Lei aspetta il secondo figlio, lui non la vuole più e la picchia. Eortè di Soliera racconta le storie delle donne vittime di violenza
SOLIERA – Jasmine (nome di fantasia) è una donna tunisina di 32 anni che qualche anno fa arriva in Italia fa per ricongiungersi al marito. Ha un bambino di due anni ed è incinta del secondo. Il marito, però, non la vuole con sé e inizia a picchiarla. Intervengono i servizi sociali, Jasmine e il suo bambino vengono collocati in una struttura protetta, dove lei partorisce il secondo figlio (è una bambina).
La storia di Jasmine è raccontata in “Libere di essere…”, iniziativa che promuove il 5xmille per la Casa del Glicine, luogo di accoglienza per donne e madri che hanno bisogno di un sostegno temporaneo in un contesto tutelato. Si tratta di un progetto della cooperativa sociale Eortè di Soliera (aderente a Confcooperative Modena), impegnata da anni ad aiutare donne fragili e maltrattate.
«Raccontiamo le storie delle donne e mamme che negli anni hanno attraversato il percorso di aiuto e accoglienza dell’associazione Venite alla Festa – spiega il presidente di Eortè Federico Tusberti – Anche la Casa del Glicine, gestita dalla nostra cooperativa, fa parte di questo percorso e ha accolto nel tempo diverse delle donne di cui leggerete in queste storie. Sono donne che hanno subito violenza o si sono trovate in emergenza abitativa. Nei racconti i riferimenti biografici e quelli relativi alle strutture di accoglienza sono stati modificati, al fine di tutelare la privacy e sicurezza delle donne di cui parliamo. Ogni racconto è accompagnato da un disegno realizzato da artiste provenienti da tutta Italia che ci hanno donato gratuitamente l’uso delle loro opere, alcune create appositamente per questa iniziativa».
La Casa del Glicine è una struttura ad alta autonomia presente nel territorio dell’Unione delle Terre d’Argine dal 2010. Fino a oggi la casa ha dato ospitalità a più di trenta nuclei familiari, in collaborazione con i servizi sociali.
«Il nostro è un lavoro di accoglienza complesso, mirante a far sì che le donne ospitate prendano coscienza del loro ruolo di genitore, possano consolidare l’autostima, giungano all’integrazione linguistica e lavorativa – aggiunge il direttore di Eortè Roberto Zanoli – L’obiettivo è aiutarle ad acquisire nuove capacità e abilità nella gestione delle loro vite.
È importante anche la tutela e cura dei figli affinché da adulti possano riprodurre un clima sereno nei loro nuclei familiari».
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