Appunti di gusto, tutto quello che c’è da sapere della tabacchiera
di Francesca Monari
Con “pesca tabacchiera” detta anche platicarpa o saturnina, si indica una rara varietà di pesche a pasta bianca, curiose per la forma schiacciata. Originarie della Cina, in Italia sono prodotte principalmente alle pendici dell’Etna, ma dalla fine degli anni’80 sono molto diffuse anche nelle Marche.
La pesca piatta è stata migliorata dagli ibridatori americani. In Europa sono già diffuse pesche simili con la polpa più soda, meno delicata e più resistente agli attacchi parassitari.
E’ una pesca di taglia medio piccola, ha la polpa bianca molto profumata e il nocciolo molto piccolo.
Dell’albero di pesco non si utilizzano solamente i frutti. Per aiutare il riposo notturno ci si può aiutare con tisane e infusi a base dei suoi fiori.
Sapevi che i fiori di pesco si sviluppano prima delle foglie?
Conosci il detto “avere la pelle liscia come una pesca”? Deriva dal fatto che Il frutto contiene le vitamine A e C che lo rendono un ottimo idratante naturale, utilizzato spessissimo nella cosmetica.
La pesca è inoltre un ottimo stimolatore di melanina: favorisce infatti l’abbronzatura proteggendo, al tempo stesso la nostra pelle.
Ma la tabacchiera, utilizzata anche in abbinamento a carne e pesce, e adatta a confetture solo se utilizzata non troppo matura, è solo una delle tante varietà di questo frutto. Eccone alcune seguite dall’utilizzo consigliato:
A pasta gialla, ideale per le marmellate.
A pasta bianca, ottima per le macedonie e per i gelati.
La pesca noce, ideale per i dolci.
La percoca, ideale per preparare una versione italiana della sangria, ed infine la Pesca di Leonforte, la pesca tardiva che si coglie a settembre e per questo chiamata anche settembrina, è la regina delle pesche sciroppate.
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