Agricoltura, i sindacati chiedono il “bollino di qualità” per le imprese virtuose
E’ una proposta innovativa, quella che i sindacati agricoli Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil, insieme alle associazioni datoriali Confagricoltura, Coldiretti e Cia, chiedono di istituire anche a Modena per garantire il lavoro agricolo di qualità e contro lo sfruttamento della manodopera, in particolare quella immigrata.
“Si tratta – si legge in una nota stampa diffusa dai sindacati – della proposta di istituire la “Rete del Lavoro Agricolo di Qualità” che al momento solo pochissime province italiane hanno adottato, nell’ambito del progetto ministeriale nazionale Diagrammi Nord-Diritti in Agricoltura per l’integrazione e il lavoro giusto. In pratica una cabina di regia che rilascia una sorta di “bollino di qualità sociale” alle aziende agricole virtuose che rispettano leggi e contratti e si impegnano a garantire ai lavoratori giuste retribuzioni e diritti, e a contrastare sfruttamento e lavoro nero. Sindacati e Associazioni datoriali hanno già inviato richiesta nelle scorse settimane al direttore dell’Inps e alla Prefetto di Modena per l’istituzione di questa cabina di regia a livello territoriale e hanno ricevuto le prime manifestazioni di disponibilità da parte di entrambi, mentre si lavora ad ulteriori sviluppi.
La “Rete del lavoro agricolo di qualità” discende dal Protocollo firmato recentemente dalla Flai Cgil con il Comune di Modena e diverse associazioni (Adir-Centro Interuniversitario su carcere, devianza, marginalità e governo delle migrazioni, Agci Agrital ER, Associazione Terra!) nell’ambito del progetto Ministeriale Diagrammi Nord per l’integrazione e il lavoro giusto in agricoltura. L’obiettivo è il contrasto allo sfruttamento della manodopera, specie di quella immigrata, il rispetto di leggi e contratti per la qualificazione del settore agricolo e la diffusione della cultura della legalità e la tutela del lavoro. Nell’ambito del progetto sono infatti previsti anche incontri e momenti formativi con beneficiari dei progetti di accoglienza del territorio (strutture Cas e Sai-ex Sprar), progetti rivolti a persone in condizioni di fragilità, o organizzati con le comunità di stranieri e associazioni della diaspora presenti nel territorio provinciale per sensibilizzare su regole e diritti dei lavoratori e sulle modalità per seguirli. Previsti anche incontri, seminari e confronti con le imprese agricole e le loro associazioni imprenditoriali per registrare le loro percezioni dei fenomeni di sfruttamento lavorativo”.
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