Nutrie, istrici e tassi bucano gli argini di Secchia e Panaro. Saranno catturati e deportati
Nutrie, istrici e tassi bucano gli argini di Secchia e Panaro. Saranno catturati e deportati. E' il piano della Regione Emilia-Romagna che sta predisponendo trappole a cassetta lungo entrami i fiumi modenesi ei canali.
Oggi le stime della tane arginali modenesi parla di 149 colonie di istrici, 90 di tassi e 83 colonie abitate da entrambi i mammiferi, mentre per ulteriori 95 la specie era incerta. Molto chiari, invece, i danni: i cunicoli scavati da tassi e istrici (insieme a nutrie e volpi) portarono al cedimento degli argini del Secchia e all'alluvione di Bastiglia e Bomporto, che causò un morto e diversi milioni di euro di danni. E già allora venne predisposto un piano di controllo e limitazione di questi animali, anche lungo il fiume Panaro.
Dopo il Secchia, anche il Panaro, nel dicembre 2020. La rottura arginale con una breccia di circa 80 metri allagò Nonantola. Anche in quella occasione, una commissione ad hoc ipotizzò varie cause, tra cui anche danni causati dagli scavi degli animali. Fu così avviata una stagione di cattura di istrici e tassi, fino al maggio 2021, che però non pare abbia dato risultati significativi.
Ora la nuova stretta.
Considerata comunque "la fragilità del territorio interessato, come dimostrato dai ripetuti eventi alluvionali", si legge nel piano approvato nei giorni scorsi dalla Giunta Bonaccini, la Regione Emilia-Romagna ha deciso di "proseguire l'attività di cattura e traslocazione degli esemplari di tasso e istrice al fine di limitare l'azione di indebolimento dei tratti arginati, nell'attesa dell'approvazione di un piano regionale finalizzato a tutelare la pubblica sicurezza da emergenze idrauliche".
Il piano dedicato a istrici e tassi (per le nutrie ce n'è già uno ad hoc) sarà valido fino alla fine del 2024. Riguarderà le sponde dei fiumi Secchia e Panaro, a partire dalle rispettive casse di espansione, e comprenderà anche il canale Naviglio a partire dalla periferia nord di Modena fino a Bomporto. Si parla di un intervento complessivo su 15.000 ettari, che potrà anche interessare province confinanti. Per prima cosa, anche per evitare ricolonizzazioni, saranno chiuse tutte le tane e le gallerie rinvenute sulle arginature pensili.
Per catturare gli animali saranno predisposte trappole cosiddette a cassetta, con esche. Le catture e gli spostamenti degli esemplari saranno concentrate tra settembre e dicembre, evitando il periodo in cui si concentrano con maggiore probabilità le nascite (febbraio) e le fasi più delicate dello svezzamento dei piccoli, o il rischio di catturare esemplari giovani ancora dipendenti dalla madre. Le trappole dovranno essere controllate almeno una volta al giorno, entro le due ore successive l'alba. Famiglie o clan saranno catturati e spostati tutti insieme, in modo da conservare i legami tra gli animali. Eventuali femmine che stanno allattando, invece, saranno subito rilasciate. Gli esemplari catturati da trasferire saranno spostati "nel più breve tempo possibile" nei territori più idonei, che saranno selezionati in anticipo. Per evitare scontri con altre colonie o clan, gli animali saranno liberati a non meno di un chilometro da tane già conosciute, ma anche alla "massima distanza possibile" da strade e, naturalmente, da altri corsi d'acqua con argini.
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