Concessione A22, norma pro-Autobrennero, Tagliavini: “Festeggiamenti con tarallucci e vino”
Nota di Silvano Tagliavini del Coordinamento cispadano NO autostrada – SI’ strada a scorrimento veloce, a commento dell’inserimento nel decreto ristori della norma pro Autobrennero e festeggiamenti in Regione:
Festeggiamenti con tarallucci e vino
In questi giorni le cronache locali hanno riportato i festeggiamenti a “tarallucci e vino” di alcuni esponenti politici regionali per l’inserimento nel Decreto “RISTORI quater” della norma che permette ad Autobrennero di liquidare forzosamente i soci privati ed essere così nella condizione di avere il rinnovo della Concessione della A22. Ma è proprio così ?
E’ bene dunque analizzare la cosa perché non tutto è come sembra. Come primo punto è doveroso evidenziare che inserire una norma che riguarda una concessione autostradale in un decreto specifico per affrontare un problema economico dovuto alla pandemia è perlomeno di cattivo gusto, volendo usare un eufemismo e che, sia la Corte dei Conti in una sentenza del marzo 2020 sia l’Autorità garante della concorrenza e del libero mercato, hanno ribadito che dal punto di vista economico, per lo Stato, sarebbe più vantaggiosa la gara pubblica.
Seguono poi molteplici variabili che possono fermare o comunque rallentare l’attribuzione della nuova concessione: stiamo parlando di un Decreto che nel suo iter di approvazione al Parlamento può ancora subire cambiamenti. La norma contenuta nell’Art. 25 ha una sua dubbia costituzionalità (Art. 43 della Costituzione) e un evidente limitazione della libertà di impresa (il che sarebbe un brutto precedente). I soci privati di Autobrennero potrebbero, non fosse altro che per alzare il prezzo di liquidazione, fare ricorso al TAR il che bloccherebbe il tutto per almeno un anno o due. Non è ancora stato detto quale sarà l’importo da liquidare ai soci privati: i 160 milioni di euro da loro chiesti o i 70 indicati dalla Corte dei Conti di Trento ? Di qualsiasi cifra si parli, da dove verranno presi i soldi ? Ognuno dei soci pubblici è in grado di versare la propria quota ? E come faranno quelli minori, come la Provincia di Modena o quella di Reggio, a trovarli anche alla luce del fatto che non può essere utilizzato il “fondo ferrovia” ? E poi: quali saranno le ricadute sulla Cispadana e la Bretella Campogalliano Sassuolo ? Come verrà risolta l’esigenza di ricapitalizzare le due Società in seria difficoltà economica ? (si parla di centinaia di milioni). Sempre alla luce della sentenza del marzo 2020 della Corte dei Conti, Il Project financing potrà ancora essere utilizzato?
Indipendentemente da tutto questo, sia la Bretella che la Cispadana autostradale sono opere evidentemente inutili viste le alternative, ferroviarie e viarie, in campo. Per la Cispadana c’è poi da aggiungere la insostenibilità economica dell’opera dichiarata dalla stessa ARC nel proprio bilancio 2018 (effetto BRE.BE.MI.). Tesi confermata dal fatto che la stessa Regione ha prima aumentato il proprio impegno finanziario di 100 milioni (2019) e attualmente ha formalmente richiesto allo Stato di discutere o la statalizzazione dell’opera o un finanziamento a fondo perduto da parte dello Stato stesso (a questo punto verrebbe da chiedersi cosa serva fare un bando di gara per l’assegnazione ad un soggetto privato della realizzazione e della gestione dell’opera con lo strumento del Project financing).
Per tutte queste ragioni e per tanto altro si imporrebbe massima cautela prima di festeggiare. Ma la cautela è figlia di buon senso e un pizzico di pudore. Cosa evidentemente non da tutti.
Sul Panaro on air
An error occurred:
The request cannot be completed because you have exceeded your quota.