Alice Nanetti, la campionessa di apnea che viene da Bastiglia
di Simone Guandalini
BASTIGLIA - Alice Nanetti è sicura di sè, conscia delle difficoltà e dei sacrifici che la strada che ha deciso di intraprendere le riserverà e le richiederà. Nonostante le difficoltà che anche il mondo dell'apnea ha dovuto fronteggiare in questo 2020 segnato dalla pandemia da Covid-19, ha ben chiari in mente i propri obiettivi e farà di tutto per raggiungerli. Del resto, la giovane promessa dell'apnea italiana, originaria di Bastiglia, ad appena 18 anni ha già raggiunto traguardi importanti a livello nazionale. Due anni fa, infatti, poco dopo il primo approccio con il mondo dell'apnea, all'esordio assoluto ai Campionati Italiani è arrivata settima, mentre nel 2019 ha vinto l'oro ai Campionati Outdoor nella categoria Free Immersion.
Alice, sei soddisfatta dei risultati che hai ottenuto a livello nazionale negli ultimi anni?
I risultati che ho ottenuto a livello nazionale sono stati abbastanza soddisfacenti, però c'è ancora tanto su cui lavorare e non vedo l'ora di farlo. Sicuramente, però, è stato molto divertente trascorrere del tempo insieme a persone che amano questo sport.
Come è stato questo 2020 dal punto di vista sportivo? Anche l'apnea, come altre discipline, ha dovuto fermarsi a causa della pandemia, oppure hai potuto continuare ad allenarti?
L'ultima stagione sportiva è stata particolarmente difficile, per me come per tutti gli atleti. A marzo c'è stato il lockdown quando eravamo nel bel mezzo della preparazione, nel momento cruciale, il più importante. Comunque, mi sono continuata ad allenare a casa, a corpo libero e facendo allenamenti di apnea a secco.
Quali motivazioni ti hanno spinto a praticare una disciplina poco conosciuta come l'apnea? Hai mai praticato altri sport?
Prima di fare apnea, giocavo a pallavolo, fino a tre anni fa. Attualmente non penso che praticherò altri sport, se non quelli inerenti alla mia preparazione, come nuoto pinnato e crossfit. Ho cambiato sport perchè l'apnea mi dà sensazioni che la pallavolo non mi dava e che mi piacciono molto. Una tra queste è la tranquillità sott'acqua, senza respirare. Questa tranquillità la perdo molto difficilmente, sia in allenamento che in gara.
Qualcuno ti ha aiutata nella scelta di questa disciplina? Hai qualche idolo nel mondo dell'apnea?
Sicuramente, prima di tutto sono stati i miei genitori ad aiutarmi ad intraprendere questo percorso. Soprattutto mia mamma, facendomi fare lo stage con Umberto Pellizzari, senza il quale non avrei continuato. Tra i miei idoli c'è sicuramente lui e poi la nostra Alessia Zecchini, campionessa italiana e mondiale. Per quanto riguarda il rapporto con altri atleti apneisti, invece, purtroppo in Italia non ci sono tanti ragazzi che fanno apnea. Però, con quelli che ho conosciuto c'è un bel rapporto, soprattutto in estate quando ci troviamo per allenarci.
Parlando, invece, della preparazione necessaria per ottenere risultati quali quelli che tu hai raggiunto, come ti organizzi? L'allenamento richiede molti sacrifici?
Sì, l'allenamento richiede sacrificio e, secondo me, deve richiedere sacrificio, nell'apnea, come in qualsiasi altro sport. La mia preparazione è divisa in due parti: da ottobre a giugno mi alleno in piscina e in palestra, con allenamenti di nuoto pinnato, apnea e forza, mentre da giugno a settembre passo qualche settimana tra Sardegna, Isola d'Elba e Isola di Capraia, dove mi alleno per le gare in mare.
Per finire, che obiettivi hai per il futuro in ambito sportivo?
I miei obiettivi sono belli tosti da raggiungere, però ci si prova. Speriamo di fare un'altra intervista nel caso in cui sia riuscita a raggiungerli.
Guarda la video intervista di Simone Guandalini ad Alice Nanetti
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