Giornata mondiale contro il cancro, 16mila pazienti all’anno al Centro Oncologico Modenese
Portare l’assistenza oncologica sempre più verso il paziente, nei territori dove la persona vive: questa la direzione presa, già da diversi anni, dall’Azienda Usl di Modena che conta 5 Day Hospital oncologici in provincia - nei rispettivi ospedali a Carpi, Mirandola, Vignola, Sassuolo, Pavullo - a cui si aggiunge un ambulatorio oncologico nella Casa della salute di Finale Emilia e un ambulatorio nella Casa della salute di Fanano, entrati a regime da due anni. In occasione della Giornata mondiale contro il cancro, il 4 febbraio, Ausl Modena sottolinea l’importanza dell’assistenza territoriale anche nell’oncologia, in linea con quanto indicato dalla Regione Emilia-Romagna e con il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza)
Nei Day hospital avviene la presa in carico del paziente, vengono effettuate visite diagnostiche e si possono prenotare alcuni esami. Si tratta di strutture che lavorano in rete con tutte le altre strutture oncologiche del territorio – di Azienda USL e Azienda Ospedaliero-Universitaria – in modo da inserire il paziente in un Percorso diagnostico terapeutico assistenziale che garantisce equità di accesso, l’esame di ogni caso di tumore da parte di una equipe di professionisti dedicati alle singole patologie. La filosofia che sta dietro a questa organizzazione è ‘la persona al centro’ in ogni momento del suo percorso, così come richiamano tutte le linee guida nazionali e internazionali. Nel rapporto tra ospedale e territorio hanno un ruolo significativo i medici di medicina generale e l’attività di promozione della prevenzione attraverso tre fondamentali screening: mammografia per il tumore mammario, ricerca sangue occulto nelle feci per il tumore del colon-retto, pap test/ricerca HPV per il tumore della cervice uterina. Nonostante la pandemia di Coronavirus, anche nel 2021 l’attività dei Day Hospital oncologici è stata garantita e si è registrato un aumento complessivo di nuovi casi trattati pari al 3% rispetto all’anno precedente.
“Stiamo andando sempre più verso una oncologia di prossimità, così come indica il PNRR – sottolinea Fabrizio Artioli direttore dell’Unità della struttura complessa di Medicina oncologica dell’area Nord – l’oncologia si sta spostando verso il territorio, gli oncologi saranno sempre più presenti nelle Case della salute. Autorevoli studi scientifici hanno inoltre dimostrato che la vicinanza al luogo di cura migliora la prognosi”
“I Day Hospital sono fondamentali per agevolare l’accesso dei pazienti, in particolare in un territorio vasto come quello dell’area sud della provincia che comprende sia città metropolitane sia piccoli paesi di montagna – spiega Lucia Longo, responsabile dell’Unità operativa semplice dipartimentale di oncologia area Sud – i Day hospital oncologici sono un elemento importante del rapporto sempre più stretto tra medico ospedaliero e territorio che comprende anche i medici di medicina generale e gli specialisti di cure palliative”.
Da sottolineare l’importantissimo supporto di tante associazioni di volontariato che aiutano i pazienti oncologici e le loro famiglie nell’accesso ai servizi sul territorio e ai Day Hospital oncologici: in area Nord è ormai storica la presenza di Amo e Amo 9Comuni (Associazione malati oncologic); in area Sud sono attive le associazioni Per vincere domani (Sassuolo), Io sto con voi (Vignola), e la rappresentanza di Lilt (Lega italiana per la lotta al tumore) a Pavullo.
In occasione della Giornata mondiale contro il cancro, anche gli oncologi e gli ematologi del Centro Oncologico Modenese (COM) dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena prendono la parola su prevenzione, sensibilizzazione e prospettive.
“Ogni giorno nella nostra provincia registriamo fino a 12 nuove diagnosi di tumore”, spiega il dottor Giuseppe Longo, direttore del Dipartimento ad attività̀ integrata di Oncologia ed Ematologia, “che si traducono in circa 3.000 casi di nuove diagnosi per un totale di 16mila pazienti all’anno che accedono al centro tra nuovi casi, patologie in corso di trattamento e follow up. La prevenzione è il primo e fondamentale elemento su cui giornate come questa ci aiutano a sensibilizzare la popolazione. Sarebbe auspicabile che già nelle scuole di primo e secondo grado si iniziasse a insegnare i corretti stili di vita: evitare il fumo, gli alcolici, praticare attività sportiva, evitare eccesso di grassi e zuccheri. Tutto questo potrebbe ridurre notevolmente l’incidenza di tumori”.
Iniziata nel 2008 per sensibilizzare sia l’opinione pubblica, sia i professionisti sull’approccio al cancro in maniera proattiva, la Giornata invita alla consapevolezza che tutti noi possiamo fare qualcosa, indipendentemente dal fatto che si indossi o meno un camice.
Come illustra il professor Massimo Dominici, direttore della Struttura Complessa di Oncologia dell'Azienda Ospedaliero - Universitaria di Modena, professore all'Università di Modena e Reggio Emilia e responsabile Laboratorio Terapie Cellulari, “nella giornata di oggi in particolare calchiamo l’accento su prevenzione e cure, due aspetti che stiamo portando avanti da anni sia dal punto di vista dei test genetici che possono individuare la predisposizione di un soggetto a sviluppare un tumore, sia in modalità molecolare per cui riusciamo a identificare i marcatori che possano predire la risposta ai farmaci nuovi. Ogni anno al COM contiamo 230 sperimentazioni cliniche portate avanti grazie all’interazione con medici, infermieri e data manager allo scopo di dare alternative terapeutiche ai pazienti oncologici. Questo negli ultimi due anni si è tradotto in oltre 1000 pazienti a cui vengono proposti farmaci innovativi. Confidiamo che essi includano presto anche terapie a base di cellule che è uno degli aspetti che ci distingue come Centro, come visto per la terapia sperimentale con cellule attiva per complicanze polmonari da Covid”.
Così come l’Oncologia, anche l’Ematologia svolge attività congiunte di ricerca, di assistenza e di formazione. “Il nostro impegno – specifica il professor Mario Luppi, direttore della S.C. di Ematologia e professore all’Università di Modena e Reggio – consiste nel caratterizzare il profilo preciso di una malattia ematologica dal punto di vista della morfologia, della biologia molecolare, della citogenetica, della citofluorimetria, in collaborazione con il Dipartimento Interaziendale dei Laboratori, diretto dal dr Tommaso Trenti. Sulla base del profilo biologico delle malattie, siamo così in grado di offrire terapie individualizzate, sperimentali o standard, ovvero farmaci che riconoscano alterazioni molecolari e immunologiche a tutti i pazienti. Senza dimenticare le terapie di tipo trapiantologico di cellule staminali emopoietiche e terapie cellulari. L’equità delle terapie viene offerta grazie alla collaborazione in rete con centri nazionali e internazionali. Un ulteriore elemento di forza riguarda un filone di ricerca altamente interdisciplinare, alla confluenza tra scienze mediche, del linguaggio e cognitive, in collaborazione con il Magnifico Rettore UNIMORE, Prof. C.A. Porro, volto a incoraggiare e migliorare l’evoluzione della comunicazione di verità di diagnosi e prognosi, nella relazione medico-infermiere-paziente-familiare, studiando il significato affettivo e semantico delle parole associate alla sofferenza, alla paura ma anche alla fiducia, alla speranza, ed alla prospettiva, nei pazienti e nei loro familiari”.
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