Via intitolata alla “strage della corriera fantasma” a Mirandola, Lugli (FdI): “Ricordare è un dovere morale”
MIRANDOLA - Continua, a Mirandola, il dibattito in merito alla scelta del Consiglio comunale di intitolare una via cittadina alla "strage della corriera fantasma" (16 ex militi della Repubblica Sociale Italiana che vennero uccisi tra Concordia e San Possidonio e sepolti in due fosse comuni nel 1945). Attraverso una nota stampa, Marian Lugli, consigliere comunale di Fratelli d'Italia e promotore della proposta, poi accolta dal Consiglio comunale, spiega le ragioni per cui è stata presentata la mozione, la cui approvazione ha incontrato le critiche di Anpi e Sinistra Civica per Mirandola:
"Come gruppo politico abbiamo presentato la mozione per l’intitolazione di una via alla “Strage della corriera fantasma" (San Possidonio-Concordia 16-17/05/1945), avvenuta nei giorni successivi alla liberazione dell'Italia al termine della Seconda Guerra Mondiale. Nel maggio 1945, a seguito dell'ultima offensiva alleata in Italia che portò alla caduta della Repubblica Sociale Italiana, molti civili e molti soldati del disciolto esercito fascista si trovarono separati dalle proprie famiglie. Il Vaticano, attraverso la Pontificia Opera di Assistenza, si adoperò per permettere il rientro a casa di tutti gli sfollati che si trovavano al nord e mise a disposizione diversi autocarri per rendere possibile il rientro al sud.
Su uno di questi autocarri in partenza da Brescia il 14 maggio 1945 trovarono posto 43 passeggeri di cui numerosi ex Internati Militari Italiani. Tutti i passeggeri erano muniti di un lasciapassare rilasciato dal CLN. L'autocarro fu fermato presso Concordia sulla Secchia dalla Polizia partigiana e i passeggeri controllati. Di costoro, sedici furono trattenuti mentre gli altri poterono proseguire il viaggio fino a Modena. I sedici fermati furono le prime vittime della cosiddetta "corriera fantasma". Nel 1946 fu rinvenuta a Moglia (MN) una fossa comune con sei corpi appartenenti a un primo gruppo di vittime, mentre nel novembre 1948 fu rinvenuta a Villanuova di Concordia una seconda fossa comune con un gruppo di dieci vittime che, grazie agli effetti personali, furono identificati come i passeggeri arrivati da Brescia. In base a ricostruzioni successive si scoprì che i sedici passeggeri furono dapprima condotti a Villa Medici di Concordia ove furono derubati e malmenati.
La notte tra il 16 e 17 maggio furono nuovamente prelevati e uccisi. Solo dopo il processo si poté procedere ad una ricostruzione dell'accaduto. Furono condannati il comandante e il vicecomandante della polizia partigiana locale per il reato di omicidio continuato alla pena di 25 anni di reclusione. ll 3 novembre 1953 la Corte d'assise d'appello di Roma confermò la sentenza di primo grado, che divenne definitiva il 16 febbraio 1955 quando la Corte di Cassazione respinse i ricorsi presentati dai condannati. Di questi tragici fatti e dovere morale affermare la memoria soprattutto agli occhi e ai cuori della più giovani generazioni".
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