Ucman vuole esternalizzare i nidi d’infanzia: nella lista Mirandola, San Prospero, Medolla, San Felice e Concordia
MIRANDOLA, SAN PROSPERO, MEDOLLA, CONCORDIA- Nel corso del tavolo sindacale del 10 maggio che aveva all’ordine del giorno il monitoraggio del protocollo di funzionamento dei servizi 0-3 anni che si applica a tutti i nidi d’infanzia dell’Unione e dell’Asp, la discussione ha preso ben presto una direzione diversa con l’informazione dei sindaci dei comuni dell’Unione sul futuro dei nidi. Soprattutto su quelli di Mirandola, San Prospero, Medolla, San Felice e Concordia.
“I sindaci, quasi tutti presenti, hanno dichiarato – afferma Veronica Marchesini Fp/Cgil – che collocheranno due dei nidi gestiti dall’Unione stessa in Asp e altri due nidi in appalto, senza fornire dati precisi circa i limiti delle assunzioni alla base di tale scelta, dovuti anche alla fine dello stato di emergenza sisma 2012.Non risulta, inoltre, chiaro -continua Marchesini – per quale motivo i nidi non possano continuare ad essere tutti gestiti direttamente attraverso Asp, che non ha gli stessi limiti assunzionali dell’Unione, applica lo stesso contratto nazionale degli Enti Locali e già gestisce il nido <Panda> di Medolla”.
I servizi all’infanzia sono ormai da tempo caratterizzati da elevato precariato e percentuali elevatissime di personale a tempo determinato – in alcuni nidi sino all’80% – che lavora così da oltre 10 anni al servizio della pubblica amministrazione.
“A nulla sono valse le molteplici richieste da parte delle Rsu e della Fp Cgil – prosegue la sindacalista – di procedere alla stabilizzazione del personale e riteniamo inaccettabile il percorso intrapreso dai sindaci dei Comuni dell’Area Nord, che disperde la professionalità di anni di lavoro e di servizio per le famiglie del distretto e prefigura un peggioramento delle condizioni di lavoro”.
“Per questi motivi le lavoratrici dei servizi 0-3 di Ucman e Asp Area Nord, unitamente alle Rsu Cgil e alla Fp/Cgil riuniti in assemblea, hanno deciso di aprire lo stato di agitazione- conclude- con richiesta di convocazione da parte della Prefettura di Modena per l’espletamento della procedura conciliativa”.
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