Referendum, Sabattini (Pd): “Scegliere il Sì per tutelare qualità del lavoro e diritti”
“In vista dei prossimi referendum dell'8 e 9 giugno, vorrei innanzitutto ribadire con forza l'importanza di recarsi alle urne. Attraverso il voto, facciamo in modo che la voce dei cittadini non venga silenziata da strategie di astensione o da campagne di disinformazione”.
Prende posizione sulla prossima campagna referendaria il consigliere regionale del Partito Democratico Luca Sabattini.
“È inaccettabile il silenzio assordante del servizio pubblico radiotelevisivo sui referendum dell'8 e 9 giugno 2025, come è irresponsabile che le forze di governo invitino all’astensione. Sono i primi a sottolineare ad ogni tornata elettorale il dramma dell’astensionismo crescente, salvo poi incentivarlo quando fa comodo”.
“Il voto non è solo un diritto, ma anche una responsabilità” – continua il consigliere dem – “e il referendum è l'unico strumento di democrazia diretta previsto dalla nostra Costituzione, che ci permette di incidere direttamente su scelte che condizionano la qualità della vita delle cittadine e dei cittadini e contribuire alla costruzione di un'Italia più equa, in cui le persone contano più dei privilegi e dei giochi di potere”.
I quesiti referendari su cui saremo chiamati a esprimerci toccano temi fondamentali della nostra convivenza civile: dalla protezione contro i licenziamenti ingiustificati alla riduzione della precarietà, dalla sicurezza sul posto di lavoro fino all'accesso alla cittadinanza per chi vive, lavora e contribuisce al nostro Paese.
“4 dei 5 quesiti pongono l’attenzione sul Lavoro, uno dei temi più trascurati e sottovalutati” -– commenta Sabattini. “Mentre il Governo annuncia nuovi posti di lavoro, non una parola viene spesa sui dati che ne riguardano la precarietà e la povertà crescente. In Italia, la precarietà del lavoro è un problema strutturale che colpisce principalmente i giovani e le donne, con un aumento dei contratti a termine e part-time. Strutturale sta diventando anche il lavoro sottopagato e oggi ci ritroviamo fasce sempre più ampie di popolazione che, pur lavorando, vivono ai limiti della soglia di povertà”.
“Il lavoro non è solo un mezzo di sostentamento – precisa Sabattini - ma è espressione della dignità della persona, fondamento della stabilità sociale e collante essenziale della coesione tra individui e comunità. Quando il lavoro è sottopagato, precario, insicuro, si alimentano disuguaglianze, si indebolisce il senso di appartenenza e si compromette la fiducia nel futuro e nelle istituzioni. Non ci perde solo il singolo lavoratore, ma ci perde tutta la società, incluso il sistema economico, che non potrà certo trarre giovamento da cittadini che non sono in grado di partecipare alla fiscalità generale. Per questo ai referendum andrò a votare con convinzione e voterò 5 sì”.
Conclude Sabattini: “Aldilà del merito specifico dei singoli quesiti del referendum, nel come intendiamo il lavoro si marca la grande distanza tra il Governo e le forze di centrosinistra. Per questo, in questa tornata referendaria, al netto delle differenze di voto che anche dentro al PD sono emerse, impegnarsi per portare le persone a votare è una battaglia di civiltà".
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