Ricostruzione post sisma, in 13 anni investiti quasi 8 miliardi di euro. Nel 2025 termina lo stato di emergenza.
A 13 anni dalle due violentissime scosse che sconvolsero l’Emilia, oggi si può confermare che la ricostruzione degli immobili privati, cioè abitazioni e attività produttiva, è ormai completata. Dopo le scosse del 20 e 29 maggio 2012 e i durissimi mesi che seguirono, i numeri ribadiscono il grande lavoro svolto, grazie un investimento complessivo pari a 8 miliardi di euro, dei quali oltre 7 dei quali già liquidati.
Un risultato raggiunto grazie all’impegno condiviso tra istituzioni, rappresentanze economiche e sociali e i cittadini. E certificato dal fatto che il 2025 sarà l’ultimo anno in cui verrà decretato lo stato d’emergenza per l’Emilia-Romagna e la Lombardia, le due regioni colpite dal terremoto del 2012 (oltre al Veneto, già uscito dal cratere).
Il prossimo 29 maggio, in occasione dell’anniversario della seconda scossa, il presidente della Regione, Michele de Pascale sarà a Concordia sulla Secchia (Mo), dove presiederà il Comitato istituzionale, con gli amministratori dei 59 comuni colpiti. Sarà presente anche l’assessore con delega alla Ricostruzione delle aree colpite dal sisma, Davide Baruffi-
“Quello di quest’anno è per me il primo anniversario che vivo nel ruolo di presidente della Regione e Commissario delegato per la ricostruzione post-sisma- commenta de Pascale-. E avverto la forte responsabilità di raccogliere l’eredità di chi, in questi anni, ha saputo trasformare una tragedia enorme in un’occasione di rinascita, facendo della ricostruzione un modello nazionale e internazionale, tanto che questo territorio oggi ha un Pil superiore a quello di 13 anni fa”.
“Quei giorni difficili ci hanno insegnato che la forza di questa comunità sta nella sua capacità di reagire insieme, di ripartire più solida e coesa- aggiunge il presidente della Regione-. Una caratteristica che abbiamo ritrovato anche dopo le drammatiche alluvioni degli ultimi due anni, eventi epocali che richiedono un nuovo approccio strutturale e condiviso, così come è accaduto dopo il terremoto del 2012, che cambiò radicalmente il nostro modo di affrontare il rischio sismico con la necessità di rendere le nostre comunità più sicure. Oggi- conclude de Pascale-, ricordare il sisma significa anche ribadire l’importanza di fare tesoro di quelle lezioni e continuare a investire su sicurezza, prevenzione e qualità dei servizi pubblici. Solo così potremo onorare davvero la memoria di chi ha sofferto e costruire una Regione ancora più forte, coesa e capace di affrontare con coraggio le sfide del futuro”.
“Quello che ci aspetta– aggiunge Baruffi- è un lavoro di accompagnamento verso il ritorno alla completa normalità: un percorso che la nostra Regione ha contribuito a definire e che potrà costituirà una sperimentazione a livello nazionale. Sarà compito di questa legislatura dare piena efficacia alla nuova fase, mettendo al centro politiche che valorizzino l’intero sistema territoriale. A partire dal completamento dei cantieri pubblici e dalla valorizzazione delle strutture pubbliche, rinnovate e rifunzionalizzate, che rappresentano oggi un patrimonio di dotazioni territoriali più sicure, efficienti e sostenibili, in grado di generare nuove competitività e opportunità”.
I numeri della ricostruzione
Circa 20mila abitazioni sono state ripristinate e 28mila persone rientrate nelle proprie case; 570 scuole ripristinate o ricostruite ex novo senza che sia mai stata persa un’ora di lezione. Oltre 6.800 piccole attività commerciali, artigiane e dei servizi sono state rese di nuovo agibili, 3.359 aziende industriali e agricole ristrutturate e altre 2.155 imprese hanno messo in sicurezza i propri stabilimenti o spazi di produzione. Sono quasi 10.000 gli interventi della ricostruzione di edifici privati a prevalente utilizzo abitativo e si attesta a circa 3,2 miliardi di euro l’ammontare dei contributi concessi per la loro realizzazione. A oggi, la quasi totalità dei cantieri risulta conclusa o prossima alla conclusione: gli interventi ammessi a contributo ma non ancora completati sono il 5% del totale.
Circa 1.200 interventi già conclusi e un nuovo bando in corso, per i centri storici, per la riqualificazione o nuove aperture di botteghe, uffici, attività artigianali e professionali. Delle 441 chiese (479 interventi) inserite nel Programma opere pubbliche e beni culturali ne furono chiuse perché inagibili 321, lasciandone completamente o parzialmente aperte 120.
Intanto, proseguono i lavori per completare la realizzazione del Piano delle opere pubbliche e dei beni culturali, condiviso con Soprintendenze e autorità ecclesiastiche, più complessa anche per i vincoli storici e architettonici esistenti.
Nelle prossime settimane, per consolidare l’accelerazione della ricostruzione pubblica, facendo fronte al caro materiali e rispondendo alle esigenze di liquidità dei cantieri in corso affinché non si fermino, il Commissario metterà in campo risorse per circa 10 milioni di euro.
Una stessa misura per fare fronte all’aumento dei prezzi delle materie prime era stata adottata anche nel 2023: uno stanziamento aggiuntivo di 10 milioni di euro per la ricostruzione pubblica che nel corso del 2024 ha permesso di sbloccare cantieri e lavori per oltre 130 milioni di euro.
L’Emilia, 13 anni dopo
Le scosse
Il sisma colpì quattro province emiliane, Modena, Reggio Emilia, Bologna, Ferrara, insieme a quelle
di Mantova e Rovigo causando 28 decessi, 300 feriti, 45 mila sfollati e danni per 12,2 miliardi di euro.
Un ‘cratere’ iniziale che contava 59 comuni, oggi ristretto a 15: in 45 centri la ricostruzione è
terminata, mentre nei rimanenti è in chiusura ma servono ancora procedure e risorse specifiche,
soprattutto per la parte sottoposta a vincoli architettonici.
Abitazioni
Sono quasi 10.000 gli interventi della ricostruzione di edifici privati a prevalente utilizzo abitativo e
si attesta a circa 3,2 miliardi di euro l’ammontare dei contributi concessi per la loro realizzazione.
Attività produttive
Risultano ad oggi in corso meno di 100 cantieri su un totale di oltre 3.300 che sono oggetto di
contributo, per un impegno complessivo di circa 1,8 miliardi di euro.
Opere pubbliche e dei beni culturali
Le risorse totali stanziate, comprensive dei cofinanziamenti disponibili, ammontano a 1 miliardo 579
milioni di euro. In totale, gli interventi del Programma delle Opere pubbliche e dei beni culturali sono
1.729, di cui 1.656 con copertura completa dell’intervento. Sono 776 i cantieri conclusi, 444 quelli in
corso.
Centri storici
Per la riqualificazione dei centri storici ricompresi nel perimetro del ‘cratere ristretto’, in aggiunta a
18 milioni di euro erogati dalla Regione nel 2015 attraverso il Programma speciale d’Area, sono
assegnati agli Enti locali 30 milioni di euro per la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria.
Sono stati attuati sette bandi successivi per la rivitalizzazione dei centri storici, che hanno finanziato
985 concessioni per un importo di circa 50 milioni di euro; nel 2024 è stato presentato un ulteriore
bando, approvato con Ordinanza 5/2024, la cui attuazione è tuttora in corso, con il quale sono state
finanziate ulteriori 121 iniziative per circa 6,4 milioni di euro.
Edifici religiosi
Dopo il sisma, di 495 chiese danneggiate ben 325 risultavano inagibili. A oggi sono state stanziate
risorse per 382 milioni di euro su 478 edifici (fondi del commissario e cofinanziamenti). Già poche
settimane dopo le scosse alle chiese locali vennero realizzati anche 15 edifici provvisori, per una
spesa di quasi 6,3 milioni di euro. A oggi sono quasi 400 le chiese già recuperate e riaperte al culto.
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