Acqua, l’appello di Hera: “Con noi per tutelare una risorsa a rischio”
Con 176 milioni di euro investiti nell’idrico nel solo 2019, la multiutility rilancia il proprio impegno sul fronte dell’acqua, minacciata a livello globale da cambiamento climatico e da una domanda che rischia di superare la disponibilità della risorsa. Nel report In buone acque, già disponibile online, i risultati e gli obiettivi del Gruppo, che anche nei periodi di siccità è riuscito a garantire una fornitura idrica continua e di qualità. Nel solo 2019, 37.700 i controlli effettuati da Hera nel territorio di Modena, che nei prossimi anni sarà interessato da importanti interventi infrastrutturali.
Tutto scorre, diceva qualcuno, ma l’acqua rischia di non farlo più.
Perché ce n’è sempre di meno e, al contempo, ne viene consumata sempre di più. Il dato più allarmante lo forniscono le Nazioni Unite, secondo cui entro il 2050 la domanda globale di acqua dolce supererà del 40% la sua stessa disponibilità. Il cambiamento climatico, insomma, è un cane che si morde la coda: da un lato incrementa “la sete” complessiva del sistema, dall’altro intacca anche le risorse che possono farvi fronte.
Le buone esperienze, per fortuna, non mancano, e una di queste è quella del Gruppo Hera, che ha largamente anticipato i corretti indirizzi legislativi assunti anche dall’UE nel marzo 2019. Secondo operatore nazionale nel servizio idrico integrato, con 3,6 milioni di cittadini serviti, la multiutility è riuscita ad affrontare con efficacia e resilienza anche le situazioni calamitose più critiche che si sono presentate nel corso degli ultimi anni, garantendo a tutti una fornitura idrica continua e di qualità, certificata da quasi 3 mila analisi al giorno nel territorio servito.
Come? La ricetta di Hera si compone di ricerca, innovazione e investimenti, che nel solo 2019 hanno sfiorato i 176 milioni di euro, superando del 42% la media nazionale e dando seguito a una politica industriale che dal 2002 a oggi ha permesso al Gruppo di mettere in campo una media di oltre 100 milioni di euro all’anno. Tanti, del resto, i capitoli di questo impegno, i cui risultati sono al centro dell’ultima edizione di In buone acque, report di sostenibilità – già disponibile online e a breve presso gli sportelli clienti - che il Gruppo dedica ogni anno proprio al servizio idrico e in particolare alla qualità dell’acqua potabile che Hera fornisce quotidianamente a circa 3,6 milioni di persone.
Per fare il punto, certo, ma anche per guardare avanti, in particolare su rigenerazione e riuso della risorsa: 10 milioni, ad esempio, i mc di acqua in uscita dai depuratori del territorio Bolognese immessi ogni anno nuovamente nell’ambiente e potenzialmente riutilizzabili, ma analoghi progetti di riuso sono previsti anche a Modena, mentre a Sassuolo e Savignano sul Panaro dall’inizio dell’anno sono già stati reimmessi nella rete di bonifica circa 400 mila mc di acqua). Fondamentali, al contempo, sono anche gli investimenti su rinnovamento e adeguamento delle infrastrutture di rete e le iniziative per il contenimento dei consumi, non soltanto di imprese e cittadini ma anche della stessa multiutility. 79 mila, infatti, i mc di acqua risparmiati nel solo 2019 da Hera grazie a progetti di water management, con l’obiettivo al 2023 di ridurre del 15% i propri consumi idrici rispetto al 2017.
Quella dell’idrico, d’altronde, è una vera e propria industria, che ha l’obiettivo di garantire acqua sicura da bere alle persone e di restituirla all’ambiente depurata da possibili inquinanti. I risultati delle analisi effettuate da Hera e dagli enti pubblici di controllo, pubblicati da Hera nel report In buone acque fin dal 2009, evidenziano anche per il 2019 l’assoluta sicurezza e qualità dell’acqua potabile a beneficio di un comportamento di consumo più vantaggioso per l’ambiente oltre che per il portafoglio: è di circa 460 euro l’anno, infatti, il risparmio per una famiglia di tre persone che preferisce l’acqua di rubinetto rispetto a quella in bottiglia.
L’ambito depurazione è forte di alcuni fra i più importanti interventi infrastrutturali realizzati in Italia, come il Piano per la salvaguardia della balneazione di Rimini e l’adeguamento del depuratore di Servola a Trieste, ma il Gruppo Hera dedica importanti risorse anche all’acquedotto, che nel 2019 ha assorbito quasi il 60% degli investimenti nell’idrico.
Inoltre Hera ha avviato il percorso per conseguire entro il 2021 la certificazione AWS, standard di riferimento mondiale per l’utilizzo responsabile della risorsa idrica, per il potabilizzatore della Val di Setta, al servizio di 34 comuni del bolognese fra cui lo stesso capoluogo.
Nel modenese acqua sicura con 37.700 analisi all’anno. Importanti gli interventi previsti.
Buone notizie, del resto, anche per il territorio di Modena, che già oggi vanta standard di servizio assolutamente elevati, con una qualità dell’acqua che nel solo 2019 il Gruppo Hera ha controllato attraverso 37.700 analisi, 16.500 delle quali sui 4.600 km di rete acquedottistica. Nell’area, in particolare, le concentrazioni medie rilevate per 14 diversi parametri non raggiungono nemmeno il 23% dei valori massimi ammessi.
E non è tutto: attraverso investimenti mirati, infatti, entro il 2023 la multiutility conta di effettuare importanti interventi infrastrutturali tesi a rendere ancora più performante il servizio idrico del modenese. Sono infatti in programma l’adeguamento del depuratore di Monteombraro a Zocca, il potenziamento/adeguamento del sistema depurativo di Guiglia-Lama Mocogno, il trattamento appropriato e il collettamento fognario di S.Anna Pelago e l’adeguamento degli agglomerati di Montecenere nord – Casa Zagaglia a Lama Mocogno. Sono in corso ulteriori investimenti, inoltre, sul depuratore di Modena, allo scopo di ottimizzarne il funzionamento mediante controller di ultima generazione, il tutto nell’ambito della collaborazione con Energy Way, nota realtà modenese specializzata nello sviluppo di soluzioni e modelli matematici per l’ottimizzazione e l’efficientamento dei processi industriali. Sempre sul depuratore di Modena è in corso l’ottimizzazione della linea fanghi, che già entro la fine di quest’anno sarà dotata di un cogeneratore che consentirà la produzione di calore e di energia elettrica mediante biogas derivante dai fanghi di depurazione.
È poi in programma anche il potenziamento della dorsale acquedottistica di Castelnuovo Rangone e Spilamberto.
“Lavoriamo ogni giorno per portare ai cittadini un’acqua sicura, di qualità e a costi contenuti – aggiunge Franco Fogacci, Direttore Acqua Gruppo Hera – ma la responsabilità più importante è quella che passa dai comportamenti di ognuno di noi. Ecco perché, anche attraverso questo report, continuiamo a lavorare per rendere i cittadini sempre più consapevoli, aiutandoli ad incidere in prima persona per la tutela di una risorsa dalla quale dipende non soltanto il futuro delle prossime generazioni, ma anche il nostro stesso presente.”
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