Ospedale di Mirandola, la preoccupazione serpeggia tra i consiglieri dell’Unione Comuni Area Nord
MIRANDOLA - Nota dei Consiglieri Delle Liste Lega Per Salvini Premier, Liste civiche, Fratelli d’Italia, libera scelta, crescere Cavezzo, Forza Italia sulla questione operatività dell'ospedale di Mirandola. Riportiamo in forma integrale:
Preoccupati e anche tanto per l’esito dell’incontro di mercoledì 7 Ottobre in Commissione Sanità, tra i consiglieri UCMAN e i vertici dell’Ausl. Ai tanti quesiti sollevati è stato risposto solo parzialmente, per tacere di quelli abilmente elusi. E ciò, a partire dalla questione cruciale sancita dalla CTSS di Luglio 2020: portare l’ospedale di Mirandola al medesimo livello operativo di quello di Carpi. Un obiettivo dalle modalità ancora in fase di elaborazione e tutt’altro che chiare, per tacere del rientro della cardiochirurgia, della medicina di urgenza, del CUP etc. Un progetto che non è sostenibile, né gestibile, né praticabile. Le due strutture devono permettere di coprire le esigenze del distretto in maniera sinergica tra di loro, pena lo sminuimento di una delle due. Se l’ospedale di Mirandola non viene gestito al meglio, ossia in autonomia, rischia di fare la fine del fu ospedale di Finale Emilia. Tutti i sindaci dell’area nord oggi stanno chiedendo conto di quanto promesso dal famoso PAL del 2011. Promesse al momento ancora tali e da cui scaturisce la nostra ferma richiesta di revisione del PAL. Riconosciamo che negli ultimi anni, e soprattutto nell’ultimo periodo di emergenza Covid, è stato investito molto nel distretto di Mirandola Sia in termini di persone che di apparecchiature. Resta però molto da fare. Le scelte politiche di programmazione sanitaria regionale si sono rivelate errate per l’area nord e il depauperamento progressivo dei servizi sanitari susseguitosi, si è ritorto pesantemente in termini elettorali anche contro il PD. Il Modello hub e spoke non è in discussione ma l’accesso dal nostro territorio a questi centri di primo livello (e viceversa) risulta fortemente penalizzante per i cittadini. Al punto che i vertici locali pare ora siano intenzionati ad invertire la marcia. Tiriamo un sospiro di sollievo rispetto all’accantonamento (auspichiamo definitivo) della realizzazione di un Osco all’interno dell’ospedale di Mirandola. Premette, l’opportunità e la possibilità di utilizzare quegli spazi per incrementare l’offerta di servizi, ed attrarre professionisti: pochi purtroppo al momento e quindi indispensabili per garantire cure di qualità. Anche per limitare se non eliminare, il grave problema dell’elevata mobilità passiva (ben maggiore di quella attiva) verso altre provincie e regioni. Situazione paradossale, in un distretto che gode dell’opportunità indotta del polo biomedicale, della possibilità di interagire con l’università e dello sviluppo della telemedicina Anche noi riteniamo che l’offerta sanitaria non debba essere prestabilita, ma adattarsi alle condizioni presenti del territorio, valutando effettivamente le esigenze ed investendo per realizzare una sanità di diritto e a portata di tutti. Ciò però non significa basarsi sulla disponibilità economica del MES, considerate le insidie che il fondo nasconde e che potrebbero penalizzarci ancora di più. Restiamo convinti che se si lavora insieme, compatti sulle decisioni politiche da adottare, riusciremo ad ottenere risultati concreti. Contrariamente il destino dell’ospedale di Mirandola è facilmente immaginabile. Vigileremo dunque attentamente sui prossimi eventi e lotteremo consci di difendere il diritto di tutti alla salute.
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