Il ministro Giorgetti a Mirandola con Budri, i candidati sindaci Bassoli, Cavazza e Siena: “Violazione della par condicio”
MIRANDOLA - In merito all'arrivo a Mirandola, sabato 11 maggio, del ministro dell'Economia Giorgetti, al cui evento mirandolese parteciperà anche la vicesindaca della città dei Pico, nonchè candidata sindaca per il centrodestra alle prossime elezioni amministrative, Letizia Budri, continuano le polemiche per una possibile violazione della par condicio. Di seguito, i comunicati stampa degli altri tre candidati sindaci, Carlo Bassoli (centrosinistra), Giorgio Cavazza (M5S) e Giorgio Siena (+ Mirandola):
Comunicato stampa Bassoli e Cavazza:
"Probabilmente al sindaco di Mirandola, già avvocato e giudice onorario, e al vicesindaco Letizia Budri sarà sfuggito il decreto del 10 Aprile 2024 per le elezioni amministrative dell’8 e 9 giugno. E probabilmente sarà sfuggita pure la nota dell’ANCI in materia di comunicazione politica in cui si ribadisce che “le amministrazioni devono astenersi non solo dalle manifestazioni volte ad appoggiare le liste o i candidati impegnati nel confronto elettorale (propaganda elettorale in forma diretta), ma anche da tutti gli interventi che, avendo come finalità principale la promozione dell’immagine politica o dell’attività istituzionale dell’ente, favoriscano una rappresentazione positiva o negativa di una determinata opzione elettorale (propaganda elettorale in forma mediata). Probabilmente una svista o, più probabilmente, l’ennesimo esempio di una gestione della cosa pubblica come strumento a disposizione per i propri interessi. Ci riferiamo all’evento di sabato 11 presso villa Franciosi in cui il Ministro On. Giorgetti, probabilmente ignaro del fatto che a Mirandola ci saranno le elezioni, ha accettato l’invito a incontrare “Autorità Civili e Militari, Associazioni di Categoria, Imprese del Territorio” insieme a Sindaco Avvocato e al Vicesindaco. Sottolineo probabilmente perchè se il Ministro On. Giorgetti sapesse che il Vicesindaco è anche candidato sindaco sicuramente avrebbe ben chiaro che “Le amministrazioni comunali devono limitarsi a fornire informazioni sulle modalità di esercizio del diritto – dovere di andare a votare”. E, altrettanto sicuramente, il Ministro On. Giorgetti ricorderà di aver giurato di osservare lealmente la nostra costituzione che all’art. 97 prevede anche che “I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell’amministrazione.” Ci sarebbe piaciuto pensare fosse una svista ma la nota trasmessa ieri, 8 maggio, dal Comune di Mirandola “ribadisce la natura Istituzionale dell’evento”. E’ una palese VIOLAZIONE DEL DIVIETO DI COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE PREVISTO DALL’ART. 9 DELLA LEGGE N. 28/2000. Una deliberata violazione perché la norma è chiarissima: “è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni”. Ci teniamo anche ad evidenziare che ci siamo attivati per le segnalazioni alle autorità di competenza. Ci sarebbe anche da sorridere del Ministro On. di un partito che partecipa alle elezioni europee con lo slogan MENO EUROPA che viene a parlare dei fondi europei del PNRR con una candidata LEGA attualmente vicesindaco con delega al PNRR che ha metodicamente rinunciato a importanti progetti. Ci sarebbe da sorridere ma poi passa il sorriso pensando che il Comune di Mirandola ha deciso di fare campagna elettorale per la LEGA con i soldi dei contribuenti, a meno che emerga che Villa Tagliata non costi nulla".
Comunicato stampa Siena:
"A tutti è chiaro che la presenza del ministro Giorgetti a Mirandola fa parte della campagna elettorale della Lega, a favore della candidata Letizia Budri. Se ciò avvenisse in una manifestazione della Lega sarebbe perfettamente legale come avviene a Sassuolo e a Modena. Ma se avviene sotto l’invito ufficiale del Comune e Letizia Budri interviene come vicesindaco, in tempi di PAR CONDICIO, significa che Il Comune finanzia un evento di campagna elettorale della candidata e fa propaganda di parte? Questa è la domanda e questa è la norma; la comunicazione istituzionale, nel periodo elettorale, è affidata ad una sola disposizione di legge: l’art. 9, c. 1 della legge n° 28/00 che così dispone “Dalla data di convocazione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto è FATTO DIVIETO a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma IMPERSONALE, ed INDISPENSABILE per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni”. Il divieto perentorio può essere derogato nell’ipotesi in cui l’attività di comunicazione risponda contemporaneamente a due requisiti: “impersonalità” e “indispensabilità”. Si può intendere “indispensabile” quel tipo di comunicazione che informa i cittadini, per esempio, sui termini di presentazione di una qualsivoglia domanda (la cui scadenza è da intendersi rientrante nel periodo elettorale). Tale comunicazione diventa “illegittima” se svolta in termini personalistici (ad esempio pubblicando assieme all’avviso la foto e il nome dell’Assessore competente), mentre è del tutto legittima se impostata in termini impersonali (vademecum ANCI – Elezioni 2024). E’ evidente che nella fattispecie non esiste né il requisito di “impersonalità” né di “Indispensabilità” quindi si tratta di una violazione delle legge. Il Comune quindi in presenza di un esposto risulterebbe sanzionabile. Evidente la leggerezza del Comune che ignora la norma e adotta l’escamotage dell’invito “privato” fatto salvo che la notizia è stata data a ogni livello e gira sui social come comunicazione pubblica. Al posto di Letizia Budri non vorrei essere coinvolto in una palese violazione normativa. Pensare alle norme come ostacoli da aggirare con noncuranza o con furbizia non è un bel modo per candidarsi al nobile sforzo di realizzare il bene pubblico. E non c’è conferenza, gazebo e social che possono attenuare la responsabilità di un comportamento così poco esemplare".
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