Contratto nazionale farmacie private, riuscito il presidio dei farmacisti modenesi convocati da Federfarma
MODENA - Erano una cinquantina, tra farmaciste e farmacisti, a manifestare venerdì 4 luglio davanti alla sede modenese di Federfarma. Obiettivo: sbloccare il rinnovo del loro contratto nazionale che si è arenato di fronte alla forte presa di posizione dell’associazione datoriale di riconoscere solo 120 euro lordi di aumento nel prossimo triennio.
Una cifra che sin da subito ha fatto storcere il naso agli addetti del settore e alle organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil che, unitariamente e a livello nazionale, hanno deciso quindi di aprire una mobilitazione.
Iniziativa che, a livello regionale, ha visto tutte le sedi provinciali di Federfarma presidiate dalle farmaciste e dai farmacisti in protesta. A Modena, la stessa Federfarma provinciale ha comunque deciso di incontrare le organizzazioni sindacali ed una delegazione di farmacisti per spiegare le proprie posizioni e raccogliere le esigenze del settore.
“E’ stato positivo che l’associazione abbia avuto la sensibilità di volerci incontrare”, dicono i sindacalisti coinvolti, “pur consapevoli del fatto che non è a Modena che risolveremo la situazione, ci ha fatto piacere poterci confrontare ed avere un dialogo aperto sulle condizioni in cui versa il mondo della farmacie oggi in Italia”.
L’incontro è durato una quarantina di minuti, alla fine dei quali, i presenti hanno relazionato alle lavoratrici ed ai lavoratori rimasti fuori in attesa della conclusione dei lavori. “Comprendiamo le difficoltà che i titolari di farmacia hanno in questo periodo storico” continuano Filcams, Fisascat e Uiltucs, “ma è evidente che non tutte le storture del mercato possano ripiegarsi sui lavoratori. Il risultato sarebbe quello di perdere ulteriore personale e di non riuscire a tenere in piedi il settore. Federfarma ha un doppio ruolo di contrattazione con noi e con le istituzioni, un ruolo complesso e nel quale non sempre i rapporti di forza sono paritari, lo comprendiamo, ma le due trattative non stanno insieme perché il farmacista dipendente non può esprimere le proprie ragioni nella gestione della sua professionalità e del suo ruolo. Quello che può fare è, perciò, rivendicare migliori condizioni in un settore sempre più complesso e noi siamo qui proprio per guidarli nel raggiungere questo nobile scopo”.
I sindacati hanno comunque ribadito l’importanza del confronto di oggi, punto di partenza verso più ampie discussioni in futuro. “Sul salario”, dicono ancora, “abbiamo percepito con chiara evidenza la difficoltà nel non sposare le nostre linee, nonostante il differente posizionamento al tavolo nazionale. E’ il segno che c’è comprensione tra i ruoli e che c’è disponibilità da parte di tutti a discutere per salvaguardare il settore, partendo proprio dalla dignità del lavoro. Auspichiamo quindi che il messaggio arrivi forte e chiaro a Federfarma nazionale e che questo possa far ripartire il tavolo di trattativa con un posizionamento più morbido”.
Ora, le organizzazioni sindacali si prenderanno del tempo per analizzare l’esito di questa prima proficua mobilitazione, per poi tornare in assemblea da farmacisti e farmaciste dopo che Federfarma, a livello nazionale, ci avrà dato un riscontro. In quella sede si capirà se ci saranno i margini per riaprire il dibattito o se lo scontro si alzerà di livello.
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