Non ha vinto ma ha vinto: il fenomeno Benedetta Pincelli fa paura ai partiti
FINALE EMILIA – L’aspettativa, certo, era vincere, si corre per quello. Ma anche se non ha vinto, è un successo pieno quello di Benedetta Pincelli alle elezioni amministrative di Finale Emilia. Chiude la sua corsa al primo turno con 1.436 voti, a un’incollatura dal candidato che va al ballottaggio (il leghista Palazzi, che ne ha 234 in più) e superando quello del Movimento Cinque Stelle, Veronesi che si è fermato a 1.271.
Un risultato straordinario per chi è nato politicamente ieri. Sì, perché la Pincelli non ha un partito alle spalle. Le due liste che la sostengono sono civiche. E’ uno dei pochi veri candidati civici. Ha saputo sapientemente giocare tra le definizioni di “lista civica di centrodestra” e di “centro”, rivendicando i candidati di sinistra-sinistra che è riuscita a convincere.
Bisnonno sindaco – Carluccio Grossi, durante la Grande Guerra – suo padre Antonio Pincelli è un volto conosciuto della politica finalese. Fortunata l’alleanza della prima ora con Mirco Garutti, esperto politico di destra e appassionato cittadino, che ha potuto rivendicare la sua integrità politica rientrando sommessamente nell’agone dopo avere sbattuto al porta a Sandro Palazzi quando era nel momento di massimo fulgore.
Sapiente la scelta dei successivi compagni di viaggio, che ha indicato come assessori. Personaggi come Luca Cappello, che hanno un consenso personale notevolissimo.
Convincente il programma, anche se quando ha annunciato di voler spostare la statua di San Zenone in piazza non ha scaldato gli animi di nessuno. Entrata in campagna elettorale per prima, l’ha portata avanti con ordine e con toni puliti.
Quarantaquattro anni, tre figli (di cui una prematuramente scomparsa), laureata in architettura che a Finale ha da poco aperto un negozio di alimenti senza glutine, la Pincelli è stata il volto nuovo della politica finalese. Ed è riuscita a togliere voti a tutti, portando anche gente nuova alle urne. Ora è il momento di andare all’incasso: col suo pacchetto di voti è lei l’ago della bilancia del ballottaggio. E chissà se, uscita dalla politica dalla porta, non ci rientri dalla finestra.
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