Sanità e sociale: le linee di indirizzo modenesi per un sistema sempre più integrato
MODENA- “La pandemia ha messo in evidenza come solo un sistema sanitario e sociale pubblico integrato possa dare risposte adeguate a problemi di questa complessità”: si è tenuta, lo scorso 27 luglio, una seduta della Conferenza territoriale sociale e sanitaria. In apertura, il presidente Gian Carlo Muzzarelli ha condiviso una proposta di riflessioni della CTSS anche in vista degli Stati Generali Sanità e Welfare promossi dalla Regione Emilia-Romagna. A partire dallo scenario attuale e futuro, sono stati presentati alcuni temi generali collegati ai valori e principi fondanti del sistema sanitario e di welfare.
Tema caldo il sottofinanziamento del Sistema sanitario nazionale, ancor più provato dagli anni di gestione pandemica, cui si aggiunge una trasformazione della popolazione, sempre più anziana e unifamiliare, l’aumento della cronicità e della non autosufficienza, della disuguaglianza e delle povertà, così come del disagio giovanile. Di fronte a questo scenario, occorre spingere il sistema a una innovazione a più livelli con l’obiettivo di essere ancor più vicini ai bisogni reali delle persone. La pandemia infatti ha messo in luce come il SSN debba essere garante delle risposte più adeguate in termini di sicurezza dei cittadini, coniugando flessibilità, resilienza e sostenibilità. La principale innovazione organizzativa riguarda la reale applicazione del nuovo Decreto ministeriale 77 del 2022 sull’assistenza territoriale, completando il percorso già tracciato a beneficio tutti i cittadini con una integrazione sempre più stretta tra ospedale e territorio, valorizzando la domiciliarità e l’infermieristica di comunità, la telemedicina e l’attività delle Centrali operative territoriali. Le nuove strutture sanitarie che sorgeranno andranno dotate delle necessarie figure professionali e dei servizi capaci di rispondere ai problemi di bassa soglia, in modo integrato con il lavoro della medicina generale e in una economia di scala che rafforzi la presa in carico del cittadino con il suo bisogno di salute. Vanno inoltre rafforzate le azioni per la fragilità e le non autosufficienze, guardando al tema degli anziani e dei disabili, con la creazione di servizi sociali e sanitari di supporto e per la creazione di autonomie relazionali. Nel corso della riunione è emersa a più riprese la sfida dei giovani, da cogliere con un progetto specifico che offra loro occasioni di coinvolgimento e protagonismo, rafforzare l’integrazione fra la rete degli psicologi esistente nei servizi sociali e sanitari con quella che già opera negli istituti scolastici, stringa relazioni con le altre realtà del terzo settore. Occorrerà inoltre migliorare ulteriormente l’integrazione tra le aziende sanitarie modenesi, grazie a progetti innovativi che riducano la burocrazia, al potenziamento del sistema hub&spoke ma anche delle reti cliniche di specialisti, che assicurino equità nell’accesso alle prestazioni riducendo le disuguaglianze. Si dovrà garantire sicurezza ed efficacia grazie al raggiungimento di una competence clinica appropriata, continuando a investire in ricerca e formazione integrata. Sarà infine necessario rafforzare l’innovazione tecnologica e la comunicazione per promuovere salute. Tutto questo attraverso la partecipazione e il protagonismo dei singoli territori, in una sinergia tra sociale, sanitario, amministratori locali e quell’associazionismo il cui contributo è da sempre prezioso per il buon funzionamento del sistema. “Se la parola chiave del prossimo futuro è ‘comunità’ – ha concluso Muzzarelli – va rafforzato anche il sistema di governance del sistema sanitario e sociale coinvolgendo maggiormente le comunità locali”.LEGGI ANCHE
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