Felicia Kingsley: una ragazza d’altri tempi
Di Andrea Lodi - E’ uscito l’ultimo romanzo della giovane scrittrice modenese, che sta scalando la classifica dei libri più letti della settimana.
Felicia Kingsley, al secolo Serena Artioli, di professione architetto e prolifica scrittrice di romanzi del genere “romance”, con il successo che sta avendo, soprattutto dopo l’uscita del suo ultimo romanzo “Una ragazza d’altri tempi”, sta impartendo una grande lezione di stile e di contenuti all’esordiente generale Vannacci, che con il suo “Il mondo al contrario” sta scalando da diverse settimane le classifiche dei libri più venduti in Italia. Il colore rosa vince sul nero? Nel campo dell’editoria sembra di sì: nei primi otto mesi di quest’anno Serena ha venduto più di seicentomila copie. La speranza è che ciò rappresenti un segnale di cambiamento di orientamento della società. E proprio dal confronto con il libro di Vannacci inizia una breve conversazione con l’autrice.
Sul web impazza il tema del confronto tra il tuo ultimo romanzo e quello del generale Vannacci. A parte la questione della classifica dei libri più letti, cos’è che accomuna il tuo ultimo lavoro con il libro di Vannacci?
In comune? Non ho letto il suo libro ma mi auguro nulla, perché dai pochi estratti che ho colto non mi rivedo nel suo pensiero. Anzitutto il mio è un romanzo, narrativa fiction, quindi di mia invenzione che intreccia una storia d'amore a una trama mystery ambientato nel 1816, anno in cui la protagonista – Rebecca, una ragazza assolutamente contemporanea – si ritrova sbalzata all'indietro nel tempo. E ci tengo a sottolineare come Rebecca sia portatrice di valori quali l'indipendenza femminile, la parità di genere, altruismo, sia animata da un forte senso di giustizia e non chiuda gli occhi davanti agli abusi e alle intolleranze.
Vero è, però, che anche nella narrativa “di finzione”, traspare sempre un collegamento con la realtà. Ho letto alcuni tuoi romanzi e mi pare che ci sia un filo conduttore, una serie di spunti che ti spingono a riflettere. Oltre al tema dell’amore, spesso difficile e all’apparenza irraggiungibile, quale messaggio si nasconde nei tuoi romanzi?
In realtà non nascondo messaggi, non mi ritengo un profeta e non pubblico romanzi con intenzioni didattiche. Se però, chi legge, coglie spunti e stimoli positivi, io ne sono ben contenta.
A proposito della parità di genere ritieni che il genere romance sia politicamente corretto o che ci sia da rivedere qualcosa, come è accaduto nella filmografia?
Non posso parlare per gli altri autori, io cerco di raccontare le storie che vorrei leggere e sono abbastanza in linea con il sentire attuale, quindi rappresentare coppie che si rispettano a vicenda e vivono relazioni paritarie senza che nessuno eserciti forme di controllo sull'altro. Ciò detto, ogni autore ha la propria chiave narrativa, il proprio percorso, ciascuno farà le proprie valutazioni.
Sono trascorsi ben sei anni dal tuo esordio con “Matrimonio di convenienza”. Dopo aver venduto l’impressionante numero di quasi due milioni di copie, traguardo che ti colloca tra i big della letteratura italiana, cos’è cambiato da allora nella tua vita da scrittrice?
Spero che le persone che hanno letto le mie storie da allora a oggi abbiano percepito una crescita sia nello stile che nello sviluppo delle storie. Ho percepito e ricevo un affetto e appoggio crescenti, e di questo ne sono grata.
E nella tua vita personale?
Due anni fa è arrivato il mio bimbo, quindi quella è cambiata radicalmente, aldilà della scrittura.
Il tuo stile di scrittura ritengo che rappresenti una parte importante del tuo successo. Uno stile che riporta agli scrittori di libri gialli. Non sarebbe male leggere un tuo romanzo incentrato sul genere poliziesco. Che ne pensi?
In “La verità è che non ti odio abbastanza” ho mescolato romance e indagini su una truffa finanziaria. In “Prima Regola non innamorarsi” la traccia romance si mescola a una caccia al tesoro. In “Una ragazza d'altri tempi” l'amore si sviluppa di pari passo alla soluzione di un complotto. Mi piacciono le contaminazioni, ma credo che qualunque cosa andrei a scrivere conterrebbe sempre l'amore.
Più in generale ritieni di continuare con il genere “romance” o pensi di provare nuovi generi?
Al momento tutti i miei progetti futuri sono sempre nell'ambito romance, ma non mi chiudo nessuna porta.
Ho letto su alcuni articoli che ti riguardano che strutturi i tuoi romanzi con le tecniche che utilizzi nel tuo lavoro di architetto. Parli di analisi SWOT. Puoi spiegarci meglio in che cosa consiste la tua tecnica e come realizzi l’analisi SWOT?
SWOT è l'acronimo di Strenghts-Weaknesses-Opportunities-Threats, ossia un analisi dei punti di forza, punti deboli, opportunità di sviluppo e minacce di un progetto. Io lo applico quando devo sviluppare una trama, per capire come farla crescere. Elaboro la sinossi e strutturo i personaggi principali. Infine, mi dedico alla scrittura.
Come un architetto.
Esattamente. La prima fase è quella della progettazione, poi costruisco l'edificio
Dal punto di vista personale come riesci a conciliare la tua attività professionale di architetto da quella di affermata, e prolifica scrittrice, e da neo mamma ?
Facciamo che questa domanda non la poniamo più. Il famoso "Come fa a fare tutto?" si chiede sempre alle donne e mai agli uomini, il che sottintende due cose: o che gli uomini abbiano capacità multitasking connaturate per cui è normale che riescano a fare tutto, oppure si attesta tra le righe che il carico degli impegni è portato più dalle donne che dagli uomini.
Ringrazio Serena per la disponibilità e per la franchezza delle sue risposte. Cercherò di non porle più certi tipi di domande. D’altronde condivido appieno le sue parole: dobbiamo mantenere la parità di genere. C’è un unico punto su cui dissento: la domanda non voleva avere alcuna connotazione comparativa con l’altro sesso. Semplicemente perché un uomo “multitasking” è un ossimoro, una evidente contraddizione (Ma anche questo è uno stereotipo di genere, Andrea! Firmato: la direttrice del quotidiano).
Infine, quando Serena afferma che nei suoi libri “non nascondo messaggi, non mi ritengo un profeta e non pubblico romanzi con intenzioni didattiche”, si contraddice, perché quando invece afferma “ci tengo a sottolineare come Rebecca sia portatrice di valori quali l'indipendenza femminile, la parità di genere, altruismo, sia animata da un forte senso di giustizia e non chiuda gli occhi davanti agli abusi e alle intolleranze”, beh, direi che messaggio più chiaro di così.
Quando Serena però afferma che non si ritiene un profeta, ha ragione. Simone Weil a proposito scrisse: “gli scrittori non sono professori di morale, esprimono la condizione umana”. In effetti più che contraddizione forse si tratta di eccesso di umiltà. Che di questi tempi, è un’eccezione, una grande qualità. La qualità di una ragazza dei nostri tempi.
- Carpi, inaugura la nuova sede dei Servizi Demografici
- Carpi, al via le opere di urbanizzazione fra Via Griduzza, Canalvecchio e la SP Motta
- Terre d'Argine, i sindaci in missione presso il Parlamento Europeo
- Ambiente. Evangelisti (FdI): “Stop al consumo di suolo, legge regionale fallimentare”
- UCMAN, Negro e Guicciardi (PD): "bene mozione su Agenzia per la Casa"
- Mirandola, nuova collaborazione per i ragazzi de "La Frolleria": con Dolceterra, per un "Natale ancora più buono"
- Natale, ecco il paniere 2024 dell'Associazione Nazionale Tumori
RESTO D'ITALIA E MONDO
SALUTE
ATTUALITÀ
I più letti
Most Read Posts
- Mirandola, il 53enne Vanni Vasile Oprisan trovato morto all'interno del proprio camion
- Sciopero alle scuole elementari di Massa Finalese per il cambio dei docenti, lo sfogo di una mamma: "La Preside non ci ha convocato"
- San Prospero è la capitale dell'uncinetto: realizzato un albero di Natale di circa otto metri
- Mirandola in festa sabato 16 e domenica 17 novembre con la Fiera Mercato di Francia Corta