Carpi, alle scuole “Focherini” tolti i crocifissi dalle aule: è polemica
CARPI - Fa discutere, a Carpi, la scelta della dirigente scolastica delle scuole "Focherini" di far rimuovere, approfittando dei necessari lavori di tinteggiatura delle aule svoltisi prima dell'inizio del nuovo anno scolastico, i crocifissi dalle classi dell'edificio scolastico. Il caso è scoppiato quando alcuni insegnanti, accortisi della mancanza dei crocifissi nelle classi senza esserne stati informati dalla preside, hanno inviato una lettera alla dirigente scolastica per denunciare quanto avvenuto, “sia per il valore simbolico (del crocifisso) – si legge nella lettera - sia perché la rimozione non trova riscontro in nessuna normativa scolastica".
Sul caso è intervenuto con una nota stampa anche il senatore di Fratelli d'Italia e coordinatore del partito in Emilia-Romagna Michele Barcaiuolo:
"La scelta della Preside dell’istituto comprensivo Focherini di Carpi è contro ogni ragionevole logica e, infatti, lo stesso corpo docente ha espresso le proprie preoccupazioni e perplessità davanti ad una tale scelta. Perplessità che mi sento di condividere e che infatti porterò a conoscenza del Ministro dell’Istruzione Valditara: il crocifisso non è un elemento di arredo, avere il crocifisso nelle nostre aule scolastiche non vuole dire imporre un credo ma essere orgogliosi dei valori che hanno fondato la nostra civiltà. Cosa ben più grave, la dirigente scolastica con la sua decisione unilaterale va pure contro la legge: il 10 settembre del 2021 una sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione ha stabilito che, pur non essendo obbligatoria, l’affissione del crocifisso non può essere ritenuta atto discriminato nei confronti di chi non la condivide. Soprattutto se si pensa che il complesso è intitolato a Odoardo Focherini, un carpigiano che, con l'aiuto del sacerdote Dante Sala, salvò 105 ebrei dalla deportazione nei campi di sterminio, e che per questo il 13 giugno 2013 è stato beatificato dalla Chiesa cattolica. Quella di Fratelli d’Italia è sempre stata una ferma opposizione a ogni tentativo di rimuovere il crocefisso dalle nostre scuole. Non possiamo lasciare che muoiano la nostra identità e la nostra cultura in nome di un ideologico ‘Politically Correct’".
Il consigliere regionale della Lega Simone Pelloni, invece, commenta così:
"Atto irragionevole da parte della dirigente scolastica. La presenza dei crocifissi negli spazi pubblici ha una lunga tradizione nella cultura italiana e rappresenta un importante simbolo per molte persone. Riteniamo che la decisione di rimuovere i crocifissi dovrebbe essere oggetto di un ampio dibattito pubblico e di una consultazione con la comunità locale. La Lega sostiene la libertà religiosa e il rispetto delle tradizioni culturali italiane, e ritiene che la rimozione dei crocifissi debba essere basata su una decisione democratica e condivisa. Piuttosto è la dirigente che ha preso questa decisione che dovrebbe essere rimossa dall'incarico, in quanto ha agito in modo unilaterale e senza il consenso della comunità. Da sempre come Lega siamo impegnati a difendere e tutelare la libertà religiosa e i valori culturali italiani e continueremo a lavorare per garantire il rispetto di tali valori nelle istituzioni pubbliche”.
Questo, invece, il commento di Enrica Berselli, coordinatore del Circolo UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici razionalisti) di Modena:
"Il circolo dell’Unione degli Atei e degli Agnostici razionalisti (UAAR) di Modena esprime la sua profonda solidarietà alla preside Federica Ansaloni della scuola secondaria di I grado Focherini di Carpi che ha deciso di togliere dalle aule scolastiche i crocifissi. Ricordiamo che i crocefissi furono imposti nelle aule scolastiche con circolari di epoca fascista del 1924 e 1928, e trovano riferimento nel principio della religione cattolica come sola religione dello Stato, contenuto nell’art. 1 dello Statuto Albertino: principio che proprio il punto 1 del protocollo addizionale degli accordi di revisione del Concordato del 1984 considera espressamente non più in vigore. Troviamo quindi sconcertante la pretesa di alcuni genitori, e addirittura di alcuni docenti, di mantenere la presenza dei crocefissi nelle aule. Ai docenti in particolare ricordiamo che la Corte Costituzionale con la sentenza n. 203 del 12/4/1989 ha dichiarato la laicità supremo principio costituzionale e i dipendenti pubblici hanno il dovere di essere fedeli alla Costituzione della Repubblica. Non si tratta di un astratto principio teorico, ma di un vero e proprio strumento di libertà e di convivenza pacifica: dove esso è venuto a mancare, e ne abbiamo esempi anche vicino ai confini nazionali, si sono creati veri e propri disastri. Infatti la difesa della laicità (a scuola, come in ogni altro spazio pubblico), non è, come alcuni vorrebbero, un ossequio al desiderio di alcuni immigrati seguaci d'altre religioni. Se è vero che tanti italiani legittimamente professano il cristianesimo, è altrettanto vero che tantissimi altri sono atei (o comunque non credenti), oppure islamici, ebrei, ecc… Addirittura ci sono cristiani che considerano poco rispettoso, se non blasfemo, esporre il crocefisso fuori dai luoghi di culto, in contesti non adatti per quel simbolo per loro prezioso. A chi ci chiede, e spesso accade, che fastidio possa darci un simbolo sul muro, rivolgiamo la medesima domanda: se un giorno i vostri figli dovessero sottostare ad un simbolo di un'altra religione, mettiamo la mezzaluna islamica, come vi sentirete, come reagireste? Così sembrando paradossale senza esserlo, il divieto d'esposizione non è una limitazione dei diritti dei cattolici, ma una difesa della loro, come della nostra libertà, poiché la laicità è appunto strumento di difesa per tutti. Ben venga quindi l'iniziativa di questa coraggiosa preside, e che sia d'esempio per tanti che, magari per quieto vivere, non osano applicare con tanta fermezza i valori costituzionali".
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