Pesca, dalla Regione una maggiore tutela della fauna ittica attraverso l’estensione della pratica del “no-kill”
BOLOGNA - Una maggiore tutela della fauna ittica attraverso l’estensione della pratica del no-kill, l’adozione di buone pratiche per il benessere animale e di vigilanza contro il bracconaggio.
E ancora le misure di gestione dedicate alle specie di uccelli che minacciano la biodiversità ittica, come il cormorano e l’ibis sacro.
Sono alcune delle proposte di modifica degli istituti di pesca emerse nel corso dell’annuale riunione della Commissione ittica regionale, presieduta dall’assessore all’Agricoltura, Alessio Mammi, indicate dai tavoli di consultazione locale per la pesca, in vista dell’adozione del nuovo Programma Ittico Regionale 2025/26. All’incontro hanno partecipato i rappresentanti delle associazioni di pesca sportiva-ricreativa, delle associazioni di pesca professionale, delle Associazioni ambientaliste, delle Università regionali, dei Consorzi di bonifica e degli Enti parco nazionali, interregionali e regionali.
“È un momento fondamentale di confronto tra istituzioni, enti di gestione e rappresentanti del settore- afferma Mammi- per definire un Programma Ittico sempre più attento alla tutela della biodiversità e alla sostenibilità della pesca. Il nostro impegno è quello di garantire una gestione della pesca equilibrata e rispettosa degli ecosistemi, tutelando al contempo le attività economiche connesse al settore e la ricchezza del nostro patrimonio ittico. Stiamo lavorando anche a un piano di controllo per la gestione del cormorano fuori dagli allevamenti e ci confronteremo in tal senso con Ispra. C’è preoccupazione per la presenza numericamente molto alta di questa specie che sta minando l’equilibrio della fauna ittica, mettendo a repentaglio altre specie. Ci siamo presi l’impegno di effettuare rilevazioni e monitoraggi su questa situazione”.
Tra altri gli argomenti discussi, diversi territori hanno avanzato la necessità di adottare misure di protezione del periodo di riproduzione della carpa (frega della carpa) e di altri ciprinidi autoctoni, estendendo il periodo di divieto di pesca dal 15 aprile al 30 giugno in diverse province.
Gestione delle specie di uccelli ittiofagi: il cormorano e l’ibis sacro
Molta attenzione è stata riservata all’aumento e all’impatto degli uccelli ittiofagi sulla biodiversità ittica regionale, in particolare per quanto riguarda la popolazione autoctona del cormorano, che è una specie protetta, e dell’ibis sacro.
Nel caso del cormorano, la Regione è impegnata da tempo nel dialogo con Ispra, l’istituto nazionale deputato alla valutazione di eventuali misure gestionali proposte dalle Regioni, per individuare soluzioni tecniche che consentano di limitare la pressione predatoria e, al contempo, la corretta gestione di una specie protetta.
È stata presa in esame anche la diffusione dell’ibis sacro, specie esotica ed invasiva, per il quale la Regione ha già sviluppato azioni, anche grazie a una collaborazione con il mondo accademico, finalizzate all’approvazione di un piano di controllo regionale in tempi brevi, coerente con il quadro normativo europeo e nazionale.
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