Modena, grande successo per il convegno “Il futuro dell’automotive”
MODENA - Grande successo per il convegno “Il futuro dell'automotive”, organizzato dal gruppo ECR (Conservatori e Riformisti Europei) e da Fratelli d'Italia su iniziativa dell'eurodeputato Stefano Cavedagna (ECR – FDI) e svoltosi presso la Sala Ascom a Modena, al centro della Motor Valley.
Il coordinatore regionale di Fratelli d'Italia, Michele Barcaiuolo, ha moderato l'evento al quale sono intervenuti come relatori l'eurodeputato Stefano Cavedagna, il presidente del Ferrari Club Italia Vincenzo Gibiino, il vicepresidente ANFIA Marco Stella e il coordinatore della Commissione Sicurezza della Federazione Motociclistica Italiana Ettore Pirisi.
“Siamo in battaglia - ha dichiarato Cavedagna -. La scelta che ha portato avanti la precedente Commissione Europea è stata quella di arrivare, dal 2025 al 2035, all'abbattimento di CO2 dal 15% allo 0%. Non è più tollerato alcun motore a combustione. Questo ci porta ad abbandonare non solo i carburanti tradizionali, ma anche quelli rispettosi dell'ambiente: lottiamo contro una conversione “religiosa” e miope. Questa scelta ci fa schiantare contro un muro. Il -22% del gruppo Stellantis e l'oltre il -25% del gruppo Volkswagen sono indicativi. Nel settore automotive, tutta la filiera, da chi produce e brandizza tappetini a chi fa le supercars, che comunque hanno l'esenzione da questo regolamento, ci sono 13 milioni e 600.000 lavoratori in Europa, che rischiano di andare a casa. Un tempo la sinistra si occupava dei lavoratori, ora non lo fa più, ci pensiamo noi. Noi siamo per la neutralità tecnologica. Lasciamo decidere ai consumatori”. Ci sono criticità concrete da risolvere. “Non siamo estrattori di litio. La Cina ha prezzi bassissimi e ha già penetrato il mercato. Ad oggi si prevede che il 30% dell'energia elettrica prodotta è data dalla combusione di carburanti fossili. Noi chiediamo di investire sul nucleare di quarta generazione”. E la sinistra? “Questa è una battaglia che deve fare tutto il sistema Italia. La sta facendo il Governo, ma deve farla tutto il sistema produttivo del settore auto e tutto il sistema politico, compresa la sinistra. Li vedo un po’ silenziosi. Spero che non siano loro la causa della distruzione del settore auto. Bonaccini si è dimenticato della Motor Valley? Lui e la sinistra sostengano la nostra battaglia, la battaglia dell'Italia”.
L'eurodeputato Cavedagna vuole andare fino in fondo. “La nuova povertà del terzo millennio è quella legata alle povertà ambientali. Cosa dice la sinistra? Ci saranno persone che non si potranno permettere auto elettriche o case A++. Questa scelta religiosa da ambientalismo di salotto, porterà alla progressiva distruzione, già cominciata, del settore dell'automotive. Grazie al Governo italiano e al Ministro Urso abbiamo depositato in Consiglio Europeo un documento che sostiene la revisione del regolamento vigente. Il 31 gennaio la Von der Leyen ha aperto un tavolo con gli attori del settore automotive, tavolo che si chiuderà il 4 marzo. Il 5 marzo verranno pubblicati i risultati. Faccio chiamate alle armi a chi lavora nel settore e ai cittadini: dobbiamo condurre una battaglia a livello europeo. Non bisogna aspettare il 2035 o il 2030, così distruggiamo con certezza il settore automotive. Combattiamo questa battaglia insieme, a costo di portare le nostre auto sotto il Parlamento Europeo”.
Sulla stessa lunghezza d'onda Vincenzo Gibiino, presidente del Ferrari Club Italia: “L'eurodeputato Cavedagna ha usato una espressione forte e corretta: la chiamata alle armi. Quelli fatti sono errori strategici, servono decisioni corrette e mirate. Un lavoratore che va a casa diventa un problema anche per lo Stato che se ne occupa, altro che azzeriamo la CO2 così nel 2035 respireremo meglio. Occorre una revisione del Green Deal, che porta avanti una visione ideologica. Nel mondo l'inquinamento degli autoveicoli oscilla attorno all'1%, parliamo del nulla. Se andiamo tutti verso l'elettrico, dobbiamo rottamare tutto il parco auto che abbiamo. Se lo trasferiamo nei Paesi meno sviluppati, l'inquinamento sale. Calcolando che ognuno di noi dovrebbe avere un punto di ricarica, lo Stato dovrebbe farsi carico di installare 0,1 colonnine per vettura, il che significa da 2,6 a 8,1 milioni di colonnine, che vanno allacciate. Non so chi possa avere pensato una cosa del genere”.
Le scelte dell'Europa scontentano anche Marco Stella, vicepresidente ANFIA: “Nessuno sta seguendo le politiche europee nel settore automotive. Dobbiamo anticipare la revisione della normativa sulla CO2. Cerchiamo supporto anche della Francia, per avere maggior forza. Questo approccio ideologico sta facendo male a tutti, dal settore automotive alla politica e ai cittadini”.
Ettore Pirisi, coordinatore Commissione Sicurezza Federazione Motociclistica Italiana, richiama alla realtà: “I motociclisti non useranno mai una moto elettrica, perché usano le moto per viaggiare e anche le moto elettriche più performanti oggi non arrivano a 250 km di autonomia. Certo, potrà aumentare l'autonomia, ma non si arriverà mai all'agilità che oggi le moto danno al motociclista. Il Sole 24 Ore nel 2022 ha prodotto una ricerca secondo cui circa 12 milioni di autoveicoli entrano dall'estero. Se anche fossero la metà, sono turisti. Se dovessimo passare all'elettrico, nell'arco di dieci anni dovremmo passare ad un altro combustibile, penso all'idrogeno o al metanolo. Io chiedo di fermarci e di riflettere un attimo. Quello che si sta proponendo è basato su una fotografia ingiallita del traffico e dell'inquinamento europei”.
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