Discarica Finale Emilia, l’Assemblea popolare: “Fare chiarezza sull’operato di Arpae”
"Chiediamo alla Magistratura di fare chiarezza sull’operato di Arpae. Come esponenti della Assemblea popolare di Finale Emilia abbiamo presentato alla Procura di Modena un esposto su quanto dichiarato da Arpae in merito alla contaminazione delle acque al di sotto delle due discariche: "le evidenze consentono di poter escludere la contaminazione delle acque sotterranee riconducibile a perdite di percolato delle discariche”.
Dopo anni di analisi delle acque che accertavano una contaminazione in corso adesso Arpae vorrebbe farci credere che l’inquinamento non è causa loro, delle discariche, e che quindi si può procedere con la realizzazione della nuova, la terza, che Arpae (cioè lei stessa) ha autorizzato. Nel 2015 venne fatto uno studio specifico per stabilire se gli inquinanti nelle acque sotto la discarica (perché gli inquinanti ci sono e sono riconosciuti) fossero nocivi anche per la salute: una cosiddetta Analisi di rischio sito specifica. L’esito fu: “I risultati della quantificazione del Rischio per la salute umana di secondo livello evidenziano valori del rischio cancerogeno e del pericolo tossico superiori ai valori soglia degli standard internazionali ed ai limiti di legge vigenti, per quanto applicabili in corrispondenza dei punti di esposizione POE localizzati esternamente, internamente ed al confine del sito oggetto di studio”.
Tutta l’area attorno alla discarica era ed è ancora contaminata; nessun intervento di bonifica, come prescrive la legge in questi casi, fu messo in atto, si è anzi continuato ad autorizzare lo smaltimento dei rifiuti come se nulla fosse. Adesso Arpae, evidentemente alle strette anche perché alcuni di loro sono finiti sotto processo, ha fatto uno studio per decidere se la contaminazione c’è (come se non lo sapesse) o meno, e se quindi sia legittimo o meno procedere con la nuova discarica da lei stessa autorizzata. Il risultato era talmente scontato che ci si poteva risparmiare tempo e soldi. Sì, dice, gli inquinanti ci sono, ma sono dovuti alle torbe (sono valori naturali di fondo) o sono, gli altri, dovuti ai concimi che mettono gli agricoltori, non mai alle due discariche.
Uno studio, e soprattutto le sue conclusioni, che noi, cittadini di Finale, contestiamo nel metodo e nel merito. L’Università di Modena aveva dato chiare indicazioni tecniche sul come scoprire se sotto le discariche fuoriuscisse il percolato, come più evidenze dimostrerebbero e come si suppone; Arpae si è ben guardata dal metterle in pratica. Ci dovremmo accontentare della parola di Arpae, in sfacciato conflitto di interesse; non ci accontentiamo: gli asini non volano. Abbiamo chiesto alla Procura di aprire un nuovo filone di indagine, di incaricare un Consulente tecnico indipendente, di rimettere sotto sequestro la discarica e di sospendere l’autorizzazione. Quell’area deve essere bonificata e messa in sicurezza, a tutela della salute umana e dell’ambiente".
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