Federconsumatori ER: “Caro metano, centralini in tilt per le proteste dei consumatori”
MODENA- Tantissime le chiamate ai centralini di Federconsumatori Emilia-Romagna da parte di consumatori e consumatrici che protestano per il fortissimo aumento del metano per autotrazione.
L’Emilia-Romagna è la Regione dove sono più diffuse le autovetture a metano, circa un quarto delle 980mila complessive circolanti in Italia.
Bologna è la provincia italiana con maggiore quantità di autovetture a metano, mentre Ravenna è nei primissimi posti nella proporzione tra auto a metano e il resto del parco circolante.
Numeri importanti anche a Modena, Reggio, Forlì-Cesena e Ferrara. In questa condizione, dopo molti anni di fermo dei prezzi (anche quando il costo degli altri carburanti scendeva) arriva la stangata: in questi giorni i metanisti sono tutti attaccati alle App e ai siti che danno conto dei prezzi applicati; tutti in fila ai distributori dove i prezzi sono variati di poco, nessuno o quasi a rifornirsi dove i prezzi sono raddoppiati, come (è solo un esempio trai tanti) in un distributore della provincia reggiana, dove il costo al chilogrammo ha raggiunto i 2,266 Euro, contro i 0,99 delle settimane precedenti. Perché ancora oggi molti distributori applicano prezzi attorno ad 1/1,2 euro, mentre altri hanno raddoppiato quegli importi? Secondo le associazioni di settore non si tratta di speculazione, ma dell’effetto delle nuove forniture. Se fosse così in breve tempo tutto il settore si troverà allineato a 2/2,2 euro. Una condizione che secondo Federconsumatori potrebbe durare molto tempo, con un incerto rientro alla “normalità” e con importanti conseguenze per le tasche dei cittadini. Non solo, ci saranno ripercussioni anche sull’autotrasporto, senza dimenticare la grande quantità di mezzi di trasporto pubblici a metano in circolazione. Oltre agli effetti sui cittadini si rischia di mettere in crisi un settore che da tempo era in crescita: quello del metano da autotrazione. Un problema di prima grandezza, per il quale è difficile non pensare a speculazioni in corso, anche gravi, considerato che l’incremento del gas – per quanto rilevantissimo – non può incidere con queste modalità nel prezzo alla pompa. Per Federconsumatori deve alzarsi di molto il livello di attenzione a questo problema. Per verificare se sono in corso fenomeni speculativi è necessario che scendano in campo soggetti pubblici, come la guardia di finanza. Anche il Garante della Concorrenza e del Mercato deve interessarsi a questa situazione: prima che cessino le file davanti ai distributori più economici, perché tutti si saranno allineati in alto. Troppo in alto.
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