L’economia italiana tra MES e agenzie di rating
di Andrea Lodi
Dal Global Gateway, al MES, al giudizio delle agenzie di rating. Le sfide dell’attuale Governo in un contesto politico, sociale, economico e finanziario particolarmente incerto. Con un Consiglio dei Ministri non proprio all’altezza della situazione.
L’Ue cerca di rilanciare il Global Gateway, il piano da 300 miliardi che sfida la Via della Seta cinese
L’Unione Europea torna alla carica con il suo Global Gateway, il maxi-piano da 300 miliardi di euro per il contrasto della Via della Seta cinese. La Commissione europea ha dedicato all’iniziativa un forum di due giorni a Bruxelles, con l’obiettivo di ribadire urgenza e prospettive del programma per lo sviluppo economico e politico dei paesi emergenti.
In un momento in cui si assiste ad un deterioramento dei rapporti con il sud del mondo, complice anche la guerra in Medio Oriente, la Commissione europea vuole dare slancio a un programma di investimenti per contribuire allo sviluppo economico e politico dei paesi emergenti.
Metà del pacchetto, pari a 150 miliardi di euro, è destinato ai Paesi africani. “La Ue non può permettersi di sprecare questo momento – spiega David McAllister, il presidente democristiano tedesco della commissione affari esteri del Parlamento europeo –. Il Global Gateway è rimasto troppo a lungo bloccato nelle maglie della burocrazia comunitaria”.
Ratifica del MES importante per il futuro dell’UE
L’Italia è l’unico paese dei 20 stati membri della zona euro a non avere ancora ratificato la riforma del Meccanismo europeo di stabilità (MES).
Il presidente dell’Eurogruppo, l’irlandese Paschal Donohoe, ha spiegato pubblicamente che la questione è molto sentita dai leader europei, in un contesto politico, economico e finanziario particolarmente incerto.
Il trattato che istituisce il MES è stato modificato per permettere all’istituzione di diventare il salvagente del “Fondo europeo di Risoluzione bancaria”. “È un elemento davvero importante per rafforzare l’Unione bancaria”, afferma Donohoe.
La mancata ratifica da parte del Governo Meloni è causata da un problema interno alla maggioranza di Governo. La Lega infatti ritiene, a torto o a ragione, che il nuovo trattato mini la sovranità nazionale. Finora il governo Meloni non si è sentito di chiedere al parlamento la ratifica per paura di mettere in luce profonde divisioni nella sua maggioranza.
Un problema che dovrà essere risolto al più presto, al fine di permettere al MES, strumento da sempre poco apprezzato da Matteo Salvini, di dotare il “fondo unico di risoluzione” di una ulteriore linea di finanziamento di circa 70 miliardi, oltre gli 80 già stanziati sul “fondo salva banche”.
L’andamento del PIL europeo
E’ importante che i Paesi dell’UE trovino un accordo comune su aspetti che riguardano il futuro dell’intera eurozona, al di là delle singole situazioni politiche interne. Mentre nel terzo trimestre del 2023 il PIL americano ha segnato una crescita sorprendente del 4,9% reale (al netto dell’inflazione), i Paesi dell’eurozona hanno registrato nel medesimo periodo un faticoso e pallido + 0,2%, rispetto al periodo precedente. Un segnale che le divisioni non giovano all’economia dei Paesi dell’UE.
I giudizi delle agenzie di rating
Le manovre del Governo Meloni, sempre più distanti dagli accordi tra i Paesi membri dell’UE, preoccupano le agenzie di rating.
S&P conferma il rating sull’Italia a BBB (investimento mediamente sicuro), evidenziando la sostanziale capacità del Paese di gestire il proprio debito nei confronti del mercato. Ma con qualche grado di incertezza.
Per l'agenzia di rating, la crescita economica italiana decelererà nel 2023 e nel 2024. Il consolidamento di bilancio sarà più lento del previsto.
Le risorse sono poche e l'Italia non può permettersi fughe in avanti sulla spesa proprio nell'anno in cui ritornerà il Patto di Stabilità. Il quadro generale non è né semplice, né rassicurante: due guerre in corso, l'inflazione ancora alta che costringerà a mantenere i tassi alti più a lungo, l'inverno che sta arrivando e rischia di spingere il costo dell'energia. Tutti elementi che pesano sulla crescita, e sui bilanci delle famiglie italiane.
A metà novembre arriverà il giudizio di Moody’s. Il suo attuale giudizio vede l’Italia con un rating Baa3, con prospettive negative, ovvero al limite del grado “junk”, spazzatura.
Conclusioni
E’ evidente che non solo l’Italia, ma i Paesi dell’UE si trovano a dover fronteggiare una situazione politica, economica e sociale molto difficili. Di certo per affrontare tali problemi occorrono tre elementi fondamentali: competenze, disponibilità al confronto ed alla collaborazione e visione. Proprio quello che manca all’attuale Governo, che oltre ai grandi proclami urlati in campagna elettorale, ed oltre ad un evidente fenomeno di stampo nepotistico-occupazionale, dimostra di non essere all’altezza della situazione. Dal Ministro che ritiene di pubblicizzare i nostri vini offrendoli in libagione ai nostri atleti, dalla campagna di ostracismo rivolta ad uno dei più grandi esperti egittologi del mondo che dirige il Museo Egizio di Torino, dal sottosegretario che è riuscito a declassare uno degli spazi espositivi italiani più apprezzati a livello internazionale. E fermiamoci qui.
Un problema, quello dell’incompetenza, che sta attanagliando il nostro Paese da troppo tempo. Ma a quanto pare, a noi Italiani, va bene così.
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