Cosa si sta facendo per mettere in sicurezza i fiumi Secchia e Panaro?
SAN FELICE, BOMPORTO- "Sono in corso le prove per testare la capacità di una delle due casse di espansione sul fiume Panaro, a San Cesario (Modena). Quando saranno pronte le paratoie, sarà possibile la gestione della cassa. Sono tre le fasi per le prove che prevedono gradi crescenti di acqua per testare l’opera idraulica che dovrà arrivare a contenere 23,5 milioni di metri cubi d’acqua".
E’ una parte della risposta fornita dall’assessore Irene Priolo (Ambiente, difesa del suolo e della costa, protezione civile) al consigliere Simone Pelloni (Lega) che aveva presentato un’interrogazione, con il collega Stefano Bargi, chiedendo di conoscere il cronoprogramma dei lavori per mettere in sicurezza i fiumi Panaro e Secchia in caso di forti piogge o alluvioni. Pelloni ha ricordato le piene del dicembre 2020 che avevano provocato la rottura di un argine del fiume Panaro all’altezza di Gaggio in Piano, frazione di Castelfranco Emilia, provocando allagamenti e gravi danni in tutta l’area circostante e interessando in particolare la città di Nonantola. L'assessora Priolo ha continuato dicendo che la prima fase sarà completata entro aprile e la stessa prevede il riempimento della cassa fino a un’altezza di 6,5 metri, che significa contenere 3,5 milioni di metri cubi d’acqua per 10 giorni. La seconda fase prevede il raggiungimento di un’altezza di 11,4 metri (5,5 milioni di metri cubi) e la terza di arrivare a 12,5 metri (cioè 23,5 milioni di metri cubi). I lavori, secondo Aipo, dovrebbero terminare tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022. Il completamento dei due stralci di lavori, oggi realizzati al 90%, ha un costo di 50 milioni di euro. Mentre in parte è finanziata anche la cassa sul Secchia, ha continuato l’assessore, per 27 milioni. Infine, la Regione propone di investire 15 milioni, da recuperare dal Recovery fund, per gli argini del Panaro. Pelloni si è detto soddisfatto per la chiarezza della risposta corredata dai dati anche perché “c’è un ripensamento generale sulla situazione dell’ultimo decennio. In futuro, la sfida sarà quella di trattenere l'acqua a monte per poter rispondere ai periodi di siccità, sempre più frequenti. Ma dobbiamo anche tranquillizzare i cittadini, e porre attenzione perché gli eventi eccezionali non producano più danni”.
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