Gioco d’azzardo, Modena è la provincia dell’Emilia-Romagna in cui si spende di più
di Simone Guandalini
Modena è la provincia dell'Emilia-Romagna in cui si spende di più per il gioco d'azzardo. E' un dato non incoraggiante quello da cui trae origine l'indagine "Non è un bel gioco. I giovani della provincia di Modena e il gioco d'azzardo", realizzata da Federconsumatori Modena, con il patrocinio del Comune. Il report sul gioco d'azzardo è stato prodotto tramite la somministrazione di un questionario a 1.106 ragazzi e ragazze delle scuole superiori di Modena e provincia e le conclusioni sono state esposte nella giornata odierna da Marzio Govoni, presidente di Federconsumatori Modena, Pamela Bussetti e Giuseppe Sandro Dima.
Per capire meglio quali siano le problematiche legate al gioco d'azzardo nel modenese, alcuni dati: nell’ultimo anno prima della pandemia (2019) i modenesi hanno speso per il solo gioco fisico oltre un miliardo di euro, perdendo in questo modo ben 245 milioni di euro. Ogni modenese, neonati compresi, ha giocato, nei canali fisici, 1.482 euro pro capite, perdendo 345 euro. A questi vanno aggiunti 600 euro, sempre pro capite e neonati compresi, giocati nel 2019 nei diversi giochi online. Cifre enormi, rileva Federconsumatori Modena, che mettono la nostra provincia in testa alla classifiche regionale: nel dettaglio, sono cinque i comuni modenesi dove la spesa pro capite complessiva per gioco d’azzardo ha superato addirittura quella alimentare: Sassuolo, Carpi, Formigine, Savignano e Modena. I primi quattro hanno anche visto il sorpasso sulla spesa sanitaria, pubblica e privata.
Dall'indagine realizzata da Federconsumatori Modena emerge, poi che, tra ragazzi e ragazze sottoposti al questionario, i problemi maggiori, in relazione al gioco d'azzardo riguardano la sottovalutazione del problema: Circa la metà di chi ha risposto al questionario, infatti, non considera lotto, lotterie e Gratta&Vinci come veri e propri giochi d’azzardo. Un dato che ridimensiona di parecchio una risposta con caratteristiche positive: il 97% è a conoscenza del divieto di gioco ai minori. Si sottovaluta, inoltre, quanto viene speso mediamente in Italia per l’azzardo fisico e on line: solo il 12% risponde correttamente (circa 1900 euro), mentre il 62% indica somme al di sotto della metà.
Al contrario, invece, ad essere sopravvalutati dai giovani modenesi sono i risultati del gioco e, in particolare, le possibilità di vincita: Probabilmente spinto anche dalle campagne pubblicitarie e dalle notizie di vincite clamorose, un 75% del campione sopravvaluta largamente le effettive possibilità di vincita. Prova ne sia il fatto che il 23% dichiara che nella propria famiglia ci sono state vincite ingenti. Una affermazione che cozza però con i numeri, che, come si vede nel grafico sottostante, riportano ai minimi termini le possibilità di vincite significative.
I ragazzi giocano d’azzardo? Il 28% di coloro che hanno risposto al questionario dichiara di essere entrato almeno una volta in una Videolottery. Si parte dal 20% dei quattordicenni e si arriva al 50% dei ventenni, con una progressione che “esplode” con l’arrivo alla maggiore età. L’altro dato da tenere d’occhio è quello di come i ragazzi vedono il proprio futuro di giocatori, o di non giocatori. L’88% esclude la possibilità di giocare d’azzardo nel futuro, mentre il 12%, rileva Federconsumatori Modena, dichiara questa possibilità, prevalentemente online.
Ragazzi e ragazze sono, poi, pressoché d'accordo nel tracciare il ritratto del giocatore d’azzardo tipo. Uomo, soprattutto disoccupato (ma a seguire lavoratore), non particolarmente giovane, che gioca sia per svago che per la necessità di avere entrate economiche. Per molti versi un perdente, illuso di risolvere i propri problemi giocando. Solo il 4%, emerge dal report di Federconsumatori, vede come giocatore tipo una donna.
Pesa la sottovalutazione dei giochi più tipicamente a partecipazione femminile: il Gratta&Vinci, il Lotto, il Bingo. Ma analizzando altre risposte pare chiaro che le differenze, se ci sono, risultano contenute, e vanno ricondotte alle diverse tipologie di gioco. Ad esempio il 52% delle ragazze ed il 58% dei ragazzi dichiara di aver speso soldi nei giochi d’azzardo. Quindi non pare esserci una questione di genere nell’azzardo, ma semmai una divisione tra giochi più praticati dai maschi (scommesse sportive, poker on line ecc.) e giochi più praticati da femmine.
L’indagine, sottolinea infine Federconsumatori Modena, dimostra quanto sia importante dare corso pieno ai contenuti della normativa della Regione Emilia-Romagna, a partire dal cosiddetto distanziometro. La vicinanza, spesso la contiguità delle sale giochi con i luoghi dove sono presenti ragazzi e ragazze, le luci delle slot che si riflettono sulle finestre delle scuole, debbono diventare, quindi, soltanto un ricordo del passato.
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