Modena zona rossa, il j’accuse degli amministratori Pd: “Noi ignorati, c’è pressappochismo e solo belle parole”
RAVARINO - "Noi ignorati, c'è pressappochismo e solo belle parole". Emerge sui social l'amarezza di assessori e sindaci democrat per come è stata gestita la comunicazione dell'ingresso in zona rossa e la scelta di chiudere le scuole. I "piani alti" della Regione a guida Bonaccini sembrano essersi dimenticati di chi è sul territorio. Dure le proteste dalla base del Pd, anche nella Bassa.
Scrive ad esempio Patrizio Piga, assessore di centrosinistra con deleghe alla Pubblica istruzione, alle Politiche per l'infanzia e a Innovazione e Comunicazione del Comune di Ravarino, si è sfogato, attraverso un post su Facebook, riguardo alla poca chiarezza sulla gestione dell'ingresso della provincia di Modena in zona rossa a partire da giovedì 4 marzo. Di seguito, il contenuto del suo post:
"E' stata l’ennesima giornata impiegata a far fronte al groviglio di informazioni contraddittorie e confuse che provenivano dai vari pulpiti. La cosa odiosa è proprio quella di dare notizie, alle persone che chiedono chiarimenti, ed essere smentiti dopo poco. Nonostante abbia segnalato le varie incongruenze, le risposte dagli alti livelli della politica non arrivavano. Siamo stati costretti ad apprendere da giornalisti per mezzo di post, le varie contraddizioni raccontate da questo o da quel rappresentante, rimanendo noi amministratori all’ultimo posto. Peccato però che non comprendano che siamo al primo posto quando dobbiamo dare le risposte ai cittadini e prenderci le responsabilità. Sono davvero stufo di questo pressappochismo, tante belle parole ma quando si tratta di fare....Giudicate voi".Piga non è, però, l'unico, tra le persone con ruoli di responsabilità nelle amministrazioni locali della provincia di Modena, a esprimere perplessità riguardo alle modalità con cui la zona rossa è stata decretata fino al 21 marzo. Anche il sindaco di Medolla, Alberto Calciolari, dipendente regionale, infatti, ha pubblicato un post sul proprio profilo Facebook in cui evidenzia come i dati in materia di Covid a Medolla in questi giorni siano migliori rispetto a quelli di inizio febbraio ed esprime amarezza per la chiusura delle scuole:
"Ancora una volta, come un anno fa, un provvedimento di chiusura delle scuole colpisce le nostre comunità. E, con esso, forti limitazioni alla circolazione delle persone e alla funzionalità delle attività commerciali e della ristorazione. Questo duro provvedimento viene adottato in un momento nel quale a Medolla la forza del Covid non è all’apice (ad oggi si registrano 49 isolamenti per contatti; 22 persone affette in cura al domicilio; 3 persone affette in cura in ospedale). I dati odierni sono molto inferiori a quelli di un mese fa, ma questo virus ci ha abituato a continue ed imprevedibili modifiche della propria forza: ritorni di fiamma di una malattia insidiosa, che sta attaccando pesantemente, tra le altre, le provincie di Modena e di Bologna, di fronte alla quale, tuttavia, ora abbiamo due armi: oltre alla prevenzione, da due mesi ci sono i vaccini. Abbiamo assistito nelle scorse settimane all’apertura del punto di vaccinazione di Mirandola: efficiente, ben organizzato, funzionale. Un esempio di buon funzionamento della sanità pubblica di questa regione. Ma la diffusione del virus è più veloce dei nostri pensieri, della nostra capacità di acquisire i vaccini e di vaccinare le persone. E ancora una volta ci viene chiesta una prova. Tra le altre cose dobbiamo alleggerire la pressione reale o potenziale sugli ospedali delle nostre province: non possiamo permetterci il collasso delle nostre strutture sanitarie. Perché la lotta al Covid si vince anche così. Ho ancora negli occhi l’amarezza di alcune insegnanti che ho incontrato oggi alla fine delle lezioni. Mi chiedevano rassicurazioni sulla brevità della chiusura delle scuole. Rassicurazioni che non potevo dare, ma solo auspicare. E non potevo che condividere questa amarezza: la scuola è una delle più importanti istituzioni della nostra società perché è il luogo dove si costruiscono le coscienze delle nuove generazioni e dove si edificano i cittadini del futuro. Questo sacrificio, ora richiesto, non andrà perso".
Scontento lo esprime anche il sindaco di Modena, Giancarlo Muzzarelli
Il Governo Draghi era partito dicendo che la scuola era l’assoluta priorità e si era dato l'obiettivo di salvaguardare e ampliare la didattica in presenza.Purtroppo il primo provvedimento concreto del nuovo Esecutivo è in contraddizione.Il DPCM di ieri, infatti, mentre conferma l'impostazione delle 'zone a colori' dell'esecutivo Conte Bis, aggiunge una stretta forte sulle scuole e sui servizi educativi “0-6 anni”, prevedendo tra l’altro la chiusura di tutti questi servizi in zona rossa (il precedente DPCM prevedeva didattica in presenza sino alla prima media compresa).Sia chiaro: vedo i dati sui contagi dei giovani e mi preoccupo, con la variante inglese ora prevalente.Ma rimango convinto che, rispettando le regole ed i protocolli (un grande grazie a maestre, maestri, docenti, personale Ata), la scuola continui ad essere un luogo sicuro per i nostri figli e nipoti; un luogo di formazione, civiltà e democrazia che deve rimanere aperto il più possibile.La mia opinione sulla scuola è dunque diversa rispetto a quanto scritto nel DPCM e l'ho ribadita negli incontri istituzionali di questi giorni.
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