Cyberbullismo, i consigli della Polizia Postale agli allievi dello Ial: “Chiunque può essere bullo o vittima”
Postare o condividere foto e video significa perderne il controllo per sempre. Nella migliore delle ipotesi si corre il rischio di rovinare la propria reputazione, nella peggiore di commettere un reato. Per questo Internet e social vanno usati in modo consapevole. Lo ha detto Marco Ferrari, sostituto commissario comandante sezione operativa per la sicurezza cibernetica della polizia postale e delle comunicazioni Emilia-Romagna - sezione di Modena, che ha incontrato gli allievi della sede di Modena dello Ial Emilia-Romagna (ente di formazione professionale).
«Come scuola e centro di formazione abbiamo a cuore il benessere dei nostri allievi, che accompagniamo in un percorso di crescita non solo professionale, ma anche personale – dichiara la responsabile della sede Ial di Modena Natascia Schieri – Conoscere i rischi che si celano dietro la rete e usare Internet in modo consapevole riduce la probabilità di cadere vittime del cyberbullismo e altri crimini legati ai social, che possono avere conseguenze devastanti sui nostri ragazzi e le loro famiglie».
Partendo dalla vicenda di una persona del territorio modenese che alcuni anni fa è stata arrestata e poi condannata a dodici anni di carcere per produzione e divulgazione di materiale pedopornografico, il comandante della polizia postale ha elencato i rischi più comuni che si corrono navigando in rete, dal furto dei dati personali, foto e video, ai virus e trojan horse. Oltre ai consigli su come usare la rete in sicurezza (aggiornamento frequente delle password, blocco automatico dello smartphone, installazione di antivirus ecc.), Ferrari ha sottolineato che nei casi di cyberbullismo ragazzi e ragazze possono essere sia vittime che carnefici, magari inconsapevoli.
«È sufficiente scambiare messaggi, foto o video a sfondo sessuale per causare gravi problemi a sé stessi e alle altre persone presenti in quei contenuti», ha ammonito il comandante della polizia postale di Modena. «Per prevenire o ridurre il rischio di trovarsi in situazioni di reato attivo o passivo (adescamento, cyberbullismo, molestie), occorre favorire la consapevolezza e conoscenza delle responsabilità che derivano dalla creazione e uso di contenuti digitali. Per questo – conclude la responsabile della sede Ial di Modena, Natascia Schieri – proseguiremo nelle attività di sensibilizzazione dei nostri allievi affinché usino smartphone, i-phone e pc cum grano salis».
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