Concordia, lo sfogo dell’assessora Menozzi sulla chiusura delle scuole
CONCORDIA - L'assessora con deleghe alla Scuola, ai Servizi per l'infanzia e a Cultura e Comunicazione del Comune di Concordia, Marika Menozzi, attraverso un post sul proprio profilo Facebook, interviene sul tema della chiusura delle scuole, manifestando il proprio disaccordo sulla ripresa della didattica a distanza e chiedendo alle istituzioni regionali e nazionali di fornire una prospettiva di fronte ai sacrifici che, ancora una volta, si stanno chiedendo a bambini e ragazzi. Di seguito, il contenuto integrale del post, che si inserisce nel quadro di quello che sembra un generale malumore da parte delle amministrazioni comunali dei Comuni della Bassa, dopo le esternazioni dei giorni scorsi dell'assessore di Ravarino Patrizio Piga e del sindaco di Medolla, Alberto Calciolari:
"A distanza di un anno dal primo lockdown, questo silenzio oggi fa rumore. Non c’è più il silenzio ovattato dalla paura, dall’ansia, dalle incognite di un virus sconosciuto. Oggi questo silenzio suona forte come un urlo di rabbia, come le lacrime di frustrazione e di delusione. Dopo 12 mesi, l’unica strategia non può essere la chiusura delle scuole. E' quello che mi dicono molti genitori. E' quello che penso anche io. E lo so bene che "chiudere" non è il verbo giusto, perché la scuola va avanti, non si è mai fermata, gli insegnanti, gli educatori, i dirigenti scolastici lavorano per sostenere i loro studenti e per portare avanti la didattica, con sforzi immensi. Lo so che siamo in pandemia, che stiamo tutti facendo grandi sacrifici, che gli operatori sanitari sono nuovamente sotto pressione. Ma va tracciata una prospettiva agli 8 milioni di studenti italiani, così come vanno date risposte alle famiglie. Gli effetti sulla salute psico-fisica di bambini e ragazzi sono già ben visibili, a un anno dall’inizio della pandemia. Senza trascurare l’aspetto didattico e formativo, che ha le sue criticità. Non possiamo permetterci ulteriori proroghe sulla chiusura delle scuole. Sembra che niente sia cambiato e questo pesa immensamente sulle spalle di tutti. Bambini, ragazzi, insegnanti, famiglie, amministratori. Credo che la scuola dovrebbe rimanere aperta fino a quando le condizioni non ne rendano davvero indispensabile la chiusura. Quindi, se si chiude la scuola è perché si è chiuso anche tutto il resto. La scuola dovrebbe essere l’ultima a chiudere. Invece, gradualmente, in questi giorni, sta chiudendo in tutta Italia. Diteci che davvero le scuole riapriranno tra 15 giorni. Oppure, se vogliamo evitare che i giorni di sospensione delle lezioni in presenza vengano prorogati, diteci cosa dobbiamo fare. Noi amministratori locali siamo pronti. Abbiamo lavorato per tutta la primavera e per tutta l’estate, insieme ai Dirigenti, per riaprire le scuole a settembre, garantire i servizi di frequenza scolastica, il sostegno alla disabilità, adattando spazi, acquistando arredi, lavorando sul distanziamento, misurando al millimetro le aule, delimitando le aree cortilive, rimodulando i viaggi degli scuolabus, cambiando il servizio dei pasti. C’erano delle indicazioni, forse non sufficienti, ma c’era una strategia per la riapertura. Dateci ora una prospettiva e una nuova strategia. Diteci cosa dobbiamo fare per far tornare gli studenti a scuola e i bambini nei servizi educativi. Dopo un anno, dobbiamo essere in grado di coniugare il diritto alla salute a quello dell'educazione e dell’istruzione".
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