Ospedale di Mirandola di primo livello? Per Noi Sanfeliciani la strada è ancora lunga
Ospedale di Mirandola di primo livello? Per Noi Sanfeliciani la strada è ancora lunga. Da San Felice sul Panaro il centrodestra replica così alle parole del democrat Paolo Negro che aveva salutato con soddisfazione l'atto votato dalla Conferenza Territoriale Socio Sanitaria che pone al pari livello gli ospedali di Carpi e di Mirandola.
Ospedale: Missione compiuta? Non ancora caro Paolo Negro. Lo sarà solo quando dalle promesse si passerà, finalmente, ai fatti. E l’ospedale Santa Maria Bianca di Mirandola diventerà a tutti gli effetti una struttura sanitaria di pari livello con il nosocomio di Carpi, con primariati veri, più servizi diagnostici, più strumentazioni all’avanguardia, organici completi e qualificati e una programmazione pluriennale certa di tutte le attività.
Viste le tante esperienze negative del passato, è forse un po’ presto quindi per cantare vittoria. Certo, il documento sulle “Azioni per il potenziamento del sistema socio- sanitario nella provincia di Modena alla luce dell’emergenza Covid- 19”, approvato lo scorso 22 luglio dalla Conferenza territoriale, sociale e sanitaria (Ctss) modenese, su proposta del presidente Gian Carlo Muzzarelli ha indicato gli ospedali di Mirandola e Carpi, quali strutture sanitarie di pari livello. Un’affermazione “pesante” che la Regione Emilia-Romagna dovrà però riempire di contenuti e far passare dall’empireo dei buoni propositi alla realtà quotidiana. Noi non scordiamo che il Pd dell’Area Nord ha contribuito a smantellare la sanità del nostro territorio, permettendo che fosse gradualmente svuotato di servizi l’ospedale Santa Maria Bianca di Mirandola. Un po’ la cronaca di una morte annunciata, con primariati che “saltavano”, funzioni che svanivano e un ridimensionamento generale della struttura e dei suoi organici. A sostenere per anni il nosocomio mirandolese è stato il volontariato locale che, con le sue generose donazioni di apparecchiature e macchinari all’avanguardia, ha consentire al Santa Maria Bianca di “resistere”, grazie anche alla grande professionalità di medici e infermieri che ci lavorano. Inevitabilmente, però, questo graduale e soffocante depotenziamento ha costretto tanti cittadini del nostro territorio alla migrazione sanitaria, ovvero a cercare in regioni limitrofe quei servizi cancellati dall’ospedale di Mirandola e che prima erano dietro casa, con un conto salato per la sanità nostrana. Il Covid- 19, però, è stato una lezione per tutti: ci ha mostrato, se mai ce ne fosse stato bisogno, che la sanità non è una spesa ma un investimento. Oggi più che mai quindi, c’è la necessità di avere a Mirandola un ospedale completo, in grado di offrire una gamma significativa di risposte ai cittadini, con più primariati, più medici, più personale sanitario, potenziandone le eccellenze e recuperando quello che si è perso nel corso degli anni. Riteniamo che tutto il nostro territorio, unito, debba lavorare per far sì che l’ospedale di Mirandola diventi di primo livello, come quello di Carpi e come indicato dalla Conferenza territoriale, sociale e sanitaria modenese. Noi ci impegneremo con tutte le nostre forze perché queste promesse non rimangano, come già accaduto in passato, lettera morta e lavoreremo per favorire il potenziamento dell’ospedale di Mirandola, sul quale bisogna investire perché così si tutela la salute dei cittadini dell’Area Nord. Vanno benissimo l’assistenza socio sanitaria, gli Osco, le case della salute che però sono un servizio ulteriore da offrire al territorio, strutture però che debbono affiancare e integrare un ospedale moderno, efficiente e completo, con tutti i servizi che la nostra comunità merita. Solo allora, caro Negro, potremo dire missione compiuta. Gruppo Consiliare Noi SanFeliciani
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