Un milione di studenti dice no alla religione cattolica a scuola
Un milione di studenti dice no alla religione cattolica. I dati ministeriali su Irc sono stati finalmente liberati.
Grazie a una richiesta di accesso civico generalizzato, Uaar e #datibenecomune hanno avuto la possibilità di esaminare per la prima volta i dati relativi alla scelta dell’Irc raccolti dal Ministero dell’Istruzione. Le cifre, nonostante qualche imperfezione, forniscono una prima fotografia del fenomeno in Italia e sono ora a disposizione di tutti.
Oltre un milione di studenti nelle scuole pubbliche non si avvale dell’Insegnamento della religione cattolica (Irc), la scelta di non avvalersi cresce al crescere dell’età, i licei artistici sono gli istituti più “laici” con una percentuale del 28,44% di non avvalentisi, mentre tra le regioni primeggia la Toscana con il 25,23% di “no” all’insegnamento religioso.
Sono alcuni dei risultati dell’analisi del dataset di cui l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar) e #datibenecomune sono venuti in possesso a seguito della richiesta di accesso civico ai dati presentata al Ministero dell’Istruzione.
«Tra i tanti dati che il Ministero dell’Istruzione mette a disposizione nel suo Portale unico dei dati della scuola mancano quelli relative all’Irc – spiega Andrea Borruso di #datibenecomune – per cui finora l’unica fonte di informazione in merito a una questione così rilevante che riguarda cosa succede nelle scuole pubbliche italiane era, paradossalmente, la Conferenza episcopale italiana, la quale però snocciola solo delle percentuali per macroaree. L’auspicio è che a seguito di questa iniziativa congiunta i dati vengano pubblicati in formato aperto e interoperabile direttamente dal Ministero».
«Il Ministero non ha risposto a tutte le nostre domande», spiega il segretario dell’Uaar, Roberto Grendene. «Per esempio non sappiamo il dettaglio delle scelte alternative all’Insegnamento della religione cattolica, perché – ci hanno spiegato – è un dato non rilevato. Gli elementi che ci hanno fornito rappresentano però un primo passo importante, che consente di estrarre informazioni inedite e interessanti. In totale, nell’anno scolastico 2020/21, su 7.214.045 studenti frequentanti le scuole statali, 1.014.841 non si sono avvalsi dell’Irc (il 14,07%), con un trend in crescita (erano il 12,90% nel 2018/19 e il 13,53% nel 2019/20). Le tre regioni con il più alto tasso di non avvalentisi sono Toscana (25,23%), Emilia-Romagna (24,84%) e Liguria (24,61%), quelle con i tassi più bassi Molise (3,16%), Campania (2,72%) e Basilicata (2,57%). A livello di provincia, si va da Firenze con il 36,67% a Barletta-Andria-Trani con l’1,56%. La scelta di non avvalersi dell’Irc cresce con l’età (scuole dell’infanzia 10,59%; scuole primarie 10,20%; scuole secondarie di primo grado 12,73%; scuole superiori 19,76%). Per quanto riguarda le scuole superiori, il tasso è più alto negli istituti tecnici e professionali (22,76% e 23,49%, rispettivamente) che nei licei (16,05%), con l’eccezione dei licei artistici che vantano il record del 28,44%».
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