Crisi economica: l’innovazione tecnologica come cura
Una crisi economica globale
L’attuale emergenza sanitaria da Covid-19 obbliga le imprese ad investire nel distanziamento sociale e nella protezione da eventuali contagi. Si parla di smart-working, di riorganizzazione della logistica, degli spazi aziendali e delle dinamiche relazionali.
Oltre tre mesi di interruzione di gran parte delle attività economiche ha causato una grave crisi economica che sta colpendo gran parte dei settori economici dell’intero pianeta. Secondo il rapporto sull’economia globale pubblicato dal Fondo monetario Internazionale, nel 2020 sarà bruciato il 3% del Pil globale.
Se è vero che la crisi colpirà tutti, l’Occidente pagherà un prezzo più alto degli altri. L’Eurozona perderà il 7,5%. L’Italia presenterà il risultato peggiore della media Ue con un -9,1% (sebbene sia prevista un’espansione del 4,8% nel 2021). Ma non ne usciranno indenni neanche la Germania, che secondo il Fondo perderà il 7%, la Francia il 7,2%, la Spagna 8%, mentre gli Usa lasceranno sul terreno il 5,9% del Pil.
La capoeconomista dell’Fmi, Gita Gopinath rincara la dose: “la recessione generata dalla pandemia non ha precedenti e fa impallidire quella legata alla crisi finanziaria globale: nel 2009, la flessione fu dello 0,1%. Non solo: le incognite relative al virus proiettano ombre inquietanti anche sul 2021, anno della ripresa ma solo se la pandemia scomparirà nella seconda parte del 2020”.
E’ il momento di investire
“Le aziende dovranno evolvere, dovranno adattarsi ad un contesto competitivo che sarà completamente mutato e la cosa affascinante dal punto di vista della ‘distruzione creatrice’ è che questo cambiamento deve iniziare adesso, anzi è già iniziato”, afferma il Prof. Bernardo Bertoldi, docente di Strategic Management al Dipartimento di Management dell'Università di Torino.
Evolversi significa innovare. L’innovazione dovrà riguardare la finanza, l’organizzazione aziendale e gli aspetti commerciali.
Ma come si fa a parlare di investimenti in un momento di crisi? Si domanderebbe qualcuno.
In un articolo apparso di recente su Harvard Business Review, dal titolo “The Coronavirus Crisis Doesn’t Have to Lead to Layoffs”, il compito dei manager oggi è quello di salvaguardare il presente e pianificare un “nuovo” futuro. Occorre farlo “maturando opinioni e prendendo decisioni in controtendenza”. Si legge ancora nell’articolo: “occorre una capacità predittiva e di ridefinizione che oggi deve essere da salto con l’asta”.
Tradotto: occorre rivedere le proprie strategie, occorre investire nella Pianificazione Strategica cercando di gestire il presente e proiettarsi verso il futuro.
In molti casi sarà necessario riprogettare il proprio modello imprenditoriale, mentre in alcuni casi si dovrà riprendere il primordiale concetto di “innovazione di prodotto e di processo”. Soprattutto quest’ultimo.
Perché l’innovazione di processo?
“L'innovazione di processo aumenta l'efficienza di un processo produttivo, migliora le prassi aziendali e permette di ottenere migliori performance. Puntare alla riduzione dei costi produttivi e a un aumento della produttività e quindi delle marginalità in tempi di crisi non è male”, afferma Alberto, Responsabile di Produzione di un importante azienda modenese, che non ama troppo apparire.
“Mi riferisco ovviamente ad una innovazione di processo incrementale, al miglioramento di un processo produttivo già esistente – continua Alberto – che può avvenire mediante l'utilizzo di una diversa combinazione delle fasi di produzione o mediante l’implementazione di sistemi di pianificazione e controllo, anche a distanza, dei processi”.
Alberto, che non ama apparire, e che quindi rimarrà soltanto Alberto, ha però le idee molto chiare.
Il concetto introdotto da Alberto prende il nome di analisi predittiva. Termine che ci è in realtà famigliare.
L’analisi predittiva per il miglioramento delle performance aziendali
Lenovo, multinazionale nella produzione di strumenti ICT, colosso industriale con oltre 45 miliardi di dollari di fatturato, utilizza le analisi predittive nella gestione della ricambistica, ottenendo un risparmio sui costi del 15%.
Ma cos’è l’analisi predittiva? Le grandi imprese di produzione, raccogliendo dati provenienti dagli impianti di produzione, possono monitorare e sostituire i componenti deteriorati prima che si rompano, migliorando l'efficienza dei processi produttivi. Questa in sintesi è l’analisi predittiva.
Ne parliamo con due esperti del settore: il piacentino Massimiliano Cravedi, CEO di Xeo4 srl, azienda che dal 2004 offre soluzioni SaaS per l’IIoT e con il modenese Nicolò Luppi, responsabile tecnico e analista vibrazionista certificato di PINPOINT srl, start-up innovativa che si occupa di analisi predittiva, con sede presso il Tecnopolo Mario Veronesi (TPM) di Mirandola.
Nicolò e Massimiliano potete spiegarci meglio che cosa si intende per analisi predittiva?
Nicolò
Mentre la diagnostica ci permette di comprendere fatti già accaduti, la prognostica permette, grazie ad una determinata serie e quantità di dati raccolti e analizzati da personale esperto, di fare delle previsioni su eventi che potrebbero avvenire in un futuro imminente. Tipo ad esempio la rottura di un componente di una macchina in un processo industriale.
Massimiliano
Esatto Nicolò, ben detto. Di fatto l’analisi predittiva permette di passare dall’approccio tradizionale (azione reattiva a fronte del manifestarsi del problema) a quello preventivo.
Secondo voi le PMI possono permettersi di implementare sistemi di analisi predittiva?
Nicolò
Con le tecnologie che abbiamo a disposizione oggi e con modalità innovative di approccio al cliente certamente sì. Ovvio che occorre valutare ogni singolo caso. E’ necessaria un’analisi del fabbisogno aziendale per valutare se può valere la pena implementare un sistema predittivo. In genere si. Il rapporto costo/beneficio è molto basso.
Massimiliano
L’analisi predittiva è uno degli elementi nella catena della digitalizzazione dei processi, che parte dal sensore e arriva, appunto, all’indicazione preventiva del guasto. Dipende da quanto è moderno e digitalizzato il processo. Nel senso che non si può scindere l’analisi finale da tutto il resto.
Quindi i vostri interventi riguardano in particolare la manutenzione degli impianti?
Nicolò
Non solo. Il tema della pianificazione degli interventi di manutenzione è molto importante, perchè permette di evitare fermi macchina, tempi persi e quindi permettere di ridurre gli sprechi. Ma l’analisi predittiva a remoto, con l’inserimento di sensori che tengono sotto controllo i processi, con un controllo costante 24/7, permette di ottenere risultati che incidono sull’organizzazione aziendale. I dati raccolti ed opportunamente analizzati permettono ai manager di alto livello, di poter effettuare scelte strategiche importanti.
Massimiliano
Concordo con quanto dice Nicolò: gestione e conduzione da remoto di impianti industriali. La tecnologia al servizio delle persone, per evitare spostamenti inutili, per ottimizzare i processi e i costi, per utilizzare il tempo nel modo migliore, e cioè conoscere a fondo il processo e mantenerlo sempre ai massimi livelli di efficienza.
Mi rendo conto di trovarmi in un campo altamente innovativo. Una grande opportunità per le imprese di produzione, e non solo, per il loro futuro posizionamento competitivo, in uno scenario economico di grandi incertezze.
A proposito di incertezza mi viene in mente una frase di Kenneth Arrow, economista statunitense, vincitore del Premio Nobel per l'economia nel 1972: “Lo studio dell'equilibrio, con particolare riguardo al tempo e all'incertezza, ha aperto la via per capire quali processi economici non siano puramente competitivi, e quale ruolo svolga l'informazione. Una volta capito che l'incertezza è solo un aspetto, e che l'informazione è variabile, si apre la via per lo studio di argomenti quali le relazioni finanziarie e le innovazioni” (Kenneth Arrow,).
“A volte bisogna rischiare un’incertezza per avere una certezza” (Iron Man).
Va ricordato che tali forme di investimento rientrano tra le agevolazioni previste nel programma di Industria 4.0.
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