Addio alla partigiana Rina, da Cavezzo fece la Resistenza per salvare l’Italia
I segretari provinciale e cittadino del Pd modenese Davide Fava e Andrea Bortolamasi esprimono, a nome proprio e del partito, cordoglio per la scomparsa di Ibes Pioli, la partigiana Rina. Ecco il loro commento:
“Una donna forte e determinata, una donna che aveva coscienza di ciò che rappresentava nella storia della nostra comunità, una donna coraggiosa che non ha esitato a schierarsi dalla parte della democrazia e della giustizia, quando non era facile. Ibes Pioli, figlia e sorella di perseguitati politici, con un fratellino morto sotto i bombardamenti a Ferrara, divenne staffetta partigiana e partecipò attivamente alla Liberazione di Modena dalla dittatura nazi-fascista. E’ a donne e uomini come lei che dobbiamo oggi le nostre libertà e molto del nostro benessere. Anche se le costrizioni imposte dalle norme per il contrasto alla pandemia ci sembrano limitanti, solo i modenesi più anziani conoscono davvero cosa abbia voluto dire la mancanza di libertà e di democrazia. E questo grazie anche alla partigiana Rina che, anche in tempo di pace, ha continuato a scrivere, a raccontare, ad andare nelle scuole perché quello che è stato non debba ripetersi mai più”.
Anche il sindaco Gian Carlo Muzzarelli e il presidente del Consiglio comunale Fabio Poggi, salutano una donna sempre impegnata sui valori della Resistenza
“Con Ibes Pioli, la partigiana ‘Rina’, ci lascia una donna che ha sempre lottato, assieme ad altre donne e al fianco degli uomini, per i valori della libertà e della Liberazione”. Così il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli ha espresso cordoglio per la morte di Ibes Pioli, manifestando ai familiari le condoglianze a nome suo e della città, insieme con Fabio Poggi, presidente del Consiglio Comunale di Modena, che ha espresso il suo cordoglio anche a nome di tuti i gruppi consiliari.
“Ibes – ha aggiunto Muzzarelli – ha continuato fino a che ha potuto il suo infaticabile impegno nel trasmettere soprattutto alle giovani generazioni l’esperienza della Resistenza e il suo patrimonio di ideali. Iscritta all’Unione donne italiane di Modena sin dalla prima ora, lo è rimasta sempre”.
Ibes Pioli era nata a Cavezzo il 18 febbraio 1926 in una famiglia antifascista: il padre e il fratello maggiore erano perseguitati politici. Ha frequentato le scuole superiori fino alla quarta ragioneria. Durante la Resistenza operò come staffetta di collegamento tra Modena e Mirandola nelle Brigate Walter Tabacchi, Remo e Ivan con il nome di battaglia “Rina”. Organizzatrice dei Gruppi di difesa della donna nella zona sud di Modena (Paganine, Vaciglio, Cantone di Mugnano fino a Casinalbo), fece parte del Comitato provinciale dei Gruppi, occupandosi di stampa e propaganda. Fu la principale animatrice della requisizione al salumificio Frigieri di Paganine dell’8 marzo 1945, la più importante e significativa manifestazione femminile di tutta l’Emilia Romagna durante i mesi dell’occupazione.
“Se Modena perde una testimone autentica e instancabile – ha affermato Fabio Poggi – io perdo anche una maestra. Ho conosciuto e iniziato ad apprendere da Rina alle tante iniziative che abbiamo organizzato insieme alla Circoscrizione 3. Maestra di liberazione e di libertà. Non di meno di gentilezza e determinazione”.
Un altro ricordo arriva da Nazzarena Bernardi:
E’ morta La Rina. Così si faceva chiamare Ibes Pioli, con il nome che aveva assunto da staffetta partigiana.
La Rina è nata a Cavezzo nel 1926 durante la guerra di Liberazione fu una staffetta, tra Modena e la “Bassa” , per la Brigata “Remo” con il nome di battaglia “Rina” ed è stata anche componente del Comitato Provinciale dei Gruppi di Difesa della Donna. Dopo la guerra e il matrimonio ha lavorato come amministratrice di Azienda.
IO HO SEMPRE DIFESO CIO’ CHE HO AMATO!
di Ibes Pioli detta “Rina”
“Ho amato tutto ciò che mi ha aiutato a vivere: la famiglia, le amicizie, i giochi. Un po’ meno la scuola fascista. La famiglia è stata la parte più importante per le mie scelte formative e cioè per il cimento che ho avuto nelle scelte dei miei ideali. Mio padre, antifascista, ha saputo trasmettermi con comportamenti esemplificativi ciò che con ardore ha seguito nelle immense difficoltà per tutta la sua vita e cioè il riscatto dei lavoratori nelle lotte per la dignità del lavoro, la libertà e la pace come bene innegabile. Il 25 luglio 1943, con la caduta di Mussolini da capo di tutto, fu un momento di grande gioia, ma anche di grande attesa per gli sviluppi che sarebbero avvenuti. L’8 settembre 1943 con l’abbandono da parte degli alti comandi militari del nostro esercito, della marina e dell’aviazione in balia di se stessi, i giovani si sentirono traditi; molti fecero scelte coraggiose: campo di concentramento in Germania piuttosto che aderire alla repubblichina di Salò. Altri, che riuscirono a tornare a casa, si riunirono in formazioni partigiane clandestine per combattere contro i brigatisti neri al servizio dei nazisti invasori. Io mi impegnai come staffetta partigiana. La popolazione si strinse attorno ai suoi figli proteggendoli in tutti i modi, si formò così un forte schieramento di opposizione che portò alla vittoria finale.
La Liberazione portò un assetto politico e istituzionale democratico, libero finalmente. Ad oltre 60 anni della Liberazione, stanno affiorando venti di forti cambiamenti dei principi fondamentali che la nostra Costituzione garantisce per togliere quei valori di ideali di libertà, di pace e di democrazia che la Resistenza ha conquistato col sacrificio di tanti giovani martiri per un’Italia nuova.”
Perdiamo un’altra illustre testimone.
E’ stata un esempio per tutte. Non possiamo dimenticare
Che la terra le sia lieve
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