Mirandola, nido “Il paese dei balocchi” esternalizzato? L’Amministrazione: “Massimo impegno per stabilizzare il personale”
MIRANDOLA - Attraverso una nota stampa, l'Amministrazione comunale di Mirandola interviene in merito alla questione asilo nido "Il paese dei balocchi", dopo l'allarme lanciato da Cgil Mirandola riguardo il futuro del personale che lavora nell'asilo in caso di esternalizzazione del nido:
"Si è tenuto nella mattinata di lunedì 3 aprile l’ultimo incontro tra i rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali, gli Rsu, i dirigenti e gli Amministratori del Comune di Mirandola sul futuro del nido di infanzia "Il paese dei balocchi". Ad oggi, infatti, la gestione di questo e degli altri nidi in capo all'UCMAN è portata avanti da ASP, dopo che la scorsa estate l'Unione ne aveva conferito per un anno la conduzione. Con il termine dell'anno educativo il servizio tornerà in capo al Comune di Mirandola e da qui la necessità di un confronto diretto. L'Amministrazione ha dato conto delle valutazioni degli ultimi mesi, evidenziando l'impegno portato avanti dell'Ente sul fronte assunzionale nel bilancio di previsione e relativo piano del fabbisogno 2023-2025, in cui è previsto il più ampio investimento di risorse possibile, per l'assunzione di oltre 20 lavoratori. Assunzioni in diversi settori, rese necessarie dalla progressiva erosione degli organici, che per lungo tempo non hanno potuto vedere realizzate le sostituzioni per turnover da pensionamento. I meccanismi determinati da un quadro normativo molto restrittivo hanno, infatti, determinato la possibilità di intervenire con queste sostituzioni prima con un rapporto del 25% (quindi un'assunzione ogni quattro pensionamenti), poi del 50% e solo progressivamente a totale ricopertura. Da qui la necessità di garantire il ri-allineamento negli organici di diversi settori, da troppo tempo in sofferenza, con riverberi sempre più negativi sia sulla qualità del lavoro degli stessi dipendenti, che sulla qualità dei servizi erogati.
La valutazione sulla futura gestione del nido si è quindi sviluppata all'interno di questo quadro generale: tenendo conto delle necessarie assunzioni nei servizi che, per loro natura, non possono essere oggetto di gestione in appalto (il servizio tecnico, l'anagrafe, i servizi sociali, ecc) e l'impossibilità di assumere personale educativo e ausiliario in misura tale da poter garantire una piena gestione diretta - fermo restando l'impegno preso con il personale assunto a tempo indeterminato che rientrerà a Mirandola e che vedrà garantito il mantenimento delle proprie mansioni. Si è anche tenuto conto del fatto che su Mirandola già l'altro nido d'infanzia comunale (La Civetta) è da tempo gestito da una cooperativa in appalto, con livelli di qualità e soddisfazione dell'utenza che si sono dimostrati molto positivi. Così pure l'impegno per la realizzazione di un nuovo nido - per il superamento delle graduatorie d'attesa e delle esclusioni - porterà a ulteriori circa 15 nuovi posti di lavoro, per cui l'assunzione diretta da parte del Comune non sarebbe comunque sostenibile. Proseguire con la gestione in capo ad ASP, come caldeggiato dai rappresentanti sindacali, non consentirebbe ulteriormente questo sviluppo assunzionale, determinando il ribaltamento del 70% del costo del personale sul limite del Comune, che quindi non potrebbe dar luogo alle assunzioni nei servizi non appaltabili, se non in misura residuale e insufficiente. Una scelta, quella dell'appalto di servizi, che non si basa su una motivazione economica, bensì su condizioni indifferibili nella gestione della capacità assunzionale e di conseguente buon funzionamento di tutto l'Ente.
La gestione in appalto degli asili nido è un tema di ordine nazionale, acuitosi via via nel tempo per l'impossibilità di molti Enti di garantire il mantenimento diretto di quegli organici, non tanto e non solo per ragioni economiche, ma piuttosto per i limiti imposti da una normativa stringente, che solo recente ha conosciuto un allentamento. Da questo punto di vista l'impegno a valutare altre esperienze nel territorio, che possano consentire non tanto una minore spesa, quanto una gestione della capacità assunzionale più confacente alle necessità dell'Ente, c'è e rimane".LEGGI ANCHE:
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