Allagamento nella biblioteca di Finale Emilia: era scaduto il contratto di manutenzione e non era stato rinnovato
Allagamento nella biblioteca di Finale Emilia: era scaduto il contratto di manutenzione e non era stato rinnovato. Inoltre, non è mai stato adottato un servizio di pronta disponibilità in grado di intervenire rapidamente in caso di emergenze, proprio come quella avvenuta nel luglio 2020, quando la pioggia filtrata nel locale compromise gli archivi storici di un intero secolo, dal 1820 al 1920.
L’acqua, secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, ha cominciato a filtrare dai controsoffitti già dalla domenica e un cittadino che ne sentiva il rumore aveva avvisato i Vigili Urbani.
Ma la segnalazione non ha avuto seguito e nessuno è intervenuto, quindi solo lunedì mattina, quando gli uffici hanno aperto è stato fatto qualcosa. Pare anche nessuno degli impiegati avesse le chiavi per accedere al luogo dove si poteva chiudere la perdita e quindi sono stati chiamati i Vigili del Fuoco per sfondare la porta. I Vigili sono arrivati immediatamente.
Spiega da Sinistra Civica per Finale Emilia il consigliere comunale Stefano Lugli:
È stato necessario scrivere al Prefetto di Modena per ottenere dal Comune di Finale Emilia risposta all’accesso atti che presentai il 29 luglio 2020, all’indomani dell’allagamento del MAF/Biblioteca a causa di un guasto all’impianto antincendio che costrinse alla chiusura degli uffici e che danneggiò gravemente l’archivio comunale.Nella richiesta di accesso atti chiedevo documenti utili a comprendere cosa era accaduto, a capire perchè nessuno della catena di comando tecnica/politica del Comune intervenne a seguito della segnalazione di un cittadino e quali manutenzioni agli impianti erano state eseguite.A distanza di quattro mesi gli uffici mi comunicano che il contratto di manutenzione all’impianto antincendio (per il quale è previsto uno specifico obbligo di legge) è scaduto a giugno 2020 e ancora non è stato rinnovato; e che non è mai stato adottato un servizio di pronta disponibilità in grado di intervenire rapidamente in caso di emergenze.Non è certo colpa del sindaco se si è rotto l’impianto antincendio, né è colpa del sindaco se chi all’epoca dirigeva l’area del patrimonio non attivò le procedure per garantire la continuità delle manutenzioni al sistema antincendio. Ma è certamente responsabilità politica del sindaco assicurarsi che il patrimonio pubblico che gestisce protempore sia ben tenuto e attivarsi perché ci sia un sistema di pronto intervento capace di prevenire situazioni di pericolo. A maggior ragione dopo ciò che è accaduto.Quando gli elettori si esprimono con il voto ed eleggono un Sindaco gli consegnano le chiavi della Città affinchè la amministri e ne abbia cura. Dopo più di quattro anni pensiamo che i cittadini finalesi abbiano piena contezza di aver affidato le chiavi della città in mani inadeguate.Ho inviato segnalazione di quanto sono venuto a conoscenza alla Medicina del Lavoro, ai Vigili del Fuoco e per conoscenza ai Carabinieri. A tutela dei lavoratori, dei cittadini che frequentano gli uffici e di tutta la comunità che ha il diritto di vedere gestito il patrimonio comunale con la necessaria cura.
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