Giornata nazionale del Sollievo, nel modenese infermieri e fisioterapisti “a scuola” di cure palliative
È iniziato nel marzo scorso il progetto formativo della Rete Locale di Cure palliative che vede coinvolti 180 tra infermieri e fisioterapisti in tutti e sette i Distretti sanitari dell’Azienda USL di Modena. In collaborazione con il Responsabile della Rete Locale di Cure palliative, il dottor Paolo Vacondio, e con la Coordinatrice degli Psicologi, la dottoressa Grete Pozzetti, il Corso base in cure palliative è ideato e realizzato dal Referente delle Clinical Competence per le Cure palliative dell’Adulto Massimiliano Cruciani, in condivisione con la Referente Programma Cure palliative Sonia Marrocchino.
La formazione è finalizzata a fornire le conoscenze di base sul sistema della Rete locale di cure palliative nella provincia di Modena, favorendo un cambiamento culturale che prevede alla base l’umanizzazione e la personalizzazione delle cure, l’importanza degli aspetti relazionali e di ascolto e che sia da stimolo per gli operatori sanitari. I professionisti della Rete locale Cure palliative (RLCP) coinvolti nel progetto sono medici palliativisti, psicologi e infermieri esperti.
Il corso è rivolto a professionisti sanitari che non operano direttamente nella rete di cure palliative ma che si trovano a gestire persone affette da malattie croniche o inguaribili, come approfondimento delle conoscenze sulla cultura e sulla filosofia delle cure palliative. Sono 18 le ore complessive per ogni singolo professionista (15 ore di formazione residenziale e 3 ore a distanza per il seminario della dottoressa Marina Sozzi, studiosa di etica della fine della vita, scrittrice e blogger), per un totale di 105 ore di formazione complessive suddivise in 5 incontri in presenza in ogni distretto. La parte finale del progetto vedrà affiancarsi durante le attività quotidiane professionisti esperti e infermieri dell’Assistenza domiciliare, per un tutoraggio tra pari.
“Le leggi degli ultimi anni – spiega Massimiliano Cruciani – hanno segnato una svolta importante nell’ambito delle cure palliative territoriali, perché da una parte hanno garantito l’accesso alla Rete Locale di Cure palliative, e dall’altra hanno riconosciuto ai cittadini il diritto di scelta, attraverso il consenso informato. Di fatto, il percorso normativo ha esteso il concetto di presa in cura precoce anche nei percorsi di fragilità. Questo cambiamento implica un riconoscimento precoce del bisogno di cure palliative, a oggi sempre più lontano dal mero concetto di morte e sofferenza, ma sempre più propenso verso un cambiamento culturale che vede le cure palliative come opportunità di vita in un percorso di malattia, con la necessità di garantire alla persona e alla famiglia un’opportunità di scelta, sollievo e valutazione del setting di cura. L’evoluzione della professione Infermieristica comporta necessariamente un’evoluzione formativa propensa all’ascolto, alla relazione e infine alla capacità di saper lavorare all’interno di équipe interdisciplinare e multiprofessionale. Il riconoscimento del “tempo di relazione come tempo di cura” si frappone inevitabilmente tra la prestazione e la presa in carico. Diventa di fatto di primaria importanza la capacità e la crescita formativa degli Infermieri per riconoscere e gestire questi momenti fondamentali del processo di cura”.
La proposta formativa mira a sviluppare nel professionista sanitario la competenza di integrare nella propria pratica professionale le basi filosofiche e culturali dell'approccio palliativo, al fine di poter assicurare un’offerta e una risposta di cure volte a sostenere il paziente e la sua famiglia nell’esperienza della malattia inguaribile, a vantaggio della qualità di vita.
“In definitiva, il cambiamento culturale e formativo proposto – conclude Cruciani – vede il riconoscimento delle cure palliative come risposta a una rilevazione precoce di un bisogno, e non solo nelle ultime fasi della malattia. La diffusione delle competenze contribuirà alla crescita professionale anche dei professionisti esperti, aumentando di fatto i livelli di competenze specifiche e migliorando le risposte assistenziali in termini di qualità appropriatezza ed efficacia. Un’altra generazione di infermieri si appresta ad avvicinarsi al mondo delle cure palliative e le competenze e le capacità acquisite in questi anni dovranno essere lasciate in dono al nuovo futuro professionale”.
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