Restrizioni alla caccia a Castelfranco, Corti (Lega): “Sindaco dimentica l’importanza dell’esercizio venatorio”
CASTELFRANCO EMILIA - A Castelfranco Emilia, la distanza minima che i cacciatori e i loro ausiliari devono mantenere dalle strade passa dagli attuali 50 metri a 150 metri, da entrambi i lati. Lo ha stabilito una ordinanza urgente del sindaco Gargano. Di seguito il commento della Lega, nei comunicati stampa del senatore Stefano Corti e del consigliere regionale Stefano Bargi.
"Siamo di fronte a una decisione di un primo cittadino che penalizzerà ulteriormente il mondo venatorio, una categoria che continua ad essere ingiustamente criminalizzata e che viceversa ad oggi rappresenta un elemento fondamentale per il mantenimento di un sano equilibrio nella convivenza tra uomo e animali, compreso la prevenzione del rischio idraulico, tema che il sindaco Gargano ed i cittadini di Castelfranco dovrebbero conoscere" rileva Corti."Ricordiamo che l’esercizio venatorio è una pratica legale e disciplinata, più di altre materie, da specifiche disposizioni normative in materia di distanze. Non è infatti credibile, considerato anche il minimo storico di presenze che ha raggiunto il mondo venatorio in questi anni, che a Castelfranco Emilia viga un clima da far west. Se alcuni cacciatori hanno sbagliato non rispettando le normative esistenti è giusto che vengano segnalati e sanzionati dalla Polizia Provinciale, ma la suscettibilità dei cittadini alla vista di un segugio, di un fucile o al colpo di uno sparo non deve essere motivo, soprattutto per mano di un sindaco, per privare il mondo venatorio di un diritto ad una pratica lecita. Speriamo, anzi vogliamo augurarci - prosegue il senatore leghista - che in questa scelta il sindaco non sia stato spinto da personali ideologie perché se così fosse sarebbe di una gravità inaudita.La caccia non è allarme sociale, è una pratica lecita e non è tollerabile che un sindaco contribuisca ad avvallare questo messaggio! Il sindaco ha deciso di intervenire su una materia di competenza statale e regionale sottraendo di fatto il territorio di Castelfranco alla pratica venatoria, compromettendo altresì forme di caccia indispensabili come quella di selezione a caprioli e cinghiali. Forte è quindi anche la preoccupazione per il previsto blocco dei piani di abbattimento regionali agli ungulati che in pianura, territorio non vocato alla loro presenza, sono indispensabili per il contenimento delle specie anche a fini di pubblica sicurezza. Dal sindaco di Castelfranco a questo punto ci aspettiamo una ordinanza per vietare agli ungulati di attraversare la strada mettendo in pericolo la vita di automobilisti, ciclisti e pedoni. Evidentemente la sicurezza dei cittadini non rientra tra le priorità di chi governa il territorio’. Così il senatore della Lega Stefano Corti e Simona Magnani, consigliera provinciale nonché referente Emilia per il dipartimento Lega gestione faunistica.“La Giunta regionale dica se l’ordinanza urgente del sindaco di Castelfranco Emilia che impone che la distanza minima che i cacciatori e loro ausiliari devono mantenere dalle strade passa dagli attuali 50 metri a quota 150 metri, è legittima e non interferisce sugli obiettivi del Piano Faunistico Venatorio della Regione Emilia Romagna nonché con gli equilibri di rapporto territoriale pianificati" chiede, invece, il consigliere regionale della Lega, Stefano Bargi, che ha presentato un’interrogazione sul tema. "L’ordinanza in questione – ricorda l’esponente leghista - rappresenta una deroga che limita il territorio a disposizione dei cacciatori per l’esercizio dell’attività venatoria rendendo di fatto non più praticabile ogni forma di caccia a Castelfranco Emilia compreso il prelievo selettivo agli ungulati.“L’ordinanza del Comune di Castelfranco – sottolinea Bargi - è emanata come misura a contrasto dell’allarme sociale rilevato e tramutando l’eventuale infrazione per mancato rispetto delle distanze dal campo amministrativo a quello penale, intervenendo su una materia di competenza statale e regionale sottraendo di fatto il territorio di Castelfranco Emilia alla pratica venatoria, compromettendo altresì forme di caccia indispensabili come quella di selezione a caprioli e cinghiali. L’intero territorio agro-silvo pastorale del Comune di Castelfranco Emilia, al pari degli altri, ai sensi dell’art. 10 della L.157/1992 è soggetto a pianificazione faunistico-venatoria. Il Piano Faunistico venatorio Regionale 2018-2023 ubica Castelfranco Emilia all’interno del comprensorio omogeneo C1 gestito da ATC MO2. Come obiettivo gestionale, il Piano Faunistico Venatorio all’interno del comprensorio C1 prevede l’attuazione di Piani di prelievo agli ungulati non conservativi, ovvero finalizzati al raggiungimento di una densità obbiettivo Zero. C’è il rischio – anticipa Bargi – del blocco dei piani di abbattimento regionali agli ungulati che in pianura, territorio non vocato alla loro presenza, risultano indispensabili per il contenimento delle specie anche a fini di pubblica sicurezza. Ricordiamo – conclude Bargi - che l’esercizio venatorio è una pratica legale e disciplinata, più di altre materie, da specifiche disposizioni normative in materia di distanze”.
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