Lezione sulle nuove biotecnologie sostenibili all’ITS “Calvi” di Finale Emilia
FINALE EMILIA - Continua la collaborazione tra agricoltori, università e ricerca per portare nelle scuole e negli istituti agrari del territorio, la tematica delle nuove biotecnologie sostenibili. Introducendo l’evento dal titolo “Missione Tea: scienza e scuola per l’agricoltura del futuro” - svoltosi stamattina all’ITS I. Calvi di Finale Emilia e promosso da Confagricoltura Donna Emilia-Romagna -, la dirigente scolastica Anna Maria Silvestris ha sottolineato «l’importanza delle interazioni tra studenti e mondo dell’agricoltura durante il ciclo di studi», ricordando che Confagricoltura fa parte del Comitato tecnico scientifico dell’Istituto. «L’agricoltura ha bisogno di giovani preparati, che sappiano distinguere tra fake news e scienza», ha detto ai cento studenti in platea il direttore regionale di Confagricoltura Emilia Romagna, Guido Zama, in veste di moderatore dell’incontro.
Luca Casoli, direttore del Consorzio Fitosanitario di Modena, si è concentrato sulle avversità atmosferiche che, spiega, «ci trovano impreparati vista anche l’impostazione della nuova politica UE “From farm to fork” (la restrizione sull’utilizzo di agrofarmaci), le temeprature in continua crescita, i rischi della siccità e dei ritorni di freddo primaverili e la diffusione di specie aliene, insetti o altri patogeni (funghi, virus e batteri). Quindi – prosegue – siamo di fronte a una svolta importante, a soluzioni alternative offerte dalla scienza, che dobbiamo imparare a conoscere». Ha citato, nello specifico, i progetti già avviati nel modenese nell’ambito delle TEA: uno dedicato al pero e l’altro alla vite, che si avvalgono delle nuove tecniche di cisgenesi, con serre di prova e applicazioni dirette.
Silvio Salvi, già studente della scuola di Finale Emilia, coordinatore del nuovo corso di laurea sulle biotecnologie agrarie vegetali dell’Università di Bologna - con sede a Imola, orientato a formare esperti del comparto -, è entrato nel dettaglio di come si fa il miglioramento genetico (ovvero cambiando una lettera nel genoma di una cellula), approfondendo i vari tipi di intervento dell’editing genomico.
La ricercatrice Matilde Passamonti dell’Università Cattolica di Piacenza si è soffermata sulle applicazioni di gene-editing per una zootecnia sostenibile e sul contributo genetico per l'adattamento ambientale e per la resistenza alle malattie degli animali in allevamento. Silvia Giuliani, biotecnologa, per anni ricercatrice presso il Dipartimento di Agraria dell'Università di Bologna, oggi rappresentante di Assosementi, ha posto infine l’accento sull’importanza di comunicare alla gente e alle aziende gli sviluppi della scienza e le sue applicazioni. Nelle conclusioni, la presidente di Confagricoltura Donna Emilia Romagna Diana Bortoli si è rivolta alle studentesse, affinché seguano gli esempi di donne che stanno raggiungendo grandi risultati, nell’ambito della ricerca e dell’innovazione.
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