Alluvione, Golinelli (Lega): “Chi ha avuto responsabilità nella mancata prevenzione non può essere Commissario”
In seguito all'alluvione che la scorsa settimana ha colpito il territorio dell'Emilia-Romagna, in merito alla possibile nomina del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, a Commissario per la ricostruzione nelle zone colpite, il segretario provinciale della Lega, Guglielmo Golinelli, commenta quanto segue:
“Ad accertare eventuali responsabilità penali sull’alluvione in Romagna - afferma Golinelli - sarà la magistratura, ma non c’è alcun dubbio che esistano responsabilità politiche e che queste siano in capo a chi in questi ultimi 50 anni - amministrando la Regione - ha sovrainteso ai piani urbanistici comunali di tutta l’Emilia-Romagna, senza prevedere adeguatamente il rischio idrogeologico delle zone alluvionali, e ad opere idrauliche compensative alla cementificazione.
Dal 2014 - continua Golinelli - partendo con l’alluvione del fiume Secchia, ne sono seguite almeno altre sei (Enza, Nure, Parma, Baganza, Reno, Panaro) e tutte sotto il mandato di Bonaccini, che evidentemente non ha affrontato la questione del rischio esondazioni con la dovuta urgenza e con adeguati interventi; tant’è che sono state restituite risorse al Ministero dei Trasporti e di 23 opere previste ne sono state realizzate solamente 12. Il fiume Secchia infatti, ad ogni intenso fenomeno piovano consistente, rimane a rischio esondazione, con conseguente chiusura dei ponti, in particolare nella Bassa modenese: sintomo evidente di come non si sia fatto abbastanza per metterlo in sicurezza.
In questi anni - conclude il segretario provinciale della Lega - era necessario un piano straordinario di messa in sicurezza che non è stato realizzato: aumentare la capacità di invaso dei corsi d’acqua dragando gli alvei, tenere puliti argini e golene da animali fossori, siepi e tronchi, realizzare invasi e dighe, casse di espansione e vasche di laminazione; tutte azioni non fatte, perché si è preferito realizzare piste ciclabili e parchi fluviali (che sono in antitesi agli interventi necessari), salvo poi dare la colpa al cambiamento climatico. Chi ha avuto responsabilità nella gestione del territorio e nella mancata prevenzione non può essere oggi promosso a Commissario”.
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