Massa Finalese, “Impianto a biometano in un’area naturalistica”: l’Osservatorio chiede risposte
FINALE EMILIA - Attraverso una nota stampa, l'"Osservatorio civico Ora tocca a noi" interviene sul tema dell'impianto a biometano di Massa Finalese, chiedendo risposte alla Giunta e al neosindaco di Finale Emilia, Marco Poletti:
"Occorre squarciare il velo su un'altra vicenda poco chiara che riguarda uno dei tanti impianti di trattamento rifiuti che ricadono sul territorio comunale di Finale Emilia, l'impianto Aimag di Massa Finalese. Questo impianto nasce come compostaggio di rifiuti organici per la produzione di ammendanti e tutti ricorderanno, in particolari gli abitanti di Massa Finalese, i terribili olezzi che per lunghi anni hanno dovuto subire proprio a causa di questo impianto, che per tanto tempo ha tenuto all'aperto, senza protezione, i processi di fermentazione aerobica dei rifiuti organici, origine poi di questo insopportabile impatto sui cittadini massesi. In seguito ad un progetto presentato nel 2016, Aimag ha potuto costruire un nuovo impianto aggiuntivo per la produzione di biogas ed un sistema Upgrading per la produzione di biometano. Ma procediamo con ordine. L' impianto in questione ricade nel sito ZPS denominato "LE MELEGHINE" e nella più vasta zona IBA 217 denominata "Zone umide del Modenese". ZPS significa Zona a Protezione Speciale e sta ad individuare un'area di salvaguardia degli ambienti naturali, con particolare riguardo alla flora, alla fauna ed agli habitat di interesse Comunitario, tutelati ai sensi di varie direttive della Comunità Europea, al fine di ottenere un miglioramento del loro stato di conservazione. In effetti all' interno di questa zona ZPS si trova l'Oasi di protezione della fauna definita "impianto di fitodepurazione Le Meleghine" che, nato come impianto depurativo delle acque, ora ha assunto un'importanza naturalistica straordinaria a livello europeo in quanto sito crocevia di migrazione e rifugio per l'avifauna. L'area ZPS " LE MELEGHINE" rappresenta un vero e proprio patrimonio per tutta la collettività e sta assumendo sempre più valore naturalistico di importanza e fama europea. Ma allora come è possibile che in un sito così fondamentale per l'ambiente e riconosciuto a livello Europeo sia presente un impianto industriale che tratta rifiuti? La risposta è altrettanto semplice: li un impianto di questo genere non doveva starci!!! Il peccato originale è quello di avere autorizzato l'originario impianto di compostaggio Aimag, pochissimo tempo prima dell'istituzione e riconoscimento della zona Zps, dimenticando però che quello che fa testo è il momento della richiesta di istituzione del sito, che avvenne prima. Per essere più chiari, la prima grande violazione messa in atto è quella di avere autorizzato, da parte della Regione Emilia-Romagna, l'impianto, in una fase successiva alla data di richiesta istitutiva dell'area protetta, violando così le normative europee. Tutti i siti definiti ZPS fanno parte di una rete definita RETE NATURA 2000 ed è competenza delle Regioni adottare attraverso regolamenti cogenti tutte le misure di conservazione efficaci per la tutela degli habitat naturali. Il regolamento adottato dalla Regione Emilia-Romagna per i siti Natura 2000, all'interno delle ZPS afferma "...È vietato realizzare nuove discariche o nuovi impianti di trattamento e di smaltimento di fanghi e rifiuti nonché l'ampliamento di quelli esistenti in termini di superficie..." È qui il problema, in quanto con il progetto del 2016 Aimag ha potuto costruire un nuovo impianto industriale, costituito di fatto da due processi industriali che prima non c'erano, ovvero il processo anaerobico per la produzione di biogas ed il sistema upgrading per la produzione di bioemetano. Cosi facendo si è violato il regolamento regionale RETE NATURA 2000 Emilia-Romagna che dice espressamente che in zona ZPS non si possono realizzare nuovi impianti di trattamento e di smaltimento di fanghi e rifiuti. Si sono violate inoltre le normative Europee e Aimag non può nemmeno appellarsi al fatto che questo sia un ampliamento di un' impianto esistente, in quanto il processo industriale preesistente era un impianto di compostaggio con l'obbiettivo di produrre ammendanti per l'agricoltura che niente a che fare con i due nuovi impianti industriali costruiti per la produzione di biogas e successivamente di bioemetano. Questi di fatto sono nuovi impianti che non dovevano essere autorizzati e che per altro stanno comportando un continuo aumento dei rifiuti trattati, infatti si è passati dalle 30.000 tonnellate/anno di rifiuti trattati originariamente, ad un primo incremento a 40.000 tonnellate per giungere alle attuali 50.000 tonnellate di rifiuti trattati che ogni anno arrivano nel nostro territorio. La nuova giunta come pensa di affrontare questo problema?"
- Bellco, progressi nella vertenza: corsa a tre per rilanciare il sito di Mirandola
- Bastiglia e Bomporto, Case Smeraldo aperte fino al 27 gennaio. Il 40% degli utenti ha già ritirato la tessera
- Iscrizioni scuola: 6 studenti su 10 hanno già le idee chiare su cosa fare "da grandi"
- Elisa Cugini eletta presidente di Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna
- A Carpi la liberazione femminile tra politica, storia e letteratura
- "Brevi giorni e lunghe notti", a San Prospero Gabriele Genovese racconta un paese di straccioni, porci e re
- All'Università di Modena crescono gli iscritti
RESTO D'ITALIA E MONDO
SALUTE
Sul Panaro on air
An error occurred:
The request cannot be completed because you have exceeded your quota.