Servizi educativi e scolastici del Policlinico di Modena: esperienza riferimento a livello nazionale
MODENA - Un video per ricordare quale sia l’importanza della presenza di servizi educativi e scolastici all’interno di un ospedale, tema sul quale Modena e il suo Policlinico sono un punto di riferimento a livello nazionale. È quello che è stato presentato martedì 26 marzo dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, realizzato dal Servizio Comunicazione e Informazione in partnership con l’Istituto Comprensivo 6 e l’Assessorato all’Istruzione del Comune di Modena. Si tratta di un lavoro realizzato negli ultimi mesi in cui sono state osservate, con un occhio discreto a tutela dei giovani pazienti e delle loro famiglie, le attività che sono state condotte quotidianamente dalla Scuola Ospedaliera e dallo Spazio Incontro, i due presìdi che si trovano all’interno della Pediatria del Policlinico diretta dal Professor Lorenzo Iughetti.
Il racconto, di circa 11 minuti, mette al centro i momenti salienti delle giornate dei pazienti accompagnati dalle parole dei professionisti che quotidianamente, facendo rete, seguono le attività. Lo scopo è quello di aiutare bambine, bambini, ragazze e ragazzi a trovare anche in ospedale elementi di quotidianità e di una vita al di fuori del reparto, senza interrompere gli studi né il percorso di crescita, specialmente se si tratta di periodi di ricovero particolarmente duraturi. A livello aziendale, oltre ovviamente a entrare in azione il personale della Pediatria, gioca un ruolo fondamentale la psicologia ospedaliera, diretta dalla Dottoressa Paola Dondi, che cerca di intercettare, analizzare ed elaborare i bisogni dei pazienti pediatrici in modo da poterli aiutare a superare emotivamente questo periodo. Il video è stato pubblicato da questa mattina sul canale Youtube aziendale (al link https://youtu.be/BFUwtruTlVA) e, in partner, sarà poi proposto a scuole e studenti del territorio per favorire la conoscenza di quanto avviene in ospedale. Su Facebook, Instagram ed X è uscito, sempre in queste ore, un reel che riassume il video in chiave social, invitandone quindi alla sua visione integrale.
La Scuola Ospedaliera Primaria intitolata a Giacomo Grossi, indimenticato dirigente scomparso nel 2009 e particolarmente attivo nella promozione di questo servizio all’interno del Policlinico, è un progetto nazionale del Ministero dell’Istruzione rivolto ai pazienti in età pediatrica ricoverati in Ospedale: è attiva dal 1999 in convenzione tra l’Ufficio Scolastico Provinciale e il Policlinico di Modena. Il servizio Spazio Incontro del Comune di Modena è attivo ormai da 30 anni.
«Questo video - commenta il direttore generale dell’Azienda Ospedaliero - Universitaria di Modena, Claudio Vagnini – ha l’intento di valorizzare la rete di collaborazione tra l’AOU e il territorio, in particolare il Comune di Modena e l’Istituto Comprensivo 6, per aumentare il benessere dei ragazzi ricoverati nelle nostre strutture. L’umanizzazione delle cure in ambito pediatrico passa anche da determinati aspetti come quello di permettere a un bambino di poter continuare a portare avanti gli studi e i propri interessi, stimolando la sua creatività e curiosità anche in momenti particolarmente difficili della propria vita. L’Azienda deve molto a Comune e Istituto Comprensivo 6 per il pluriennale impegno a favore di questi pazienti».
«La scuola italiana è considerata come un’avanguardia per l’inclusione e il successo formativo di studentesse e studenti. - sono le parole della professoressa Patrizia Fravolini, dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo 6 di Modena - Attraverso un insieme di interventi integrati, la scuola in ospedale “Giacomo Grossi” in collaborazione con tutto il personale del Policlinico, le associazioni di volontari e le famiglie, persegue la cura e il benessere del bambino, costituisce un ponte tra la vita svolta all’esterno dell’ospedale e quella che viene realizzate all’interno. La scuola si prende cura del bambino e cerca di realizzare degli interventi che permettano alla famiglia e ai bambini stessi di poter ricostruire una prospettiva di futuro».
«Reputo molto importante che la città possa conoscere e sapere cosa avviene al settimo piano del Policlinico. - spiega Grazia Baracchi, assessora all’Istruzione, alla Formazione, allo Sport e alle Pari Opportunità del Comune di Modena - All’interno dello Spazio Incontro ogni bimba e ogni bimbo può trovare un momento per rilassarsi immergendosi in una fiaba o in attività come il gioco delle costruzioni o laboratori creativi, trovando un momento per loro stessi dimenticandosi del momento difficile che stanno attraversando. Il Comune investe in tutto questo perché parte dalla forte convinzione per cui ogni bimba o bimbo della città abbiano diritto al gioco, all’istruzione e all’educazione anche nel periodo di un ricovero. Ci crediamo talmente tanto che nei mesi più duri della pandemia Covid-19 abbiamo trovato il modo di registrare delle favole da inviare ai bimbi ricoverati, affinché potessero distrarsi un momento, immergersi nella loro fantasia e viaggiare. Medici, infermieri e tutto il personale sanitario portano avanti la cura fisica mentre noi ci occupiamo delle emozioni».
Nel video, oltre all’Assessora Baracchi e alla Professoressa Fravolini, le attività dei progetti educativi e scolastici vengono descritte anche dagli interventi del Professor Lorenzo Iughetti, dell’insegnante Ivana Carri in rappresentanza della referente del Settore Servizi Educativi del Comune di Modena Francesca Botti, dalla docente Maria Chiara Mori, in rappresentanza anche della collega Carmen Franzese, e dalla Dottoressa Marisa Pugliese, referente area psicologia clinica dello sviluppo della Psicologia Ospedaliera AOU.
«Il ricovero in ospedale può essere fonte di distress psicologico per bambine, bambini e adolescenti e nello stesso tempo di intenso bisogno di supporto emotivo. - illustra la dottoressa Marisa Pugliese - Le attività didattiche e ludico- espressive sono elementi fondamentali per lo sviluppo e il benessere psicofisico, affettivo, emotivo e relazionale. Tali attività garantiscono, anche durante il ricovero, continuità con le esperienze vissute quotidianamente nella vita delle bambine, dei bambini e degli adolescenti e permettono loro di esprimere preoccupazioni, ansie e paure. La scuola, lo spazio incontro e le attività svolte consentono di mantenere continuità progettuale e temporale, offrono occasioni di socializzazione, aiutano a superare il senso di isolamento che, spesso, le bambine, i bambini, le ragazze e i ragazzi sperimentano. Le attività didattiche e ludico-espressive sono individualizzate e pianificate con flessibilità, in gruppo multidisciplinare integrato, in relazione ai bisogni, alle condizioni cliniche e psicoemotive della bambina, del bambino e dell’adolescente. L’insegnante, pertanto, partecipa attivamente al percorso di cura. L’obiettivo comune è quello di preservare e favorire lo sviluppo, in un periodo di vulnerabilità emotiva e neurobiologica, garantendo il massimo della qualità di vita, anche in presenza di malattie ad alta complessità clinico-terapeutica. L’ospedale deve essere un luogo di tutela della salute globale di bambine, bambini e adolescenti: la scuola e lo Spazio Incontro sono, pertanto, luoghi preziosi per i minori che vivono un’esperienza di ricovero e/o di malattia».
«Noi insegnanti nella Scuola Ospedaliera svolgiamo principalmente attività educative adattate alle esigenze degli studenti ricoverati - spiega Maria Chiara Mori - attraverso lezioni individuali o di gruppo, utilizzando risorse didattiche specializzate in collaborazione e in accordo con gli insegnanti degli istituti di provenienza dei ragazzi. Ogni giorno ci confrontiamo con sfide diverse, legate alle condizioni mediche degli studenti, alle limitazioni di tempo dovute agli impegni clinici, quindi abbiamo la necessità di adattare i metodi di insegnamento alle condizioni di salute specifiche di ciascun bambino. Flessibilità e sensibilità sono cruciali per superare queste difficoltà e garantire un ambiente educativo adeguato. Organizzando attività ludiche, didattiche ed educative offriamo uno spazio di normalità, lavorando in collaborazione con le psicologhe e i medici del reparto cercando di conservare i ritmi e le dinamiche di prima nonostante le circostanze talvolta estreme in cui si trovano i nostri allievi. Altra dinamica che gestiamo è il coordinamento dei volontari nell’apertura dei nostri spazi presenti nei Poliambulatori Pediatrici in sinergia con noi insegnanti dell’Istituto Comprensivo 6 di Modena».
«Il compito di Spazio Incontro - spiega l’insegnante Ivana Carri - è quello di accogliere quotidianamente i bambini ricoverati nel reparto di Pediatria del Policlinico di Modena, in un ambiente pensato e strutturato per loro, nel quale si possono trovare a proprio agio. Per questo motivo sono molto importanti le modalità con le quali questa accoglienza avviene ogni giorno. All’interno di Spazio Incontro i bambini possono scegliere di giocare liberamente: in una situazione particolare e difficile come quella che stanno vivendo non è affatto scontato. Possono entrare in relazione con gli altri bambini, effettuando laboratori ed esperienze organizzati nei vari giorni della settimana. Tra questi troviamo la musica, le costruzioni con i mattoncini, di manipolazione di materiali plastici come la creta, o ancora piccole e curiose esperienze per ricreare un contatto con l’ambiente naturale. L’obiettivo primario è quello di permettere ai ricoverati di trascorrere un tempo buono, di distrazione, piacevolezza e relax, ma anche di divertimento e curiosità, in un momento particolarmente difficile della loro vita».
«Scuola Ospedaliera e Spazio Incontro - sono le conclusioni del professor Lorenzo Iughetti - rappresentano ambiti estremamente importanti per i pazienti pediatrici e quelli di oncoematologia pediatrica, in quella che oggi viene definita come umanizzazione delle cure. I bambini ricoverati presso la nostra struttura trovano all’interno di questi spazi momenti di vita comuni che li riportano alla vita di tutti i giorni. L’importanza delle attività che si svolgono in questi Spazi è quella di rendere la cura più umana e avere risultati migliori nella qualità di vita dei bambini accolti nei nostri reparti».
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