Scuola e Coronavirus, cosa fare se il mio bimbo ha tosse, febbre, diarrea o gli cola il naso
Ripartono le scuole, come vanno interpretate le nuove regole dei protocolli anti contagio? Ne parliamo con il dottore Alfredo Ferrari, segretario provinciale FIMP, Federazione italiana medici pediatri
1 Colazione, lavarsi, vestirsi e misurare la febbre. E’ la nuova quotidianità dei bambini al risveglio, prima di andare a scuola. Cosa devono fare i genitori se il termometro segna più di 37,5 gradi?
La misurazione della temperatura rappresenta un’azione di prevenzione importante che viene affidata alla responsabilità della famiglia, con cui la scuola stabilisce un patto di corresponsabilità e fiducia per affrontare la ripresa delle attività didattiche. Ogni mattina i genitori sono chiamati a controllare i propri figli per evidenziare segnali di malessere; se la temperatura è superiore ai 37,5°C i bambini non possono essere portati a scuola.
2 E se il bambino ha la tosse, la diarrea, oppure il naso che cola?
I sintomi compatibili con COVID 19 sono: febbre oltre i 37.5°C, tosse con difficoltà respiratoria, vomito e/o diarrea ripetuti con malessere, cefalea grave, perdita di gusto e/ o olfatto (soprattutto nei più grandi), raffreddore. Quest’ultimo, essendo però frequentissimo nel bambino fino ai sei anni di età, non dovrebbe orientare verso un’ipotesi di contagio da SARS COV 2 soprattutto se non accompagnato da uno o più sintomi tra quelli citato, oppure da un contatto certo con soggetto positivo.
3 Il pediatra va avvisato di prima mattina, al primo sintomo o é meglio aspettare un paio di giorni per comunicare l’evolversi dei sintomi? Se sì, il bambino va tenuto comunque a casa o può andare a scuola?
Il bambino sintomatico deve restare a casa o essere allontanato da scuola. La famiglia avvertirà il pediatra più o meno urgentemente in base ai sintomi presentati. Il pediatra, in base ai sintomi, alla conoscenza della famiglia e della situazione epidemiologica deciderà se effettuare un triage telefonico, una videochiamata se disponibile, o la visita in presenza.
4 Il pediatra con il suo triage telefonico esclude che si tratti di Coronavirus. Il bambino può andare a scuola subito? Serve un documento firmato dal pediatra?
Il decreto ministeriale sancisce in tre giorni il tempo minimo di permanenza a casa in caso di sintomi per permettere una sufficiente valutazione dello stato di salute. Se il pediatra non valuta che i sintomi e la situazione epidemiologica familiare e dell’ambito territoriale facciano propendere per COVID 19, darà i consigli del caso e farà restare a casa il bambino fino ad esaurimento dei sintomi. La riammissione a scuola in questo caso si farà senza alcun certificato dal momento che la Regione Emilia-Romagna lo ha abolito con legge del 16 luglio 2015.
6 Cosa succede se il pediatra valuta che si tratta di un sospetto Covid?
Se il pediatra ritiene invece che ci siano i presupposti clinici ed epidemiologici per sospettare COVID 19, allora richiederà l’esecuzione del tampone all’Igiene pubblica dell’Azienda USL di Modena. Se l’esito fosse positivo il bambino dovrà restare a casa fino a guarigione clinica e dopo l’esito negativo di due tamponi, eseguiti ad almeno 24 ore l’uno dall’altro. La riammissione scolastica avverrà con certificato redatto dall’Igiene Pubblica. In caso di esito negativo del tampone il bambino resterà a casa fino a guarigione clinica e sarà in questo caso riammesso con il certificato del Pediatra curante.
5 Prevedibile un aumento delle richieste ai pediatri. Come si stanno organizzando i pediatri della Bassa? Si faranno anche consulti via Whatsapp, sms ed email? Le risposte saranno immediate o bisognerà aspettare tanto? Aumenterete gli orari di ricevimento?
I pediatri sono pronti ad affrontare la sfida offrendo una ampia disponibilità telefonica di reperibilità (8-20), possibilità di fare teleconsulto e visite in presenza con tutti gli accorgimenti necessari: le visite si effettuano infatti su appuntamento e con tempi tali da garantire il distanziamento e la sanificazione dei locali, poi uso obbligatorio della mascherina e del gel disinfettante. Le famiglie possono sentirsi sicure nell’accedere all’ambulatorio, ovviamente rispettando anche loro tutte le misure igienico-sanitarie previste in questa fase epidemica.
7 Consigliate ai bimbi il vaccino antinfluenzale?
La nostra Regione ha fatto la scelta, per quest’anno, di concentrare il proprio impegno alla vaccinazione antiinfluenzale prima di tutto dei bambini con cronicità, che purtroppo fino ad ora hanno visto una insufficiente copertura. Per questo obiettivo i pediatri di libera scelta si sono offerti, su base volontaria, per affiancare la Pediatria di comunità nelle sedi vaccinali dove possibile o in altri ambienti dell’Azienda USL per poter garantire a tutti i bimbi in queste condizioni la vaccinazione.
E’ possibile vaccinare anche un certo numero di bimbi non soggetti a malattie croniche che però si ammalano molto spesso di infezioni respiratorie ricorrenti. Per maggiori chiarimenti è comunque opportuno che i genitori consultino il proprio pediatra.
Molto interssante, per capire come le istituzioni e i medici del territorio gestiscono la questione scuola in questi tempi di Coronavorus, il dibattito registrato su Facebook cui hanno partecipato, tra gli altri, per l’Ausl di Modena:
Simonetta Partesotti, Responsabile della Pediatria di Comunità Area Nord
Daniela Bulgarelli, Dirigente medico Servizio Igiene Pubblica
Stefano Zona, Medico Specialista in Malattie Infettive, Pediatria di Comunità
Guarda il video:
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