Posti di lavoro a rischio negli asili nido: in piazza la protesta di maestre e genitori a San Prospero e San Felice
Il privato entra negli asili nidi pubblici e di conseguenza diversi posti di lavoro sono a rischio: scende in piazza la protesta di maestre e genitori a San Prospero e San Felice. Giovedì mattina si sono tenute due manifestazioni organizzate dal sindacato nei due paesi dove dal primo luglio le maestre degli asili nido saranno lasciate a casa per far posto al privato di una cooperativa, con le precarie in disoccupazione.
E' questa la scelta portata avanti per le tre settimane di luglio "aggiuntive" del nido che permettono di tenere aperto il servizio anche per una parte dell'estate, il cosiddetto "centro estivo", molto apprezzato dalle famiglie.
Adesso però si cambia. Per risparmiare, da quel che si capisce. Già perché c'è molta confusione sotto il sole. Da quanto si apprende, l'Unione Comuni Area Nord dopo aver rottolo scorso anno il tabù dell'intoccabilità della gestione pubblica degli asili, orgoglio e vanto della tradizione educativa emiliana, ha deciso di spostare progressivamente la gestione dei servizi per i più piccoli in Asp, l'associazione di promozione sociale della Bassa Modenese che già adesso si occupa dei servizi per gli anziani e per quelli per i disabili. E' un ente pubblico, ma non ha vertici eleggibili con elezioni come accade con i Comuni e i sindaci. Il tutto sarebbe stato deciso senza dibattito pubblico e senza che le famiglie venissero mai coinvolte.
E visto che l'urgenza di risparmiare è proprio tanta - così si è capito - da subito la gestione del servizio passa a una cooperativa privata, che - come è noto - ha un contratto di lavoro diverso, compensi e tutele diverse per chi ci lavora. Accadrà tra qualche giorno per luglio (il centro estivo) e poi da settembre per l'attività ordinaria dell'intero nido di San Prospero e di una sezione (Hakuna Matata) di San Felice.
Il sindacato non ci sta, e con maestre e genitori ha organizzato la protesa. Con striscioni e bandiere hanno tenuto una mattinata di presidio e corteo davanti ai Comuni di San Prospero prima, San Felice sul Panaro poi, dove hanno incontrato anche i rispettivi sindaci.
"Contro l'indecente sentenza il personale fa resistenza", "Soldi pubblici ai nidi pubblici", "Salviamo i nidi pubblici, no alla cooperativa", "L'infanzia è un bene comune" sono alcuni dei testi sui cartelli che sono stati esposti dalle lavoratrici che dal primo luglio saranno in disoccupazione.
E dopo? Il futuro è grigio: da San Felice il sindaco fa sapere che saranno assunte nel pubblico 9 lavoratrici, ma non è stato reso noto chi, in base a quale criterio, per quanto tempo e con quale contratto.
Le altre, chissà: ci sono dade che sono al lavoro negli asili da più di dieci anni, sempre precarie e a tempo determinato. Gli ultimi concorsi sono di anni e anni fa, e via via che le più anziane andavano in pensione non venivano sostituite e si tirava a campare con i contratti a tempo determinato. Un segnale molto chiaro di quale sia l'interesse per la qualità delle condizioni di lavoro nel servizio che si dà ai nostri figli.
Questa situazione, per altro, è stata passata in deroga alla legge perché si trattava del periodo emergenziale post terremoto. Ma ora bisogna fare i bilanci e con l'uscita della Mirandola a trazione leghista dall'Unione Comuni Area Nord si è ridotta la capacità assunzionale dell'ente: i nodi vengono al pettine e chi ci rimette sono le maestre dell'asilo, e con loro tutti i nostri bambini e bambine. Che da domani staranno in classe con perfetti estranei.
E' questa infatti una delle preoccupazioni dei genitori. Genitori che peraltro si sentono pure presi in giro, perché hanno iscritto i loro figli a un servizio pubblico e ora si ritrovano una cosa diversa.
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