le caratteristiche umane e sacerdotali di don Tosatti e in quello della Resistenza rifulse maggiormente la sua carità. Rischiò la vita per i suoi parrocchiani condannati a morte e portò loro il conforto umano e cristiano mentre aspettavano la fucilazione.
Nel febbraio del 1945 si prodigò per evitare una rappresaglia di tedeschi e fascisti a seguito di un attacco dei partigiani alla Brigata Nera “Pappalardo” di Concordia.
Nei registri dei morti di quel tempo si trovano annotazioni come questa: “Barbaramente massacrati dalle Brigate Nere, solo colpevoli di appartenere al movimento patriottico, non furono processati. Le esequie le feci clandestinamente nella Cappella del Cimitero perché proibita dagli assassini ogni cerimonia e onoranza funebre” oppure “Fu dal sottoscritto assistito per tutta la notte, fino al momento dell’esecuzione e del decesso”.
Il 12 gennaio 1947 fu insignito dell’onorificenza di Prelato Domestico di Sua Santità.
Nel 1951 in seguito alle dimissioni di mons. Aldo Valentini il vescovo mons. Dalla Zuanna lo nominò Prevosto di Mirandola “per le sue eminenti doti pastorali, come organizzatore, predicatore, catechista; qualità che sono emerse in ogni ufficio che gli fu affidato”.
Nel maggio dello stesso anno, prese possesso per procura e, senza alcun ingresso ufficiale, iniziò il ministero pastorale a Mirandola.
Favorì il sorgere di associazioni di stampo cattolico, sociale e sportive, sospese durante il fascismo: ACLI, Associazione Italiana Maestri Cattolici, Centro Sportivo Italiano, Centro Turistico Giovanile, Centro Italiano Femminile, Conferenza San Vincenzo oltre alle tradizionali Azione Cattolica, Apostolato della Preghiera, Terz’Ordine Francescano, Confraternita del Santissimo Sacramento.
Si impegnò, con l’accensione di un mutuo, per costruire l’Oratorio San Domenico Savio e il Cinema Italia.
Nel 1954, quale risarcimento dei danni di guerra, fece fondere quattro nuove campane e si fece donare un nuovo organo per il duomo.
Si propose con efficacia per risolvere questioni sindacali della Carrozzeria Barbi, dello Zuccherificio e della Fabbrica del Pomodoro, che diventò poi Mon Jardin. Nel 1962 fece ritinteggiare tutto il Duomo.
Colpito da grave malattia si spegneva, il 5 giugno 1963, all’Ospedale di Mirandola. Venne accompagnato al cimitero da una folla imponente.
A sessant’anni dalla morte, lunedì 5 giugno 2023, viene ricordato con la celebrazione di due messe di suffragio alle 8.30 e alle 18.30 nel Duomo di Mirandola e un momento di preghiera e la deposizione di fiori sulla sua tomba, alle 17.30, nel Cimitero di Mirandola.
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