Variante di Gazzate, dopo il secondo no in Consiglio i gruppi contro: “E’ importante contributo verso una prospettiva più sostenibile di sviluppo”
NONANTOLA - "E' importante contributo verso una prospettiva più sostenibile di sviluppo". E' il commento su quanto accaduto in Consiglio comunale da parte dei gruppi che si sono per primi contro l'ipotesi di nuovi magazzini nella zona - ovvero i gruppi consigliari Nonantola Progetto 2030, Nonantola Libera, Movimento 5 Stelle, Una mano per Nonantola - provocando forte tensione con la sindaca e la maggioranza.
Scrivono i gruppi consiliari:
A seguito dell’annullamento da parte del TAR dell’Emilia-Romagna della delibera del Consiglio Comunale di Nonantola del dicembre scorso (per insufficienza di motivazioni) che aveva espresso il diniego alla proposta di variante urbanistica più nota come “PIP Gazzate”, lo scorso 11 luglio il Consiglio comunale di Nonantola ha riesaminato la proposta. Ricordiamo che tale variante prevedeva la realizzazione, presso il quartiere Gazzate, di due grandi edifici da 60 mila mq e 15 mq a servizio di un'unica attività produttiva fortemente orientata al magazzinaggio e alla movimentazione di merci su gomma. Per la seconda volta, malgrado i tentativi di Forza Italia di far ricadere fantomatiche responsabilità sui consiglieri comunali e nonostante la pervicacia dei sostenitori del progetto, considerato alla stregua di un’opportunità di sviluppo “unica e irripetibile” per il nostro territorio, il Consiglio Comunale ha ribadito il diniego alla variante con un’ampia e trasversale maggioranza di consiglieri comunali (7 contrari, 3 astenuti, 2 non partecipanti al voto e solo 5 favorevoli, fra i quali i due esponenti di Forza Italia). Sebbene la Sindaca abbia condiviso fin dalla sua nascita la variante PIP Gazzate, radicalmente diversa dalle previsioni del vigente Piano degli Insediamenti Produttivi, progettato per dare risposte alle necessità dell’intero quartiere artigianale bisognoso di adeguamenti e miglioramenti urbanistici e ambientali, il Consiglio comunale ha invece espresso forti perplessità sulla sua reale sostenibilità urbanistica, ambientale, economica e sociale. Il maggior consumo di suolo, l'aumento del traffico e dell'inquinamento dell'aria, l'esaurimento di ogni altra possibilità di espansione delle attività già insediate, la genericità del piano aziendale, l’impattante tipologia degli edifici, l'incompatibilità delle nuove attività con il tessuto produttivo esistente, l'assetto urbanistico complessivo, la viabilità interna al quartiere e la scarsa integrazione del nuovo insediamento con il quartiere esistente sono le motivazioni che hanno portato il Consiglio comunale, per la seconda volta, ad esprimere un voto negativo convinto e solido.
Il Consiglio Comunale ha svolto pienamente il suo ruolo istituzionale di controllo sull’azione amministrativa in rappresentanza dei cittadini, uscendo dall'angolo in cui una riduttiva e discutibile interpretazione della legge sull'elezione diretta del Sindaco, purtroppo maggioritaria anche in questa Amministrazione, lo aveva relegato negli anni, depotenziando le sue funzioni di indirizzo e di collaborazione leale e paritaria con gli altri livelli del Governo locale (Sindaco e Giunta), con il risultato di impoverire la democrazia locale, la partecipazione alla vita collettiva, il civismo e l'impegno politico. Se sollecitato e coinvolto per tempo, il Consiglio comunale – come ha dimostrato questa vicenda – avrebbe potuto svolgere un’importante funzione propositiva e stimolante per l’organo esecutivo, tutto a beneficio della qualità degli interventi, alla risoluzione dei problemi e a delineare prospettive per il nostro territorio. Ci chiediamo quindi perché si sia arrivati allo scontro istituzionale, opponendo la superata visione di sviluppo del territorio espansiva e produttivista al non più rinviabile “cambio di paradigma” necessario per non compromettere ulteriormente la qualità della nostra vita e quella delle future generazioni. Non bastano alluvioni, cambiamenti climatici, siccità, desertificazione a convincere anche i governi locali alla necessità di cambiamento del modello di sviluppo e, di conseguenza, delle politiche di governo del territorio? È una domanda non retorica che poniamo a chi ci governa (non solo a livello locale) e, senza essere presuntuosi, pensiamo che il Consiglio Comunale di Nonantola, votando contro la proposta di variante, abbia dato un piccolo ma importante contributo verso una prospettiva più sostenibile di sviluppo. Comunicato stampa dei Gruppi consigliari: Nonantola Progetto 2030 Nonantola Libera Movimento 5 Stelle Una mano per Nonantola
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