Mirandola. Truffa Cassa di Risparmio, un testimone al processo: “A Belluzzi erano permesse strategie che noi non avremmo potuto approcciare”
MIRANDOLA- Una gestione piuttosto “indipendente” dei soldi della Fondazione e un’ampia credibilità, anche all’interno del Consiglio, che gli permetteva “mosse azzardate”: è questo l’identikit che uno dei consiglieri ha fatto in tribunale dell’ex presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola Giovanni Belluzzi. Accusato e finito a processo per truffa, riciclaggio e autoriciclaggio.
Una gestione prudente, quella da sempre condotta dalla Fondazione, in un certo senso stravolta- secondo il testimone- dalle promesse audaci di Belluzzi: che arrivava a garantire rendimenti anche del 5 e 8 % in poco tempo.
Decisioni azzardate quelle che l’ex presidente avrebbe intrapreso- come la scelta di investire in azioni della Cpl e la “questione diamanti”- che venivano viste con scetticismo dal Consiglio ma che, di fatto, non venivano sempre ostacolate.
“Ricordo che inizialmente Belluzzi voleva effettuare un investimento milionario in oro, un prodotto che non rientra nei piani su cui possono investire le Fondazioni come la nostra e infatti venne bocciato”- ha raccontato il consigliere ai giudici Ester Russo, Danilo De Padua e Donatella Pianezzi.
Servirà ancora del tempo per ricostruire in tribunale cosa sia successo ai milioni spariti alla Fondazione Cassa di Risparmio: nel frattempo il processo va avanti e i testimoni continueranno ad avvicendarsi in tribunale.
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